Carissimi lettori e lettrici, nelle scorse settimane ci avete scritto in tanti per chiedere chiarimenti e delucidazioni sull’acquisto e la tassazione degli ETF, tema di cui ci siamo occupati anche nei mesi scorsi.
Purtroppo, da febbraio c’è una certa situazione pandemica in corso che ci ha tenuto – e ci sta tenendo – molto vigili e occupati, quindi sorry se ci abbiamo messo un po’ a prendere in carico i vostri quesiti.
Speriamo di farci perdonare con questo post: in sostanza, abbiamo fatto una sintesi delle domande che ci sono arrivate e le abbiamo girate a Giancarlo Sandrin, responsabile per l’Italia di LGIM1. Di seguito, le sue risposte.
Quali sono i limiti geografici all’acquisto di un ETF da parte di un investitore residente in Europa?
“Gli investitori sono liberi di acquistare qualsiasi tipo di ETF armonizzato e non. Ricordiamo al contempo che anche alcuni ETF quotati in Svizzera potrebbero non essere armonizzati. Il limite in realtà è legato agli intermediari che non possono offrire o proporre fondi non armonizzati alla propria clientela. Gli intermediari che avessero bloccato la possibilità di acquisto dovrebbero comunque consentire al cliente l’eventuale disinvestimento.”
Oggi quanto è possibile comprare ETF non armonizzati?
“La clientela retail in via autonoma può comprarli dai broker italiani che lo consentono, salvo il fatto di dover poi dichiarare i capital gain in sede di dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che se si utilizzano broker stranieri aprendo conti stranieri i titoli dovranno poi essere portati in dichiarazione. In entrambi i casi, è consigliabile consultare un consulente fiscale per non incorrere in errori.”
Se un ETF è composto da azioni non italiane, come avviene la tassazione dei dividendi? Si applica la tassazione del Paese di origine più quella italiana?
“La tassazione dei dividendi percepiti dall’ETF – ma questo vale anche per tutti i fondi d’investimento – dipende dal domicilio dell’ETF (in genere Irlanda o Lussemburgo), in particolare dagli accordi di tassazione tra il Paese di domicilio del fondo e quello in cui le azioni che pagano dividendo sono domiciliate. Per esempio, un ETF domiciliato in Irlanda paga il 15% di witholding tax sui dividendi da azioni americane. Un ETF lussemburghese paga invece il 30%. C’è poi la tassazione dei dividendi pagati dall’ETF: in questo caso dipende dalla residenza e dalla tipologia dell’investitore. In Italia, il 26% come reddito da capitale. Pertanto, per alcuni investitori potrebbe aver senso preferire ETF ad accumulazione in modo da ottimizzare l’effetto finale.”
1 – Giancarlo Sandrin, CFA, Italy Country Head, Wholesale & Retail, LGIM Managers (Europe) Limited. Al solito, le informazioni utili sono merito dell’intervistato, mentre le eventuali imprecisioni sono imputabili all’autrice. La redazione resta a disposizione, come sempre, per eventuali segnalazioni e chiarimenti.
Giuseppe / Maggio 5, 2020
Buon giorno, tutti i vostri ETF ed ETC che suggerite nei vostri portafogli sono con fiscalita armonizzata ?
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