Signore e signori, un siparietto di vita quotidiana del risparmiatore: è seduto di fronte all’esperto (a seconda dei casi un promotore, un private banker, l’impiegato del “borsino” della sua banca, o un amico con il pallino della finanza), che ha appena finito di illustragli qualche forma di investimento con un fiume di parole. Il risparmiatore tace, un po’ assonnato. Poi guarda negli occhi l’esperto e alla fine si decide a porgli la fatidica domanda: “Sì, ho capito….maaaa…quanto rende?”.
“Quanto rende?” Domanda frequente che nasce da ragioni comprensibilissime. Ma che purtroppo è spesso fuori luogo. Il motivo è semplice: questa domanda ha una risposta chiara solo se l’investimento ha un risultato certo, del tutto sicuro. Cioè in pochi casi: quando lasciamo i soldi su un conto corrente, oppure effettuiamo un deposito vincolato, oppure investiamo in obbligazioni che terremo, giurin-giuretto, fino alla loro scadenza, senza mai cedere alla tentazione di venderle.
Naturalmente, in tutti questi casi c’è un’ulteriore condizione aggiuntiva: che ci restituiscano i soldi del nostro investimento. Cioè che il debitore non faccia default. E chi può esserne certo? Attualmente anche per molti Stati europei esiste il dubbio che non restituiscano i quattrini presi a prestito con le obbligazioni…(per esempio leggete un po” qua)
In tutte le altre situazioni d’investimento il risultato è incerto. Questa è la dura realtà. Quindi, quando parliamo di fondi, sicav, ETF, ETC, azioni, obbligazioni (senza ricadere nel caso precedente) e qualunque altra forma d’investimento partorita dal variopinto carrozzone della finanza, beh, noi non possiamo sapere esattamente quanto otterremo. E non lo sa nessuno! E” nella natura del rendimento futuro essere incerto. Vedetela così: una specie di lotteria dove a volte si guadagna e altre si perde. Ma dove non è perfettamente noto nemmeno il meccanismo sottostante: cos’è, un gioco di dadi o un’estrazione da un’urna piena di palline? Quando viene stabilito chi vince e chi perde? Pensateci: nessuno sa per certo, ad esempio, se e quando un’azione di un’ottima azienda vedrà salire le quotazioni. Se si scopre un’azienda con ottimi fondamentali e con un prezzo basso, il massimo che si può fare è comprare il titolo, contando sul fatto che prima o poi anche gli altri (il mercato) se ne accorgeranno e lo compreranno, facendone salire le quotazioni.
Quindi rassegniamoci: partecipando a questa strana lotteria dei mercati finanziari, nella migliore delle ipotesi noi avremo giusto un’idea di quanto grande è l’incertezza e di quelli che possono essere i differenti risultati dell’investimento. Cioè, in soldoni, quanto è il rendimento se le cose vanno mediamente bene, quanto se le cose vanno alla grande, quanto se le cose si mettono veramente male (QUESTA è l’informazione più importante, da tenere sempre presente) e via dicendo.
Per farci un’idea del grado di incertezza che circonda gli investimenti, immaginiamo che esista Uburuk il-pazzo-spirito-dei-mercati-finanziari. Uburuk non è in grado di prevedere i mercati, ma ha delle doti speciali. Infatti, oltre ad essere una creatura straordinariamente irascibile, conosce esattamente il meccanismo sottostante i mercati: è al corrente delle regole della lotteria. E quindi, ad esempio, sa (e ci dice) che un certo fondo comune d’investimento, che chiameremo Nirvana Fund, rende mediamente il 6% all’anno ed ha un livello di rischio equilibrato. (Per eventuali tecniconi della finanza, diciamo che ha un rischio, misurato dal VaR annuo al 5% di probabilità, pari a -7.6% e uno Sharpe Ratio annuo pari a 0.50). Attenzione: anche per Uburuk il risultato è incerto, sa solo che in media il risultato sarà quello. Sembra poco ma non lo è: lui è in grado di immaginare precisamente tutte le possibili evoluzioni del suo investimento e valutarle. Grazie a questa sua capacità, per una volta si mostra gentile e ci fa il favore di riportare in un grafico 10 possibili evoluzioni a 12 mesi dell’investimento nel Nirvana Fund. Ecco il grafico:
Sorprendente no? Alcune evoluzioni del fondo comune sono molto buone (intorno al 14% in un anno), altre pessime (-7.5%), altre mediocri. Ma sono tutte ugualmente probabili (credetemi, è così – non voglio tediarvi, ma sono a disposizione per eventuali spiegazioni). Eppure il fondo in questione VERAMENTE è da 6% medio annuo. Il grafico non fa altro che mostrarci le bizze del Caso.
Dato che noi non possediamo i poteri di Uburuk, è facilmente intuibile che come investitori siamo messi molto peggio…tanto per iniziare non sappiamo quanto renderà mediamente un dato fondo, o ETF, o qualsiasi strumento finanziario. Possiamo sì osservare le performance passate, ma questo come abbiamo visto nel grafico precedente può essere abbastanza fuorviante, sebbene abbia una sua utilità. E’ possibile parlare con il gestore, ma persino lui non sa veramente se è davvero bravo oppure no… (anche se, per la Sindrome di Superman, leggi qui, l’80% è convinto di essere un guru).
Insomma, nel mondo reale l’incertezza è per tutti molto più grande di quella mostrata nel grafico.
Naturalmente il livello d’incertezza varia da investimento ad investimento. Fortunatamente, la statistica ci mette a disposizione tanti indicatori che bene o male quantificano l’incertezza di un investimento: sono gli indicatori di rischio. Si tratta di arcane entità dai nomi impenetrabili come VaR, Volatilità, Omega Ratio, Sharpe Ratio (ad elencarli se ne potrebbe riempire una pagina intera, ma mi fermo – prima o poi ne parleremo). Molte banche e intermediari finanziari li mettono a disposizione della clientela. Se ben calcolati, gli indicatori di rischio servono, con l’aiuto di un esperto, magari un consulente finanziario, a capire qualcosa di più dell’incertezza che circonda i nostri investimenti. Proprio come si va dal medico con il risultato dell’analisi del sangue per capire come siamo messi con la salute.
Riguardo la domanda iniziale “Quanto rende?”, tenete presente che ci sono in giro alcuni personaggi (che tipicamente si occupano di vendervi prodotti finanziari) i quali tendono a rispondere a questa domanda snocciolando numeri precisi. Il che, come prima o poi vi spiegherà Zia Mame, tende ad affascinarci e farci perdere lucidità nella scelta degli investimenti. Questi soggetti, che pensano di essere più potenti di Uburuk, vi daranno per certa una performance che è invece incerta. Tipicamente spacciando come rendimento atteso la performance di un periodo passato, ad esempio dell’anno precedente, oppure l’obiettivo dichiarato del fondo comune o della gestione in questione. Insomma, quando si parla di scelte d”investimento e performance future, l’eccesso di sicurezza ci deve insospettire: è segno che stanno per farvi una promessa da marinaio.