I fatti salienti della settimana
Fed alza ma non troppo. La Federal Reserve ha annunciato un incremento dei tassi d’interesse dello 0,75%, al range 2,25%-2,50%. Meno dei 100 punti base attesi, quindi. Altro forte aumento, forse, nella prossima riunione: dipenderà dai dati.
Recessione tecnica. Nel secondo trimestre dell’anno, il Prodotto interno lordo statunitense ha registrato un calo dello 0,9%, dopo il -1,6% dei primi tre mesi dell’anno. Ora la domanda è: alla cosiddetta “recessione tecnica” seguirà una recessione a tutti gli effetti?
Biden e Xi al telefono. È durato più di due ore il colloquio telefonico tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping. Al centro della conversazione, il possibile viaggio della speaker Usa Nancy Pelosi a Taiwan, isola nel mirino di Pechino.
Xi ha invitato gli Stati Uniti a non “giocare con il fuoco”, mentre Biden ha ribadito la difesa dello status quo (quindi Taiwan indipendente dalla Cina).
E tuttavia, attenzione: i due presidenti avrebbero dato disposizioni ai loro assistenti per la pianificazione di un incontro di persona.
Se confermato, si tratterebbe del primo scambio faccia a faccia da quando Biden è diventato presidente, e un segno che Xi intende tornare alla diplomazia dopo aver evitato di lasciare la Cina per più di due anni a causa della pandemia.
Una sfida a tutto gas. Ufficialmente, problemi tecnici avrebbero costretto la Russia a ridurre ulteriormente le forniture di gas ai suoi clienti europei via Nord Stream.
Non serve però essere chissà quali esperti di geopolitica per capire che il Cremlino sta usando il gasdotto per far pressione sui leader europei affinché riconsiderino le sanzioni a carico di Mosca e il loro appoggio all’Ucraina.
Ridurre i consumi. Il Consiglio Ue dell’Energia ha trovato l’accordo politico per ridurre del 15% il consumo di gas, come proposto dalla Commissione.
Per l’Italia è però prevista un’eccezione: riduzione fissata al 7%. Il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ha assicurato intanto che il Paese ha superato il 70% di riempimento degli stoccaggi di gas.
Chi arriverà dopo Boris? L’ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak ha ammesso di essere lo sfavorito nella corsa per diventare il prossimo leader del Partito Conservatore e primo ministro del Regno Unito, ma ha promesso di lottare per ogni voto.
D’altro canto, Sunak non intende tagliare le tasse finché l’inflazione non sarà sotto controllo, mentre la sua rivale, il ministro degli Esteri Liz Truss, ha giurato di farlo non appena entrerà in carica e gode del sostegno del ministro della Difesa Ben Wallace.
Sunak e Truss devono assicurarsi i voti dei circa 175mila membri del partito: il vincitore verrà annunciato il 5 settembre.
Indicatori macro. L’indice Ifo, che misura il clima di fiducia delle imprese tedesche, è sceso a quota 88,6 a luglio, dai 92,2 punti di giugno.
Secondo l’Istat, a luglio la fiducia dei consumatori è calata da 98,4 a 94,8 punti: il valore più basso dal maggio del 2020. Nei primi sei mesi dell’anno, il divario tra le variazioni dei prezzi e degli stipendi è arrivato a quasi sei punti percentuali.
Previsioni mondiali. Il Fondo monetario internazionale ha tagliato le stime di crescita globali al 3,2% per il 2022 e al 2,9% per il 2023: l’alta inflazione e le conseguenze della guerra in Ucraina rischiano di aprire un nuovo periodo di recessione. Per l’Italia nel 2022 la crescita sarà del 3%.
Declassamento in corso. S&P Global Rating ha tagliato l’outlook sul debito italiano da “positivo” a “stabile”, sottolineando “i rischi per le riforme” legati alla crisi del governo Draghi.
Come si sono mossi i mercati
Eppure c’è euforia. Sul finire della settimana, i dati sul Pil dell’area euro (+0,7% nel trimestre e +4% su anno) e di vari Paesi, Italia inclusa (+4,6% annuale), hanno spinto i listini. Da segnalare, per altri versi, l’inflazione, che nel nostro Paese è scesa al 7,9% dal +8% record di giugno, stante il calo dei costi dei beni energetici.
A sostenere Piazza Affari sono state anche le trimestrali dei grandi gruppi italiani, in linea di massima superiori alle previsioni.
Spread e rendimento. Lo spread, dal canto suo, venerdì a metà giornata si avviava a chiudere la settimana sui 240 punti base, con il rendimento decennale stabile al 3,25%.
Gas e petrolio. Lato materie prime, i riflettori in settimana si sono puntati sulla corsa del gas sul mercato di Amsterdam: il contratto future con scadenza a settembre 2022 ha sfondato quota 200 euro per megawattora, dopo la riduzione dei flussi di Nord Stream, per poi ripiegare.
Quanto al petrolio, il Wti settembre venerdì era sui 98 dollari al barile, il Brent pari scadenza sui 109.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Azioni Italia | 3.27% | 0.17% |
Azioni Europa | 1.70% | 4.69% |
Azioni Usa | 2.74% | 6.74% |
Azioni Cina | -0.87% | -7.20% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Bond governativi eurozona | 4.04% | 7.63% |
Bond governativi usa | 1.98% | 3.78% |
Bond corporate usa | 1.04% | 2.43% |
Spread Btp-Bund | 231.81 punti | 20.77% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Oro | 55.61 eur/gr (2.17%) | -0.42% |
Petrolio Wti | 99.67 usd/barile (4.77%) | -1.77% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Cambio Eur/Usd | 1.0168 (-0.46%) | -2.55% |
Cambio Eur/Gbp | 0.8400 (-0.89%) | -2.31% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 17.00 del 29/07/22.
I market movers della settimana prossima
Grandissima attenzione al Pmi manifatturiero, servizi e composito della Cina elaborato da Markit/Caixin e all’indice manifatturiero Ism manifatturiero e servizi negli Stati Uniti d’America. Nell’area euro, focus sulla disoccupazione, sui prezzi alla produzione e sulle vendite al dettaglio, oltre che sulla produzione industriale in Germania.
Nel Regno Unito, attesa la decisione della Bank of England. La settimana si chiuderà venerdì con il report sull’occupazione negli Stati Uniti d’America.