Con la sua elezione alla presidenza del Consiglio a febbraio 2021, Mario Draghi è riuscito a iniettare un po’ di fiducia nel traballante mercato finanziario italiano, portando avanti riforme e, soprattutto, rinsaldando i rapporti con Bruxelles. Ma ora il Belpaese si trova a un nuovo punto di svolta: il voto di domenica 25 settembre sancirà l’uscita di scena di Draghi e l’elezione di un nuovo governo. Il che non fa dormire sonni tranquilli agli asset domestici.
Stando ai sondaggi, ad avere la meglio sarà probabilmente la coalizione di centro-destra guidata da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Ma come potrebbero prenderla i mercati? Stando a un’analisi di Bloomberg, un’eventuale vittoria del centro-destra potrebbe portare nuova incertezza sui listini, già scossi dal progressivo rialzo dei tassi di interesse, dalla crisi energetica e dai timori di recessione. Questo perché, precisano gli analisti di Bloomberg, un simile risultato potrebbe sollevare dei dubbi sul completamento delle riforme necessarie ad assicurarsi i fondi europei per la ripresa post pandemica.
E se nei giorni immediatamente precedenti e immediatamente successivi al voto un po’ di volatilità è già da mettere in conto, a preoccupare di più sono le conseguenze di medio termine: “il nuovo governo si troverà ad affrontare mesi difficili e non sono da escludere tensioni sociali”, osserva un analista di Olympia Wealth Management. E il recente allargamento del differenziale di rendimento tra Btp decennale e bund tedesco di pari durata (meglio noto come “spread”), seppur ancora contenuto, sembra confermare l’arrivo di una fase turbolenta sui mercati.
C’è da dire che, almeno finora, i leader di estrema destra hanno mantenuto toni tutto sommato moderati nel corso della campagna elettorale e la stessa Meloni ha assicurato di voler lavorare in modo costruttivo con Bruxelles. Inoltre, come osserva Erik F. Nielsen, chief economics advisor di UniCredit – citato da Bloomberg – è possibile che l’ampio programma di riforme predisposto da Draghi venga effettivamente implementato anche dopo la sua uscita, e questa sarebbe senz’altro una buona notizia per i mercati finanziari.
In ogni caso, il vero test dei mercati dovrà attendere, dal momento che la nomina del nuovo governo non avverrà prima della fine di ottobre. Tra le fasi più sensibili per le borse ci sarà indubbiamente la nomina dei ministri, in particolare quelli destinati a ruoli finanziari.
Stando alle analisi degli strategist di Bloomberg Intelligence, comunque, il forward price-to-earnings ratio (o rapporto prezzo/utile) dell’indice Ftse Mib si aggira su un valore di 7,5 che suggerisce come gran parte del rischio legato all’attesa del voto sia già stato prezzato. Al contrario, l’aumento dello spread Btp/Bund sopra i 200 punti base indica un certo scetticismo sul percorso successivo alle elezioni.
I settori da monitorare in vista del voto
1. Finanziario
Le grandi banche italiane, tra cui Intesa Sanpaolo e UniCredit, sono particolarmente sensibili allo spread tra Btp e Bund. Un suo allargamento in risposta al voto potrebbe dunque pesare sui titoli finanziari, che costituiscono quasi il 30% dell’intero Ftse Mib. “Il rendimento supplementare richiesto dagli investitori per detenere titoli decennali italiani rispetto al debito tedesco è aumentato di 25 punti base dal 19 luglio, il giorno prima che Draghi annunciasse le sue dimissioni”, si legge nell’articolo di Bloomberg.
Nonostante le sfide a livello macroeconomico tuttavia, nota Bloomberg, le banche italiane sono oggi in condizioni migliori rispetto alle crisi passate, grazie anche ad anni di dolorose ristrutturazioni. E nei prossimi mesi potrebbero beneficiare dell’aumento dei tassi di interesse.
2. Utility ed energia
Questi due sottogruppi hanno un peso complessivo di circa il 28% sull’intero Ftse Mib, il che rende l’indice potenzialmente sensibile a misure prese a livello Ue o a livello locale per mitigare l’impennata dei prezzi energetici.
Giorgia Meloni ha dichiarato l’intenzione del suo governo di procedere unilateralmente al disaccoppiamento dei costi dell’energia da quelli del gas, se l’Ue nel suo insieme non farà rapidi progressi su questo tema. La Commissione Ue ha in effetti annunciato un piano di intervento piuttosto radicale, ma gli stati membri, che dovranno sottoscriverlo, sono ancora divisi su alcuni dettagli.
3. Società controllate dallo Stato
Un governo di centro destra guidato dalla Meloni potrebbe avere un impatto più invasivo sull’economia e sulle società controllate dallo Stato, anche per quanto riguarda la procedura di golden power”, sostiene un analista di Bper citato da Bloomberg.
4. Obbligazionario
Lo spread di rendimento tra Btp e Bund è rimasto relativamente stabile nelle ultime settimane e sotto il picco toccato quest’anno (nel momento in cui scriviamo è poco sotto i 230 punti): un andamento che, scrive Bloomberg, riflette l’impegno dichiarato dalla coalizione di centro-destra di attenersi al piano di spesa dei fondi Ue per la ripresa. Ma investitori e analisti restano scettici e temono che lo spread potrebbe superare il picco di 244 punti base se la coalizione guidata da Giorgia Meloni finisse veramente per prendere il potere (gli analisti di Citi prevedono un rialzo a 275 punti base dopo il voto).