I fatti salienti della settimana
La Fed non tocca i tassi (ma non rassicura i mercati). Nella riunione di giovedì 11 giugno la Federal Reserve statunitense non ha toccato i tassi di interesse e ha fatto sapere di volerli mantenere su livelli prossimi allo zero almeno fino alla fine del 2022 per sostenere l’economia americana.
L’ottimismo scarseggia. Nella stessa riunione la Fed ha anche tratteggiato uno scenario preoccupante, con il Pil Usa visto in calo del 6,5% nel 2020 e la disoccupazione in crescita attorno al 9,3%. Parole che, insieme ai timori per una nuova ondata di contagi, hanno mandato in tilt i listini mondiali nella seduta di giovedì.
Toni cupi sono arrivati anche dal Fondo Monetario Internazionale, secondo cui la crisi da covid-19 potrebbe spingere fino a 100 milioni di persone all’estrema povertà, vanificando tre anni di progressi. A completare il quadro non proprio idilliaco ci pensa l’Ocse: l’Organizzazione prevede che la pandemia lascerà delle ferite economiche come nessun’altra recessione nell’ultimo secolo. Tra i Paesi più colpiti il Regno Unito con un crollo del Pil per il 2020 del’11,5% e l’Italia, con una contrazione della crescita dell’11,3% per l’anno in corso, che potrebbe diventare del 14% in caso di una nuova ondata di contagi. Il debito pubblico schizzerà al 170%.
Inflazione? Quale inflazione? A maggio negli Usa l’inflazione è scesa dello 0,1%: anche se la riduzione è inferiore a quanto preventivato dagli analisti, si tratta comunque del terzo mese consecutivo in calo.
Intanto l’Italia torna (quasi) alla normalità. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo decreto che regolerà da lunedì la “fase 3” delle riaperture: potranno riaprire in condizioni di sicurezza parchi giochi e centri estivi, sale giochi e centri termali, oltre a cinema e teatri.
Riaprono le frontiere. Dal 1° luglio inizierà la riapertura graduale delle frontiere extra-Ue, mentre dal 16 giugno la Germania rimuoverà i controlli nei confronti dei cittadini europei e l’Austria aprirà di nuovo i confini con l’Italia.
Dati macro dall’Europa. Secondo l’Eurostat, il Pil dell’Eurozona è in calo del 3,6% nel primo trimestre, mentre l’occupazione scende per la prima volta dal 2013, dello 0,2%.
E in Gran Bretagna l’economia ha registrato ad aprile una contrazione congiunturale del 20,4%, superiore all’atteso -18,7% e dopo il -5,8% di marzo. Il calo è “quasi 10 volte più ampio della più ripida caduta pre-Covid-19”, ha detto Jonathan Athow, direttore generale dell’istituto britannico.
Anche l’Istat ha fornito nuove stime sulla crisi che sta colpendo l’economia italiana: il Pil potrebbe crollare nel 2020 dell’8,3%, per poi risalire nel 2021 del 4,6%. A contrarsi saranno anche i consumi delle famiglie (-8,7%) e gli investimenti (-12,5%).
Produzione industriale a picco. Numeri poco incoraggianti per la produzione industriale europea ad aprile, nel pieno del lockdown. Le più colpite sono state Spagna (-21,8%) e Francia (-20,1%), seguite da Italia (-19,1%) e Germania (-17,9%). Su base annua, i numeri italiani fotografano un crollo del 42,5%.
Recovery Fund, le discussioni non sono finite. Alla recente riunione dell’Ecofin, i Paesi “frugali” – Svezia, Olanda, Austria e Danimarca – hanno chiesto che le erogazioni del Recovery Fund siano prestiti legati a riforme e piani di rientro e non finanziamenti a fondo perduto, come previsto dalla proposta della Commissione Ue. Da parte sua, la presidente della Bce Christine Lagarde ha esortato l’Ue a un’approvazione rapida del Fondo.
Arriva il Btp Futura. Dopo il successo del Btp Italia, il Ministero del Tesoro ha annunciato l’emissione di Btp Futura, nuovo titolo di Stato riservato esclusivamente ai risparmiatori: sarà emesso dal 6 al 10 luglio e mirerà a finanziare le spese pubbliche per l’emergenza post-covid.
Risiko bancario, fermi tutti! L’Antitrust ha sospeso l’acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo in attesa di chiarimenti sulla cessione degli asset. Le parti hanno tempo fino al 15 giugno per presentare la documentazione.
Come si sono mossi i mercati
Settimana difficile. Nonostante un tentativo di rimbalzo nella giornata di venerdì, i listini si apprestano a chiudere la settimana in calo dopo il crollo di giovedì che ha riguardato sia i mercati europei sia quello statunitense.
Il “giovedì nero” dei mercati. Wall Street ha accusato il calo più marcato da sei settimane (con il Dow Jones che ha chiuso a -6,9% e il Nasdaq a -5,27%), mentre in Europa Piazza Affari ha perso il 4,8% sul Ftse Mib, tornando sotto la soglia psicologica dei 19mila punti per la prima volta da inizi giugno, e a Parigi il Cac 40 è arretrato del 4,7%.
Oro nero a 36 dollari al barile. Male anche il petrolio, le cui quotazioni hanno perso giovedì l’8,2% a 36,34 dollari al barile.
Una frenata dettata forse dalla preoccupazione per una seconda ondata di contagi e dalle stime poco rassicuranti arrivate da questa e dall’altra parte dell’Oceano.
Rimbalzo insostenibile? Anche se alcuni analisti temono che dietro il crollo si nasconda in realtà una eccessiva ripresa dei corsi azionari negli ultimi tre mesi: “il violento stop del 6% delle Borse europee nella settimana solleva preoccupazioni rispetto al fatto che il rally di oltre il 30% segnato da metà marzo si riveli insostenibile a fronte di uno scenario dell’economia ancora debole – osservano gli analisti di Bank of America sottolineando che i fattori portanti a favore di un andamento positivo dei listini restano intatti: la diffusione del virus in Europa sta svanendo e i governi stanno togliendo progressivamente le misure di precauzione, le attività stanno ripartendo; inoltre anche il rischio di una seconda ondata negli Usa che porti alla chiusura delle attività sembra essere basso”.
Brillano le big tech. In una settimana non particolarmente entusiasmante merita una segnalazione positiva la performance dell’indice Nasdaq, che mercoledì ha chiuso per la prima volta nella sua storia sopra i 10 mila punti, con titoli come Amazon e Apple ai massimi.
I market movers della settimana
La settimana si apre con i numeri della produzione industriale annuale in Cina, mentre martedì gli occhi dei mercati saranno puntati sul Paese del Sol Levante, con la Bank of Japan che comunicherà le decisioni di politica monetaria.
Sempre martedì, da segnalare la rilevazione Zew sul sentiment dell’economia tedesca, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti e le richieste di sussidi di disoccupazione in Gran Bretagna.
Mercoledì arrivano i numeri sull’inflazione nella zona euro e le scorte di petrolio negli Stati Uniti, mentre sul finire della settimana attenzione alle decisioni della BoE sui tassi di interesse e, da Oltreoceano, all’indice di produzione della Fed di Filadelfia a giugno.