Recessione: in città non si parla d’altro. Ma cosa significa, esattamente, recessione? E a che punto è, in questo senso, l’economia europea? Ci arriviamo. Cominciamo intanto col dire che, in generale, l’andamento di un’economia segue un ciclo. Non a caso, si parla di ciclo economico. Come ogni altro ciclo, anche questo segue una serie di fasi.
Le fasi del ciclo economico
Ebbene sì, anche l’economia ha i suoi alti e i suoi bassi: va su quando il Prodotto interno lordo di un Paese o di una certa area cresce; va giù quando invece il Pil diminuisce. Ci sono poi fasi intermedie, un po’ come la primavera e l’autunno nel calendario dell’anno solare: se la primavera è l’“antipasto” della calda estate della crescita, l’autunno fa da prefazione al freddo inverno della recessione.
Solo che in economia la primavera si chiama “ripresa”, mentre l’autunno si chiama “rallentamento”. In linea di massima, la successione sul calendario economico è la seguente, per quanto non matematicamente precisa e puntuale: espansione, rallentamento, recessione, ripresa.
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- Espansione: sale la produzione, salgono gli investimenti delle aziende, sale anche l’occupazione. Aumentano quindi i consumi, e di conseguenza il Pil. Ma arriva un punto nel quale il tasso di crescita comincia a calare, rallentando fino ad attestarsi su un picco.
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- Rallentamento: questo è il momento nel quale – in linea di massima – la domanda scende gradualmente per motivi endogeni o esogeni, portandosi pian piano dietro l’offerta.
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- Recessione: il raffreddamento della domanda produce nel tempo un eccesso di offerta, che finisce col raffreddare a sua volta produzione, investimenti aziendali e occupazione. Quando il Prodotto interno lordo registra una variazione congiunturale negativa (riporta cioè il segno meno rispetto al trimestre precedente) per due trimestri consecutivi, allora si parla di “recessione tecnica”. In presenza di recessione vera e propria, il segno meno del Pil si riferisce al confronto del dato assoluto di un certo periodo rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (la cosiddetta “variazione tendenziale”).
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- Ripresa: ma anche nella recessione si finisce, presto o tardi, col raggiungere un punto di svolta, magari perché il credito si fa più conveniente. Rifanno così timidamente capolino investimenti aziendali, occupazione e, quindi, consumi. Si torna così a una fase di espansione.
La durata – e la sostanza – di queste fasi non è la stessa sempre. Nella storia ci sono state fasi di recessione particolarmente grave e prolungata: è la famigerata “depressione”, come quella del 1929. Così come ci sono fasi nelle quali il Pil non sale e non scende, apparendo stagnante: e questa è la cosiddetta “stagnazione”.
In che fase è l’economia europea?
Largo circa, potremmo dire: alle porte di una recessione. Lo sostengono più o meno tutti, e d’altra parte l’inflazione in poderoso risalto, con tanto di incremento dei tassi da parte delle banche centrali, e i non pochi guai a livello geopolitico e sanitario, che continuano a provocare carenze e strozzature dell’offerta (vedi alla voce “energia”), non lasciano presagire niente di diverso.
Ma per essere più puntuali nella risposta, possiamo affidarci a uno strumento molto interessante. Scusi, a che ora è la recessione? Una risposta ce la può dare il Business cycle clock dell’Eurostat. Cos’è e come funziona?
Business cycle clock: come funziona?
In generale, “business cycle” è un altro modo per dire “ciclo economico”. Più in particolare, il Business cycle clock (Bcc) di Eurostat è uno strumento che mostra le diverse fasi del ciclo economico dell’area dell’euro utilizzando – per l’appunto – un grafico a forma di orologio.
“L’orologio”, si legge sul sito, “è strutturato in modo da rappresentare la sequenza empiricamente osservata dei punti di svolta dei cicli economici, di crescita e di accelerazione”. Queste, in estrema sintesi, le istruzioni per l’uso.
L’orologio fornisce la situazione ciclica precisa per ognuno dei Paesi dell’area e per l’area nel suo complesso. Cosa ci dice adesso? Lo vediamo subito, inserendo l’orologio che segna l’ora dell’area dell’euro e dell’Italia.
Come si vede, la lancetta dell’orologio che sintetizza i dati economici del nostro Paese è posizionata un po’ più avanti – quindi meglio – rispetto a quella dell’area euro. C’è poi il grafico lineare, che dà una visione globale dell’evoluzione della situazione nel corso del tempo.
L’andamento della linea mostra bene come tutte le incognite del 2022 abbiano pesato su una ripresa post Covid che era appena iniziata.