I fatti salienti della settimana
Taglio a sorpresa. L’agenzia di rating Fitch ha ridotto il giudizio sull’affidabilità del debito pubblico italiano a BBB-, un solo gradino sopra il livello “junk”, spazzatura. L’outlook invece, è stabile. “Il downgrade riflette il significativo impatto del coronavirus sull’economia italiana e sulla posizione di bilancio”, scrive l’agenzia. L’outlook stabile riflette invece l’idea che gli acquisti della Bce faciliteranno la risposta dell’Italia alla pandemia e allenteranno i rischi di rifinanziamento. La decisione di Fitch arriva pochi giorni dopo il giudizio di Standard & Poor’s che invece ha lasciato invariato il rating dell’Italia a BBB, mantenendo l’outlook negativo.
Fase 2, ci siamo! Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato l’atteso Dcpm che regola la “fase 2”, quella della convivenza con il coronavirus. Le misure, che entreranno in vigore lunedì 4 maggio, non rimuovono completamente le restrizioni sugli spostamenti: ci si potrà muovere, ma solo all’interno della propria regione e con tanto di autocertificazione (e mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi). Rispetto alla “Fase 1”, sarà consentito far visita ai parenti, ma non si potrà ancora andare nelle seconde case.
Lato business, il 4 maggio potranno ripartire gran parte delle attività industriali, costruzioni e commercio all’ingrosso, mentre negozi, musei e mostre riapriranno il 18 maggio e, solo dal 1° giugno, tireranno su le saracinesche bar, ristoranti e centri estetici. Resta comunque la raccomandazione a privilegiare lo smart working, ove possibile.
Come previsto dunque, non si tratta di un “liberi tutti”: “Il rischio di contagio di ritorno o riesplosione dei focolai è molto concreto ed è la ragione che ci spinge ad adottare sì un allentamento delle misure ma con prudenza”, ha spiegato Conte.
Ricadute economiche. Il 24 aprile è stato approvato il Def 2020 (documento di economia e finanza), in una versione “light” rispetto ai precedenti proprio a causa dell’emergenza covid-19: gli scenari di previsione sono infatti limitati al periodo 2020-2021 e viene posticipata la presentazione del Programma Nazionale di Riforma. Le stime formulate nel documento indicano per l’Italia un Pil in diminuzione nel 2020 dell’8% e in ripresa nel 2021 del 4,7%. Il deficit è previsto al 10,4% del PIL quest’anno e al 5,7% nel 2021, mentre il debito pubblico salirà al 155,7% del PIL nel 2020 e al 152,7% l’anno prossimo.
È ancora in lavorazione invece il “decreto aprile”, su cui però il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha fornito qualche anticipazione: tra le misure previste ci sono la proroga della Naspi per due mesi e indennizzi per colf e badanti. Vedrà la luce anche il “Reddito di emergenza” per tutti quei lavoratori esclusi dagli altri ammortizzatori sociali, mentre i licenziamenti dovrebbero essere congelati per altri due mesi. Gualtieri ha assicurato 6 miliardi all’anno di investimenti fino al 2031 e l’eliminazione di aumenti dell’Iva e delle accise.
Aiuti dall’Europa. Il commissario Europeo Paolo Gentiloni ha fatto sapere che il Recovery Fund europeo “dovrebbe ammontare a 1500 miliardi di euro ed essere disponibile entro metà settembre”.
Oltre l’Italia. Anche gli altri stati europei si stanno preparando per un graduale allentamento del lockdown: la Francia inizierà a riaprire dall’11 maggio, la Spagna pensa a un processo di “normalizzazione” in 4 fasi. In Germania intanto i contagi stanno risalendo dopo le prime riaperture di negozi e scuole. L’Oms avverte: “la pandemia è ancora lontana dall’essere sconfitta”.
Pil europeo in profondo rosso.L’economia dell’Eurozona si è contratta nel primo trimestre 2020 del 3,8% rispetto al trimestre precedente (le attese erano per un calo del 2,7%): è il peggior risultato dall’inizio delle statistiche nel 1995. Il calo rispetto a un anno prima è stato del 3,3%. In Italia, il PIL è crollato del 4,7% su trimestre e del 4,8% su anno, mentre Francia e Spagna hanno accusato cali del 5,8% e del 5,2% su trimestre. E il peggio deve ancora venire, se pensiamo che questi dati sono relativi al periodo gennaio-marzo – e i “lockdown” decisi dai rispettivi governi sono partiti intorno alla metà di marzo.
