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#ABCFinanza: ABS e cartolarizzazione: cosa sono e come funzionano?

“Gli ABS devono essere semplici: nessun CDO al quadrato o al cubo; devono essere reali: questo significa che devono essere legati a prestiti reali e non a derivati; devono essere trasparenti: le informazioni devono essere disponibili per sottoscrittori e trader”. Queste le parole dell’ex numero uno di Francoforte Mario Draghi alla conferenza stampa della BCE del 5 Giugno 2014.

Con queste parole il presidente della BCE si è espresso in merito al lavoro preparatorio per la creazione di un mercato comune (regole e strumenti) per gli Asset Backed Securities (ABS), speciali obbligazioni che nascono a seguito di operazioni di cartolarizzazione.

 

ABS e obbligazioni: qual è la differenza?

Gli ABS possono essere definiti come titoli più “sofisticati” rispetto ad azioni e obbligazioni. Questi prodotti tuttavia spesso sono troppo complessi da capire e ciò rende difficile scegliere se conviene oppure no investire in essi. Per definire gli ABS dobbiamo innanzitutto rifarci al concetto di cartolarizzazione, essendo essi strumenti finanziari emessi a fronte di tali operazioni. Infatti, anche se gli ABS presentano caratteristiche generali del tutto simili alle normali obbligazioni (pagano al detentore una serie di cedole a scadenze prefissate per un ammontare determinato sulla base di tassi di interesse fissi o variabili), si distinguono dai semplici bond per la correlazione esistente tra pagamento cedole/rimborso delle obbligazioni a scadenza con le somme incassate dai crediti ceduti (sia interessi, sia rimborso del credito a scadenza).

Per capire meglio, iniziamo dalla cartolarizzazione.
 

Che cos’è la cartolarizzazione?

La cartolarizzazione (in inglese: securitization) è un’operazione finanziaria che consente di trasformare un titolo tipicamente illiquido (come i crediti al consumo o sugli immobili) in strumenti finanziari negoziabili.
In questo tipo di operazione sono coinvolti tre soggetti:

  • la società che detiene il titolo di credito originario, detta anche Originator (la società A);
  • la società-veicolo, detta anche Special Purpose Vehicle (SPV), costituita con l’unico scopo di effettuare una o più operazioni di cartolarizzazione, per garantire gli investitori; la legge impone la creazione di questo veicolo in modo da separare le attività cedute dalla società originaria;
  • i sottoscrittori dei nuovi titoli, detti anche Noteholder.

Facciamo un esempio: una banca (società A) ha contratto una serie di titoli di credito (crediti commerciali, al consumo oppure legati all’acquisto di un immobile) con i suoi clienti (imprese, cittadini). Questi titoli, in quanto crediti generano degli interessi (flussi di cassa) ma comportano anche dei rischi (rischio di credito) e hanno la caratteristica di non essere facilmente vendibili.

A questo punto entra in gioco il processo di cartolarizzazione. Infatti alla società A è concesso di “impacchettare” questi titoli e trasferirli in un apposito contenitore (SPV) per poi essere venduti a dei nuovi sottoscrittori (Noteholder).

 

Se fossi un nuovo sottoscrittore, cosa otterrei?

Una volta che i titoli sono stati trasferiti e “impacchettati”, l’apposito contenitore (SPV) procederà all’emissione di titoli obbligazionari, che saranno venduti al pubblico. Al pari di un’obbligazione governativa o corporate, i sottoscrittori saranno remunerati con dei flussi di cassa, ma a loro volta saranno portatori del rischio di credito associato al sottostante. In caso di default del cliente a cui sono legati i crediti (il sottostante), saranno i nuovi sottoscrittori a subire le perdite. Per questa ragione, il prezzo dell’obbligazione dipende dalla qualità del sottostante (del credito originario al quale è legata).

Tra le obbligazioni più sfornate a seguito dei processi di cartolarizzazione ci sono:

Senza soffermarci sui dettagli, basta sapere che tutti gli strumenti appena citati sono obbligazioni che, a seconda del titolo di credito che rappresentano, hanno caratteristiche e nome diverso. Ad esempio, in Europa gli ABS sono titoli legati al credito al consumo, mentre gli MBS sono titoli legati all’erogazione di mutui.
 

La scomposizione del mercato degli ABS in Europa

Cosa cambia con queste operazioni?

  • Si trasformano dei titoli prevalentemente illiquidi in titoli più liquidi e facilmente vendibili.
  • Aumenta il numero di strumenti finanziari fruibile da parte degli investitori.
  • Indirettamente, nuovi soggetti (imprese e cittadini) hanno accesso al mercato finanziario.
  • La società A si è liberata dei rischi di credito legati ai titoli: infatti sono i nuovi sottoscrittori che beneficiano dei flussi di cassa dei titoli “impacchettati” ma anche dei rischi associati ad essi.

 

Perché la BCE vuole incentivare questo tipo di mercato?

L’obiettivo numero uno della BCE è aumentare la capacità di erogazione di credito da parte degli istituti finanziari. In Europa, il sistema creditizio è fortemente bancocentrico. Di per sé non è (necessariamente) un male ma, in un momento in cui le banche non godono di ottima salute e l’economia ha bisogno di ripartire, è necessario offrire un canale di distribuzione del credito alternativo.

Tuttavia, nonostante le buone intenzioni della BCE, il traguardo è ancora lontano. Il mercato delle cartolarizzazioni europeo è per il momento un mercato di nicchia, specialmente se confrontato con quello americano, che è cinque volte più grande.

Se in linea di principio l’innovazione di tali strumenti finanziari può favorire l’erogazione del credito e accelerare la ripresa dell’economia reale, la crisi dei mutui subprime ci ha insegnato che l’eccesso di innovazione senza controllo può essere devastante e rendere complesso un sistema che complesso è già.

 


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