Nel mondo post pandemico i grandi trend che la facevano da padroni prima del covid 19 accelereranno ancora di più la loro corsa. Lo si è visto per la digitalizzazione delle aziende. Ed è senz’altro così anche per quanto riguarda l’universo che finisce sotto al cappello della sostenibilità. Ovunque, dagli Stati Uniti all’Europa fino alla Cina, i governi stanno preparando investimenti in questo campo: un trend quasi obbligato, visto che il genere umano non ha più molto tempo per provare a mitigare i cambiamenti climatici e rendere il suo modo di vivere, per l’appunto, maggiormente sostenibile per il pianeta. Questi cambiamenti richiederanno fiumi di denaro che, logicamente, saranno da reperire sui mercati, a loro volta attirati dalla prospettiva di rendimenti interessanti. E se il mondo obbligazionario dei Paesi sviluppati non offre grandi opportunità sotto questo punto di vista, vale invece la pena dare un’occhiata a quanto hanno da offrire i mercati emergenti. Esistono case d’investimento che offrono strumenti per intercettare questa opportunità, una di esse è senz’altro la svizzera Ubs.
Un Etf obbligazionario per intercettare le opportunità sui mercati emergenti
In particolare, Ubs ha realizzato in tal senso un Etf, exchange traded fund, ovvero un fondo a gestione passiva che replica l’andamento di un indice. Questo tipo di strumento permette ai clienti di beneficiare della flessibilità tipica degli investimenti negoziati in Borsa. E, inoltre, offre l’accesso a un intero segmento di mercato con una sola transazione, ottenendo al contempo un profilo rischio e rendimento diversificato su un’ampia gamma di Paesi e settori. Nel dettaglio, il comparto mira a replicare, al lordo delle commissioni, la performance in termini di prezzo e rendimento cedolare del J.P. Morgan USD EM IG ESG Diversified Bond Index (Total Return). Quest’ultimo è concepito per riprodurre la performance degli strumenti di debito dei mercati emergenti a tasso fisso e variabile e denominati in dollari USA con rating investment grade (IG) ed emessi da enti sovrani, quasi-sovrani e societari. Inoltre, questa classe di quote dotate di copertura valutaria punta a ridurre l’impatto delle fluttuazioni dei cambi tra la valuta di riferimento e quella dell’indice.
Diversificazione: limite del 5% per Paese per rendere la performance più equilibrata
L’indice J.P. Morgan USD EM IG ESG Diversified Bond Index è costruito con diversi accorgimenti sia a livello di diversificazione, sia sul piano della selezione degli investimenti Esg (Environment, social and governement). Il paniere combina porzioni di due indici realizzati anch’essi da J.P. Morgan: l’IG di J.P. Morgan EMBI Global Diversified e il J.P. Morgan CEMBI Broad Diversified, che prende in considerazione solo emissioni obbligazionarie con un taglio minimo di 500 milioni di dollari. Viene poi applicato un filtro alla concentrazione geografica dei bond: il limite del 5% per Paese offre una più ampia diversificazione, anche a livello di emittente, cosa che rende la performance più equilibrata mitigando i rischi peculiari del singolo debitore.
Tre filtri per selezionare gli investimenti con il miglior rating Esg
Si arriva poi agli avanzati metodi di selezione Esg: vengono scelte le aziende migliori sotto questo profilo, con l’attenzione di non modificare la natura dell’indice. Il tutto avviene in tre passaggi: vengono esclusi in un primo screening i business che hanno a che fare con carbone, armi, tabacco e che violano il global compact, il patto mondiale delle Nazioni Unite nato per incoraggiare le aziende di tutto il mondo ad adottare politiche sostenibili e nel rispetto della responsabilità sociale d’impresa. Gli emittenti sono poi divisi in cinque classi di punteggio Esg: le realtà con un punteggio più alto saranno sovrappesate rispetto a quelle con i punteggi più bassi, mentre quelle in fascia 5, ovvero la meno sviluppata, saranno rimosse dall’universo investibile. Sono, infine, premiati con una fascia di punteggio maggiore gli emettitori di Green Bond, un accorgimento inserito per incentivare il finanziamento sostenibile conferendo alle obbligazioni verdi un peso maggiore nell’indice.