Ripresa finita negli Usa. Anche il PIL degli Stati Uniti è sceso del 4,8% nel primo trimestre, la prima contrazione da inizio 2014, che mette ufficialmente fine alla più lunga ripresa economica americana iniziata dopo la Grande Recessione del 2008-2009. Il dato è peggiore delle stime degli analisti, che scommettevano su un -4%. Per il secondo trimestre il calo potrebbe raggiungere il 30%.
Banche centrali sotto i riflettori.La Bank of Japan ha tenuto fermi i tassi e ha ampliato lo stimolo all’economia con l’acquisto di nuovi titoli corporate. La Fed da parte sua si è detta “pronta a fare tutto il possibile” per contenere gli effetti della pandemia, assicurando che manterrà i tassi a zero per tutta la durata dell’emergenza.
Qui Francoforte. Ultima ad annunciare le proprie decisioni è stata giovedì la Bce, che ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale fermo a zero, quello sui depositi a -0,50% e quello sui prestiti marginali allo 0,25%. Francoforte ha deciso di tagliare di 50 punti base i tassi d’interesse sul TLTRO3, le maxi-aste di liquidità, per il periodo fra giugno 2020 e giugno 2021. E ha lanciato una nuova serie di operazioni di rifinanziamento per l’emergenza pandemica, chiamate ‘Peltro’ (Pandemic Emergency Longer-Term Refinancing Operations). L’Eurotower ha infine fatto sapere di essere “pronta ad aumentare le dimensioni del Pepp (il programma di acquisto di debito per l’emergenza pandemica) nella misura necessaria per tutto il tempo necessario”.
Come si sono mossi i mercati
I mercati finanziari sembrano essersi scrollati di dosso il momento di panico: dopo il crollo a inizio pandemia, le Borse mondiali si avviano a chiudere il mese di aprile con il rialzo maggiore da 10 anni. A dare speranza ai listini sono diversi fattori: lato aziende, Facebook, Microsoft e Tesla hanno presentato risultati decisamente positivi, mentre le banche centrali stanno mettendo in campo l’artiglieria pesante per sostenere l’economia.
Nonostante un rallentamento sul finire della seduta a causa dei numeri poco rassicuranti sulla crescita, anche questa settimana è stata positiva per i listini europei in generale e per quello milanese in particolare: il Ftse Mib giovedì (ultima seduta della settimana, perché venerdì 1° maggio è festa) ha momentaneamente toccato quota 18.300 punti, sui massimi dal marzo scorso, per poi ritracciare.
Bene anche le borse asiatiche e Wall Street, quest’ultima in territorio positivo nonostante i dati negativi sul PIL del primo trimestre. A sostenere il listino Usa contribuisce l’annuncio della società Gilead Sciences su un nuovo farmaco anti-coronavirus.
Petrolio sull’ottovolante. Il prezzo del petrolio WTI ha vacillato di nuovo lunedì (trascinando giù anche il Brent) con i futures in scadenza a giugno in calo del 25%. Ma le quotazioni hanno poi rialzato la testa verso metà settimana, segnando decisi rialzi in scia agli ultimi dati sulle scorte di greggio, salite meno del previsto. Restano i timori sulla capacità di stoccaggio vicina ai limiti e sulla domanda globale, ma il timido recupero della richiesta di benzina e l’allentamento delle misure restrittive in diversi Paesi sono segnali incoraggianti per gli investitori. Intanto venerdì 1° maggio entrano in vigore i tagli all’estrazione di petrolio concordati dall’OPEC+.
I market movers della settimana
Diverse festività “spezzeranno” la settimana in arrivo sui mercati finanziari globali: lunedì, martedì e mercoledì sarà chiusa la Borsa di Tokyo, venerdì la piazza londinese.
Tra i dati macro degni di nota, dalla Cina è in arrivo a inizio settimana l’indice manifatturiero PMI Caixin, mentre in Gran Bretagna saranno diffusi gli indici PMI composito e direttori degli acquisti, mentre giovedì arriva la decisione della BoE sui tassi di interesse.
Oltreoceano occhio al tasso di disoccupazione in agenda venerdì.