Riassunto delle precedenti puntate. Nel post sulla tassazione degli ETF1 abbiamo citato due regimi fiscali. Anzi, tre: amministrato, gestito e dichiarativo. Alcuni lettori e lettrici ci hanno scritto per avere delucidazioni in merito. E noi, oggi, proviamo a darle in maniera il più possibile chiara ed esaustiva, con riferimento agli investimenti in generale e ai soli soggetti residenti in Italia.
Anche questa volta ci hanno fornito il loro prezioso contributo Giuseppe Desiderato e Alessandro Balbo di Vinadio dello Studio BGR2.
Partiamo da un presupposto: per un verso o per l’altro, i redditi sono tassati e le tasse vanno pagate. Quello che cambia, fra un regime e l’altro, è il metodo di calcolo della base imponibile, oltre ai modi e ai tempi di applicazione dell’imposizione fiscale.
E ora passiamo alle differenze.
Viaggio nel regime amministrato
Cominciamo col dire che nel regime amministrato la tassazione avviene al momento del realizzo, ossia quando i singoli strumenti vengono venduti.
Gli adempimenti fiscali sono delegati all’intermediario finanziario, che svolge il ruolo di sostituto di imposta. In quanto tale, fa tutti i calcoli e poi accredita al cliente ciò che ne risulta al netto delle imposte. La tassazione avviene con il sistema dell’imposta sostitutiva: quello che l’investitore va a incassare, quindi, è il capital gain o il dividendo al netto dell’imposta sostitutiva.
E veniamo all’arcano delle plusvalenze e delle minusvalenze: si possono compensare? Ebbene sì, ma solo tra redditi diversi di natura finanziaria e se la plusvalenza si realizza in un momento successivo alla minusvalenza.
Le minusvalenze, infatti, possono essere dedotte dalle eventuali plusvalenze degli anni successivi, fino al quarto, con il risultato di ridurre la base imponibile.
La base imponibile che rimane una volta eliminate le eventuali minusvalenze precedenti viene tassata con l’aliquota del 26%, che si riduce al 12,5% nel caso di plusvalenze su titoli di Stato di Paesi della cosiddetta “white list”.
Se il rapporto soggetto al regime amministrato viene chiuso, l’intermediario rilascia una certificazione delle minusvalenze residue, che potranno andare a compensare le plusvalenze nell’ambito di altri depositi titoli soggetti al regime amministrato e nell’ambito del regime dichiarativo. Sempre entro i quattro anni seguenti.
Tutto sul regime gestito
Nel regime del risparmio gestito, il cliente delega all’intermediario sia la gestione del portafoglio sia, come avviene nell’amministrato, i dovuti adempimenti fiscali.
La differenza sta nel fatto che l’imposta sostitutiva del 26% (12,5% per i titoli di Stato di Paesi “white list”) viene applicata al risultato di gestione maturato durante l’anno solare (ovvero alla differenza fra il valore del patrimonio al termine e all’inizio del periodo preso in considerazione), dedotti i vari costi di gestione.
Se il risultato annuale di gestione è negativo, il relativo ammontare può essere sottratto dagli eventuali risultati di gestione positivi degli anni seguenti, non oltre il quarto, andando quindi a ridurre la base imponibile dell’aliquota del 26% (o 12,5% per i titoli di Stato dei Paesi “white list”), il che vuol dire pagare un’imposta più bassa.
Attenzione: c’è un vantaggio rispetto all’amministrato, e consiste nel poter compensare le eventuali minusvalenze non solo con plusvalenze ma anche con redditi di capitale che confluiscono nel risultato di gestione.
Se il rapporto gestito viene chiuso, l’intermediario rilascia al cliente una certificazione delle eventuali minusvalenze residue, che si possono dedurre dal risultato positivo di un’altra gestione in regime di risparmio gestito o usare per compensare plusvalenze nel regime amministrato o della dichiarazione.
Chiudiamo il cerchio con il dichiarativo
Chi lo sceglie deve assolvere per proprio conto a tutti gli adempimenti fiscali di rito, riportando le plusvalenze e le minusvalenze in dichiarazione dei redditi e i redditi di capitale conseguiti nell’anno fiscale di riferimento.
Il regime dichiarativo implica dunque qualche onere in più, che ovviamente aumenta con la frequenza di operazioni finanziarie effettuate. Richiede insomma un minimo di competenza, oltre che molta attenzione e tanta pazienza.
In questo caso, come si può intuire, il versamento dei proventi da parte dell’intermediario è lordo, perché non c’è l’applicazione delle ritenute d’imposta previste nell’amministrato: quindi, chi opta per il regime della dichiarazione deve ogni anno calcolare e indicare tutto in dichiarazione dei redditi, procedendo poi ai versamenti delle imposte allo Stato.
Se a valle dei conteggi viene fuori una plusvalenza, la si può compensare con le minusvalenze degli anni precedenti o con quelle certificate dagli intermediari finanziari in relazione a un rapporto amministrato o gestito che è stato chiuso.
Se invece emerge una minusvalenza, la si può accantonare per compensare le plusvalenze dei quattro anni seguenti.
