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L’Italia sdogana l’investimento in cannabis

Il 2020 apre le porte all’investimento sulla cannabis (legale) anche in Italia e in Europa. A metà gennaio è stato quotato per la prima volta nel Vecchio Continente un ETF sulla cannabis terapeutica – il Medical Cannabis and Wellness UCITS ETF, emesso dalla canadese Purpose Investments e lanciato attraverso la piattaforma di HANetf – che ha fatto il sui debutto Deutsche Boerse XETRA ed è stato registrato per la distribuzione retail anche in Italia e nel Regno Unito.

Una mossa che per la prima volta permette anche ai piccoli investitori di prendere esposizione su un mercato innovativo e in rapida espansione come quello della cannabis, e di farlo tra l’altro attraverso il formato regolamentato di un ETF conforme alla normativa UCITS.

Nel grafico sottostante riportiamo la performance da avvio del Medical Cannabis and Wellness Equity Index, l’indice di riferimento del nuovo ETF sulla marijuana legale.

 

Cannabis Index | amCharts

 

Ma in quali società s’investe, quando s’investe in cannabis?

Tendenzialmente si tratta di società che operano in qualche punto della filiera della cannabis terapeutica: dai produttori ai fornitori di attrezzature idroponiche, dalle aziende biotech alle imprese di prodotti di largo consumo, quindi si tratta di un universo abbastanza variegato.

Tra le aziende più grandi del settore spicca il colosso canadese Aurora Cannabis, produttore di cannabis legale con otto impianti di produzione autorizzati, cinque licenze di vendita e operazioni in 25 Paesi.

 

Le ragioni di un anno difficile

Lo statunitense ETFMG Alternative Harvest (673 milioni di dollari), il maggiore ETF dedicato alla cannabis, nel 2019 ha perso il 28,5%, mentre l’altro colosso, il canadese Horizons Medical Marijuana Life Sciences ETF, ha lasciato sul terreno il 33,8%.

A frenare gli acquisti ha contribuito in larga parte la Food and Drug Administration americana (FDA), che a novembre ha pubblicato un aggiornamento per i consumatori in cui vengono evidenziati i potenziali rischi dell’uso di prodotti a base di CBD, sostanza chimica non psicoattiva derivata dalla canapa presente in moltissimi prodotti.

Declassificata come marijuana ai sensi della Farm Bill del 2018, il CBD viene usato oggi per scopi terapeutici e non solo. Nel dettaglio, la FDA ha avvertito i consumatori che l’uso del CBD potrebbe causare danni al fegato e ha inviato lettere di avvertimento a 15 aziende per aver venduto illegalmente prodotti CBD.

Tanto per avere un’idea, a seguito della pubblicazione della FDA, Aurora Cannabis ha registrato un calo del suo fatturato del 24% nel terzo trimestre del 2019, rallentando i suoi piani di espansione in Canada e all’estero. E in Borsa il titolo è precipitato di oltre l’80% dai massimi del 2019, trascinando con sé l’intero settore.

 

 

Rischi vs. opportunità

Del resto, chi investe in cannabis si espone a tutta una serie di rischi che si sommano a quelli di un investimento “normale”. Parliamo di rischi economici (in molti casi non c’è ancora alcuna garanzia che le attività delle aziende del settore siano effettivamente redditizie) e rischi politici e legislativi (molti governi devono ancora stabilire un quadro normativo di riferimento), da cui derivano rischi legali (se le leggi cambiano, alcune società potrebbero vedersi costrette a chiudere i battenti). Infine, va considerato il rischio finanziario (leggi bolla speculativa), visti i ritmi di crescita del settore.

Insomma, siamo di fronte a un caso simile a quello dei Bitcoin2? Presto per dirlo: se da un lato è necessario muoversi con prudenza, dall’altro saltare a conclusioni affrettate potrebbe essere un errore. “Quello della cannabis è un settore ancora agli stadi iniziali di un percorso di crescita pluriennale: le opportunità legate all’innovazione e alle nuove scoperte sono ampie”, assicura Som Seif, capo esecutivo di Purpose.

Staremo a vedere. Intanto per chi volesse lanciarsi in un investimento sulla cannabis, la disponibilità in Italia dei primi ETF potrebbe essere una buona opportunità: questi strumenti consentono infatti di mantenere una buona diversificazione, anche se le somme investite sono modeste, e di muoversi nell’ambito di un campo da gioco perfettamente regolamentato.

 



1 – Investire sulla Cannabis: tra speculazione e opportunità
2 – Financial Brief | Bitcoin: una “moneta” tra mito e realtà

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La scrittura è sempre stata la sua passione. Laureata in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione all’Università Bocconi di Milano, è entrata nel mondo del giornalismo nel 2008 con uno stage in Reuters Italia e successivamente ha lavorato per l’agenzia di stampa Adnkronos e per il sito di Milano Finanza, dove ha iniziato a conoscere i meccanismi del web. All’inizio del 2011 è entrata in Blue Financial Communication, dove si è occupata dei contenuti del sito web Bluerating.com e ha scritto per il mensile Bluerating.

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