Il 2019 è stato un anno particolarmente positivo per i bond emergenti e anche il 2020 sembra avere le carte in regola per offrire opportunità interessanti su questa asset class.
Complice l’atteggiamento più accomodante della Federal Reserve americana, nel 2019 le obbligazioni emergenti in valuta forte hanno realizzato ritorni di circa il 12,7% in aggregato (Bloomberg Barclays EM USD Aggregate Total Return Index Value Unhedged, performance registrata dal primo gennaio al 19 dicembre 2019).
E questo nonostante negli ultimi mesi si siano verificate diverse crisi nei Paesi emergenti: basti pensare all’Argentina, all’Ecuador, al Libano, allo Zambia e ovviamente al Venezuela.
Cos’è successo? Facciamo il punto
Le principali banche centrali – Fed, BCE e Bank of Japan – hanno risposto ai segnali di peggioramento della congiuntura economica con un rilancio delle politiche espansive. La Fed in particolare ha operato una plateale inversione di rotta, dall’inasprimento della sua politica monetaria al taglio dei tassi, con l’annuncio di tre riduzioni del costo del denaro nel 2019 (l’ultima a ottobre).
Ciò ha favorito il mercato obbligazionario dei Paesi emergenti, con gli investitori che – visti i tassi bassi nei Paesi sviluppati – sono andati a cercare rendimenti interessanti altrove. Sia per i bond emergenti denominati in valuta forte sia per quelli in valuta locale i rendimenti oggi viaggiano intorno al 5% in media, decisamente di più rispetto alla media del mercato obbligazionario sviluppato, ferma a poco più di mezzo punto percentuale.
Non solo. Il profilo di rischio dei titoli di Stato emergenti risulta migliorato nel corso degli ultimi anni, con un cambiamento nella composizione degli indici grazie a emissioni importanti di Paesi con bilanci robusti – pensiamo al Consiglio di Cooperazione del Golfo, che comprende i principali Paesi produttori di petrolio del Golfo Persico ad eccezione dell’Iran. Le agenzie di rating confermano il quadro positivo segnalando un deterioramento del merito creditizio solo per pochi Paesi.
La crescita e i rischi da monitorare
Quanto alla crescita economica, quella degli Emergenti rimane decisamente più rapida rispetto ai tassi che si vedono nei mercati sviluppati, con il costante rallentamento della Cina che viene controbilanciato dall’accelerazione di altre regioni (per esempio, l’America Latina).
Certo i rischi non mancano, ed è bene tenerne conto. Ecco i principali:
- Guerra commerciale USA-Cina
Le due potenze sembrano avviate verso una risoluzione dei conflitti – il che gioca a favore dei bond emergenti – ma non si possono escludere nuove improvvise escalation di tensione. Va detto che un inasprimento dei toni spingerebbe probabilmente la Federal Reserve a mettere in atto politiche monetarie più accomodanti, attenuando così l’impatto negativo di nuovi dazi. - Rischi geo-politici a livello micro
L’etichetta “Paesi emergenti” è molto ampia e comprende situazioni diverse: occorre procedere con cautela, evitando le zone più “calde” e bilanciando accuratamente il portafoglio. Ci sono infatti Paesi come l’Argentina, la Turchia o il Libano che negli ultimi mesi hanno vissuto fasi di grande incertezza e volatilità.
Insomma, anche se il nuovo anno non dovesse riuscire a eguagliare la performance del suo predecessore, visto che i tassi americani sono già scesi molto, il mercato obbligazionario emergente – con la dovuta selettività – dovrebbe comunque offrire buoni spunti anche per tutto il 2020. Per approfittarne, potrebbe essere interessante inserire in portafoglio prodotti già adeguatamente diversificati al loro interno, come gli ETF1.
Come investire nel reddito fisso emergente?
Non tutti gli Exchange Traded Funds che investono in bond emergenti sono uguali: gli ETF di UBS AM offrono un’esposizione ai bond emergenti, governativi o societari, in valuta forte con l’aggiunta del vincolo di investimento massimo per Paese del 3%, che consente di evitare i rischi di concentrazione, soprattutto nei Paesi più rappresentati nei tradizionali indici che coprono questa classe di investimento.
Nella gamma di UBS non si trovano solamente gli ETF sui bond emergenti in dollari, ma anche in valuta locale. Su Borsa Italiana è possibile investire principalmente in tre strategie, per un totale di cinque ETF quotati.
Vuoi saperne di più?
1 – #ABCFinanza: tutto quello che devi sapere per investire in ETF