I fatti salienti della settimana
Virus, varianti, vaccini. Con l’avvicinarsi dell’estate, e con le vaccinazioni che procedono tutto sommato speditamente, sembra che almeno nel nord del mondo la pandemia di Covid-19 stia finalmente allentando la sua morsa.
Resta ovviamente l’incertezza-regina alla quale il virus ci ha abituati: quella, cioè, legata alle nuove varianti (il nemico pubblico numero uno, oggi, è la Delta), acuita da un’esitazione vaccinale con cui tutti i Paesi devono fare i conti.
Uno per tutti, tutti per G7. Venerdì si è aperto in Cornovaglia il vertice dei capi di Stato e di governo del G7, il primo al quale partecipa il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Alla vigilia del summit, il presidente Biden ha firmato con il primo ministro inglese Boris Johnson una nuova versione della Carta Atlantica, che delinea otto aree di cooperazione, fra le quali sicurezza informatica, lotta ai cambiamenti climatici e fine dell’epidemia.
Il viaggio di Biden – primo del suo mandato – avrà una durata di otto giorni e includerà anche un meeting con il presidente russo Vladimir Putin, con cui c’è molto di cui discutere.
Nuova luna di miele? Stati Uniti e Unione Europea dovrebbero, la settimana prossima, domandare nuovamente indagini sull’origine del SARS-CoV-2. E potrebbero mettere fine alle dispute commerciali sui sussidi al comparto aereo e sui dazi su acciaio e alluminio.
Tempo di maxipiani. Il Senato statunitense ha approvato a larga maggioranza un provvedimento per finanziare con 250 miliardi di dollari alcuni settori tecnologici e militari per contrastare la rapida ascesa cinese.
Brexit forever. Credevamo di essercene liberati, e invece: ancora scotta il dossier Irlanda del Nord, su cui persistono ampie divergenze. Le parti, secondo il Guardian, si sono date tempo fino al 30 giugno per scongiurare una guerra commerciale.
Chi ha parlato di rialzi? Per ora, non se ne vedono. Nella riunione di politica monetaria che si è tenuta giovedì 10 giugno, la Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi fermi, confermando il suo orientamento accomodante. Gli acquisti nell’ambito del PEPP proseguiranno almeno fino a fine marzo 2022. Rivisti al rialzo inflazione e PIL.
Dati macro dal mondo. Eurostat conferma che nel primo trimestre del 2021 il nostro PIL è cresciuto dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, a fronte del -0,3% dell’Eurozona. A livello continentale, giù anche l’occupazione.
In Italia, secondo l’ISTAT, le vendite al dettaglio sono scese dello 0,4% ad aprile rispetto a marzo, ma con un +30% abbondante rispetto allo stesso mese dell’anno passato, quando s’era in pieno lockdown. In crescita la produzione industriale: +1,8% rispetto a marzo e +79,5% rispetto allo stesso mese del 2020.
Restando in Europa, sempre ad aprile la produzione industriale in Germania è scesa dell’1% rispetto al mese precedente. Tutto questo in un quadro economico globale che la Banca Mondiale stima ora in rialzo del +5,6% quest’anno.
In Asia: il PIL giapponese ha riportato una variazione negativa del -3,9% rispetto all’ultimo trimestre 2020. In Cina i prezzi al consumo sono saliti a maggio dell’1,3%, quelli alla produzione del 9%.
Chiudiamo con gli States dove a maggio l’inflazione ha registrato un rialzo del 5% su base annuale, oltre le attese del +4,7%: l’aumento più significativo dal 2008.
Come si sono mossi i mercati
Giovedì da leoni. Sul calendario della settimana si è distinto il “super-giovedì”, come lo ha battezzato l’agenzia di stampa Radiocor: una giornata contrassegnata dalla riunione della BCE, che ha confermato il suo approccio accomodante, e dai dati sull’inflazione negli States, che – come abbiamo scritto sopra – è ai massimi dal 2008 ma non tale da mettere in discussione la linea accomodante della Federal Reserve.
Mercati quindi tranquilli sia in Europa che negli Usa dove l’S&P 500 macina perfino nuovi record.
Ora lo sguardo degli investitori è puntato sulla riunione del FOMC, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, che si terrà il 15 e 16 giugno.
Spread in calo. Si riduce, sul finire della settimana, la differenza di rendimento tra BTP e Bund: 97 punti base, con il rendimento della nostra emissione obbligazionaria allo 0,76%, in prossimità dei minimi da metà aprile.
Cripto-perplessità. All’approssimarsi del venerdì, si è manifestata una certa relativa stabilità sul fronte Bitcoin e altre criptovalute.
Questo al termine di una serie di novità. Due su tutte: i regolatori internazionali del comparto bancario hanno deciso di classificare Bitcoin come il più rischioso degli asset; e il Fondo Monetario Internazionale ha messo in guardia dalle sfide poste dall’adozione, da parte di El Salvador, del Bitcoin come valuta legale a fianco del dollaro.
Nuovo sprint petrolifero. In rialzo, rispetto ai valori dello scorso venerdì, la quotazione del petrolio, alla luce di una ripresa della domanda migliore delle previsioni: Brent sui 72 dollari al barile, WTI sui 70.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la domanda mondiale di greggio, scesa a causa della pandemia, dovrebbe tornare ai livelli precedenti la crisi sanitaria entro fine 2022
Indici azionari | |
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Azioni Italia | 0.16% |
Azioni Europa | 0.53% |
Azioni Usa | 0.38% |
Azioni Cina | -0.69% |
Indici obbligazionari | |
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Bond governativi eurozona | 0.37% |
Bond governativi usa | 0.94% |
Bond corporate usa | 1.02% |
Spread Btp-Bund | 97 punti |
Materie prime | |
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Oro | 1,885.35 (-0.62%) |
Petrolio Wti | 70.60 (1.79%) |
Valute | |
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Cambio Eur/Usd | 1.2124 (-0.55%) |
Cambio Eur/Gbp | 0.8581 (-0.18%) |
Indici di mercato. Dati aggiornati ore 16.00 del 11/06/21
I market movers della prossima settimana
La settimana si aprirà con i dati sulla produzione industriale in Giappone e nell’area euro. Martedì negli Stati Uniti si farà il punto sulle vendite al dettaglio e sull’inflazione dei prezzi alla produzione. In Europa, invece, attese indicazioni sulla bilancia commerciale (in settimana si conoscerà anche il dato italiano).
Mercoledì la Cina sarà alle prese con le vendite al dettaglio, la produzione industriale e gli investimenti in immobilizzazioni. Oltreoceano, l’attenzione si concentrerà sulla riunione del FOMC.
Giovedì e venerdì toccherà agli indicatori anticipatori statunitensi, all’inflazione core in Giappone e alle vendite al dettaglio nel Regno Unito.