I fatti salienti della settimana
Banche centrali, si va avanti. La Fed ha alzato i tassi d’interesse per la prima volta dal 2018, portandoli allo 0,25-0,50%, e stima altri sei rialzi nel 2022. Sulla stessa linea la Bank of England, che ha deciso per un terzo aumento consecutivo dei tassi di interesse dello 0,25%.
La Bce, invece, non ha ancora toccato i tassi, ma ha sottolineato a più riprese che intende proseguire con il suo piano di restringimento monetario, pur precisando che il programma potrebbe essere rivisto qualora le condizioni lo richiedessero.
A che punto è l’inflazione? A febbraio l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento del 5,7% su base annua in Italia e del 5,9% nella zona euro.
Spiragli di pace? Nonostante la situazione tutt’altro che serena (anzi), si inizia a parlare di una possibile fine del conflitto. Il portavoce del presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è spinto a ipotizzare la necessità di ancora una decina di giorni per arrivare a un accordo di pace.
“Neutralità” o disarmo? Il Financial Times ha pubblicato la bozza di un “piano di pace” in 15 punti, che terrebbe traccia dell’avanzamento dei negoziati tra Russia e Ucraina. Stando al piano, Kiev dovrebbe rinunciare a entrare nella Nato e impegnarsi a non ospitare basi militari straniere o armi, in cambio di protezione da Stati Uniti, Regno Unito e Turchia.
Il Cremlino si è detto disposto a raggiungere un compromesso su un modello di “neutralità smilitarizzata, stile Svezia, con un proprio esercito”. L’Ucraina però si è opposta, chiedendo un accordo rigido con un certo numero di Stati garanti che si impegnino a schierarsi nel caso di eventuali attacchi.
Pessimismo made in Usa. Washington da parte sua non vede segnali che il presidente russo Putin voglia fermare l’invasione e, anzi, per l’intelligence Usa la Russia potrebbe anche ricorrere alla minaccia nucleare se l’invasione non avanzasse.
Colloqui Usa-Cina. Venerdì è in agenda un colloquio telefonico tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quello cinese Xi Jinping: è il primo confronto tra i due dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Default scongiurato. Gli obbligazionisti hanno iniziato a ricevere il pagamento delle cedole da 117 milioni di dollari sui bond in dollari emessi dallo Stato russo in scadenza il 16 marzo. Lo hanno confermato all’agenzia Reuters fonti di mercato. Il default, per ora, è scongiurato.
Cartellino giallo. Il Fondo monetario internazionale ha sospeso il rappresentante della Russia, Alexei Mozhin, dal ruolo onorifico di “decano”. La decisione è stata presa a seguito delle pressioni di Usa, Gran Bretagna e Canada.
Conseguenze economiche. Secondo le stime più aggiornate dell’Ocse, il Pil dei Paesi del G20 è aumentato dell’1,4% nel quarto trimestre 2021, in calo rispetto al +1,9% registrato nei tre mesi precedenti. E nel primo anno successivo all’invasione dell’Ucraina, precisa la stessa Organizzazione, ci potrebbe essere un calo di oltre un punto percentuale della crescita globale. Per l’Eurozona la diminuzione del Pil potrebbe essere dell’1,4%.
Materie prime. Un report diffuso dall’Opec evidenzia come la guerra in Ucraina rischi di far deragliare l’economia mondiale e di avere un impatto sulla domanda di greggio in varie regioni del mondo.
Ucraina, Pil in caduta libera. Le stime del Fondo Monetario Internazionale prevedono una frenata del 10% del Prodotto interno lordo dell’Ucraina, un crollo che potrebbe toccare il 35%. La Banca Mondiale ha approvato una tranche di aiuti di altri 200 milioni di euro, oltre ai 723 già approvati la scorsa settimana.
Ricordate il Covid? Il Consiglio dei Ministri ha approvato la roadmap per allentare le misure anti-Covid a partire da aprile, con la fine dello stato di emergenza. Tra le misure ci sono la fine dell’obbligo di esibire il Green Pass e di tenere le mascherine al chiuso a partire dal primo maggio e la fine dell’obbligo di quarantena dopo il contatto con un positivo.
Non rilassatevi troppo. Per l’Organizzazione mondiale della sanità i dati che mostrano un aumento globale dei casi di Covid sarebbero “la punta dell’iceberg” e potrebbero indicare un problema molto più grande. L’Oms ha chiesto agli Stati di rimanere vigili contro il virus.
Come si sono mossi i mercati
A caccia di buone notizie. La settimana è iniziata con un’intonazione positiva sui mercati europei, reattivi a ogni segnale positivo per cercare un recupero. Nemmeno la manovra restrittiva e il taglio dei tassi annunciati dalla Fed mercoledì sono riusciti a scomporre le Borse, né nel Vecchio Continente né negli Usa.
Ma con il passare dei giorni, gli investitori hanno adottato un atteggiamento più cauto, in attesa di nuove evoluzioni. Nella giornata di venerdì, grande attenzione al colloquio telefonico tra il presidente Biden e il cinese Xi Jinping, mentre le notizie su una possibile risoluzione in tempi rapidi del conflitto sono contrastanti. Una punta di sollievo arriva invece dalla notizia dello scampato default della Russia.
Streghe in agguato. Ad alimentare la volatilità nella seduta di venerdì è anche la ricorrenza del cosiddetto “giorno delle tre streghe”, con le scadenze relative a future sugli indici, opzioni sugli indici azionari e opzioni su azioni.
Petrolio in altalena. Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio ha ricominciato a salire, dopo il rallentamento nei giorni scorsi che aveva riportato momentaneamente le quotazioni sotto i 100 dollari al barile. Venerdì il Brent viaggia sui 107 dollari al barile, mentre il Wti si aggira sui 104 dollari.
Contrattazioni ferme a Mosca. La Banca centrale russa ha deciso di chiudere la Borsa di Mosca per tutta la settimana, dal 14 al 18 marzo. Sono invece aperte alcune sezioni con regolamento in rubli. Negoziazioni normali per il mercato valutario e quello dei metalli preziosi. Le indicazioni sulla settimana successiva non sono ancora state comunicate.
Indici azionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Azioni Italia | 4.44% | -9.67% |
Azioni Europa | 4.47% | -1.99% |
Azioni Usa | 5.07% | 1.38% |
Azioni Cina | 5.33% | -13.85% |
Indici obbligazionari | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Bond governativi eurozona | -1.07% | -1.65% |
Bond governativi usa | -1.63% | -2.37% |
Bond corporate usa | 0.27% | -2.14% |
Spread Btp-Bund | 151.9 punti | -6.08% |
Materie prime | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Oro | 56.4 eur/gr (-1.27%) | 4.71% |
Petrolio Wti | 103.96 usd/barile (0.67%) | -1.12% |
Valute | Performance settimanale | Performance da inizio mese |
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Cambio Eur/Usd | 1.1033 (0.81%) | -2.58% |
Cambio Eur/Gbp | 0.8387 (-0.29%) | 0.70% |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.30 del 18/03/22.
I market movers della prossima settimana
Saranno ancora una volta i temi geopolitici a tenere banco. Tra i dati da monitorare, si segnalano mercoledì l’indice dei prezzi al consumo di febbraio e il rilascio del bilancio annuale nel Regno Unito, oltre all’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero in Germania a marzo.
Venerdì occhio all’indice Ifo sulla fiducia delle aziende in Germania a marzo e alle vendite al dettaglio nel Regno Unito a febbraio.