Tutto chiaro? Proviamo a riassumere brevemente l’essenza de tre regimi fiscali con l’aiuto della seguente tabella.
Regime amministrato | Regime gestito | Regime dichiarativo |
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Gli adempimenti fiscali sono delegati all’intermediario finanziario | Gli adempimenti fiscali sono delegati all’intermediario finanziario | Chi lo sceglie deve assolvere per proprio conto ai vari adempimenti fiscali |
La tassazione avviene immediatamente e per ogni singola operazione | L’imposta sostitutiva viene applicata al risultato di gestione maturato nell’anno solare, dedotti i vari costi di gestione | Chi opta per questo regime deve indicare tutto in dichiarazione dei redditi, procedendo ai versamenti secondo il calendario fiscale |
Più regimi contemporaneamente? Si può
L’investitore è chiamato a scegliere il regime di riferimento nel momento in cui avvia l’investimento, ma può modificarlo con decorrenza dal primo gennaio dell’anno dopo.
Può ovviamente essere titolare di più rapporti, servendosi di più di un intermediario, e per ogni rapporto può scegliere un diverso regime fiscale (il che vale anche per quelli avviati con lo stesso intermediario).
1 – Qual è il regime fiscale degli ETF?
2 – Studio BGR. Ai due esperti va il merito di tutte le info utili che trovate in questo post. Viceversa, per le eventuali sviste rivolgetevi all’autrice. E inviateci pure segnalazioni e/o richieste di chiarimento o approfondimento, a noi sempre graditissime.
Diego / Luglio 25, 2019
E per i soggetti Residenti all Estero,come funziona.
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Maria Paulucci / Autore / Luglio 26, 2019
Caro Diego,
la domanda è assolutamente pertinente e le anticipo che ce ne occuperemo in un prossimo post, che uscirà tra agosto e settembre.
Continui a seguirci e ci scriva ancora se occorre.
Grazie, un saluto!
Maria
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Maria Paulucci / Autore / Agosto 5, 2019
Caro Michele,
sulla convenienza di un regime rispetto a un altro lasciamo la valutazione all’investitore (fermo restando che, come diciamo alla fine del post, per ogni rapporto può scegliere un regime fiscale e può anche successivamente modificarlo).
In generale, oltre alla tassazione di cui abbiamo parlato, vanno tenuti in considerazione commissioni e oneri relativi alla gestione (e alla consulenza, se come consigliamo sempre si è rivolto a un bravo consulente finanziario), l’eventuale imposta di successione e donazione, l’imposta di bollo sui rendiconti inviati alla clientela. In alcuni casi è prevista la deducibilità: a settembre, dopo la ripresa, torneremo su questi temi con i nostri esperti per fornire un chiarimento più puntuale e aggiornato.
Intanto ci scriva ancora se ha dubbi!
Un saluto e grazie mille,
Maria
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francesco oriano / Novembre 23, 2019
buongiorno dottoressa se passo da un regime amministrato a un regime dichiarativo presso lo stesso intermediario dal 2020 le minusvalenze dei quattro anni precedenti le recupero o le perdo e l intermediario mi deve rilasciare una contabile anche se tengo in essere il rapporto grazie
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Marco De Pascalis / Gennaio 27, 2020
Salve,
scrivo per richiedere informazioni circa i vantaggi e svantaggi fiscali del risparmio gestito individuale e del risparmio amministrato.
Grazie per l’eventuale disponibilità.
Cordialmente,
Marco De Pascalis
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Maria Paulucci / Autore / Gennaio 28, 2020
Gentilissimo,
il nostro post le dà già qualche risposta in merito. Più che di vantaggi e svantaggi, sarebbe corretto parlare di caratteristiche differenti: ognuno opta per l’uno o per l’altro a seconda delle sue esigenze, posto che per ogni rapporto si può scegliere un regime diverso.
Ad ogni modo, lei ci offre lo spunto per un’ulteriore riflessione, cui eventualmente faremo seguire un nuovo post di approfondimento.
Continui a seguirci!
Un saluto, grazie,
Maria
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Giuseppe Torino / Febbraio 14, 2020
Buongiorno, desidero approfondire un aspetto che non mi è molto chiaro. Gradirei appunto sapere se chi possiede un dossier titoli con il regime “Amministrato” deve comunque riportare eventuali plusvalenze maturate nell’anno precedente nella dichiarazione dei redditi. Grazie per eventuali risposte.
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Maria Paulucci / Autore / Febbraio 26, 2020
Buongiorno Giuseppe,
ci abbiamo messo un po’ a rispondere perché, per scrupolo, abbiamo voluto consultare i due esperti che ci hanno dato una mano nella stesura di questo post.
La risposta alla sua domanda è no.
Un saluto e buona giornata,
Maria
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Riccardo Ghirlandi / Aprile 9, 2020
Buonasera, la ringrazio per il contributo preciso e chiaro. Una domanda. Ho un gruzzolo di soldi da parte pronto per essere investito tramite una piattaforma in un portafoglio di soli ETF. Mi chiedevo, come si inquadra la questione del regime fiscale quando si investe tramite una piattaforma online di investimento? Consapevole del trattamento fiscale svantaggioso riservato in Italia agli ETF, c’è un regime fiscale ottimale tra i tre? La ringrazio in anticipo per l’aiuto.
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Maria Paulucci / Autore / Aprile 17, 2020
Buongiorno,
premettendo che è sempre bene chiedere a un commercialista, personalmente noi non conosciamo la piattaforma che lei cita (e che noi omettiamo), ma ci sembra che sia un intermediario regolamentato UE, quindi il trattamento fiscale dovrebbe essere lo stesso di qualsiasi banca o sim italiana. Sui tre regimi fiscali vale quanto detto nei nostri post.
Un saluto!
Maria
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Roberto / Maggio 3, 2020
Salve se una persona fisica registra delle minusvalenze su titoli in regime di risparmio amministrato, puo’ cedere a titolo oneroso tale credito di imposta ad un altro soggetto persona fisica cosi’ che questi possa portare in deduzione tale minusvalenza?
Facciamo un semplice esempio: se il Sig. Rossi compra Telecom a 1000 EUR e la rivende a 400 EUR (e.g. minusvalenza di 600 EUR), puo’ vendere il credito di imposta relativo alla minusvalenza di 600 EUR al Sig. Gialli?
E il Sig. Gialli se invece ha comprato ENI a 400 EUR, che adesso valgono 1000 EUR, potrebbe portare in deduzione la minusvalenza comprata dal Sig. Rossi e vendere successivamente ENI a 1000 EUR per evitare di pagare imposta del 26% su tale capital gain? Grazie mille
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Diana Bin / Maggio 13, 2020
Buongiorno Roberto,
la risposta è no, non è possibile cedere il credito di imposta a un altro soggetto.
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Alberto Galbiati / Settembre 24, 2020
Dott.ssa Maria Paulucci,buongiorno
innanzitutto, sottolineo il Suo valido e Alto operato profuso recato find’ora.
In riferimento al regime ” Amministrato ” :
I proventi vengono tassati in totale anonimato direttamente dall’intermediario e quindi,
non è necessario inserire tali proventi in dichiarazione dei redditi.
In attesa di una Sua gentil conferma di quanto espresso
La ringrazio
Alberto Galbiati
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Maria Paulucci / Autore / Dicembre 3, 2020
Sì, direi che confermo il punto! Ma comunque torneremo sul tema.
Mi scuso se l’ho fatta attendere, sono appena tornata operativa dopo una pausa per motivi familiari.
La ringrazio per i suoi complimenti.
Un saluto e a presto,
Maria
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Rossella / Novembre 15, 2020
Se si hanno rapporti aperti con più intermediari, le minuvalenze possono essere compensate solo con le plusvalenze realizzate presso lo stesso intermediario o anche con quelle che si realizzano nell’ambito del rapporto con un intermediario diverso ?
Ad esempio, se con l’intermediario X realizzo minuvalenze , ma non plusvalenze che realizzo invece con l’intermediario Y , si possono compensare tra loro ?
Grazie
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MAURIZIO CASTALDINI / Dicembre 11, 2020
Buongiorno, intanto grazie per la chiarezza dell’articolo. Vorrei porre un quesito. Se io sono nel dichiarativo, nell’anno 2020 ho fatto operazioni chiuse in minusvalenza, poi a fine anno decido di cambiare regime sul mio deposito e passare in amministrato, le minusvalenze realizzate nel 2020 posso portarmele sul deposito? Oppure sono obbligato a portarle in dichiarazione 2021 perdendo di fatto tutte le possibilità di recupero? GRAZIE 1000 per la vostra risposta.
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Maria Paulucci / Autore / Dicembre 15, 2020
Buongiorno Maurizio!
Grazie per il suo riscontro. Veniamo al suo quesito: nel passato anche recente abbiamo provato a rispondere a domande fiscalmente così “dense”, salvo poi concludere che la cosa migliore, per voi lettori innanzitutto, è consigliarvi di rivolgervi a un esperto della materia. Come del resto facciamo anche noi quando redigiamo post come questo per il nostro blog.
In bocca al lupo e alla prossima!
Maria
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Giovanni / Novembre 26, 2021
Buongiorno vorrei chiedere se in regime dichiarativo si possono compensare tra loro tutte le tipologie di minusvalenze e plusvalenze derivanti da investimenti finanziari come azioni, obbligazioni , ETF, fondi ecc. e se l’aliquota rimane il 26% o si va nella fascia più alta del proprio livello di reddito.
grazie
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Maria Paulucci / Autore / Novembre 29, 2021
Buongiorno!
Grazie innanzitutto per seguirci. Questo post, come altri analoghi, è stato redatto con il supporto di esperti in materia. Solitamente, quindi, consigliamo ai nostri lettori e lettrici di rivolgersi a professionisti di loro fiducia per domande così di dettaglio, in modo da andare tranquilli e a colpo sicuro!
Un saluto e grazie mille!
Maria
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