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“L’effetto San Valentino” che fa girare la testa all’economia

Fidanzati, sposati e accoppiati di tutto il mondo, preparatevi: San Valentino è quasi arrivato. È tempo di scegliere il regalo perfetto per la propria dolce metà. L’amore – e il suono dei registratori di cassa – è nell’aria. Ma qual è l’impatto economico della festa degli innamorati? Come per ogni festività importante, San Valentino è caratterizzato da un boom di vendite che si traduce in un significativo aumento dei consumi. Anche in tempi di recessione.

 

(Money can’t) buy me love

Money can’t buy me love, cantavano i Beatles. Ma sarà proprio così? Come molte feste, riti ed eventi del ventunesimo secolo, il giorno di San Valentino ha perso gran parte del suo simbolismo e del suo significato originario. Le coppie si dividono tra cene di lusso, scatole di cioccolatini e bouquet di fiori, e la pressione psicologica di acquistare un regalo materiale, che possa tradurre l’amore provato in qualcosa di tangibile, è difficile da ignorare.

Lo stiamo notando tutti: i fiorai hanno già iniziato a prenotare centinaia di rose, i ristoranti stanno scegliendo i menù afrodisiaci da proporre alle coppie e i negozi si stanno attrezzando con apposite vetrine all’insegna del rosso. Ma tutto questo ci porta a una riflessione spontanea: San Valentino è un chiaro contributo al nostro Prodotto Interno Lordo (PIL). Quando i consumatori spendono di più, e risparmiano meno il giorno di San Valentino, il nostro PIL ne beneficia.

L'aumento degli acquisti per San Valentino

Amore, cuori e affari

Noi italiani, si sa, siamo un popolo di risparmiatori, e i consumi a volte ne risentono. Ma non a San Valentino. Si potrebbe pensare che in tempi di crisi – ahimè sì, siamo in recessione – gli innamorati italiani tendano a spendere di meno. E invece no. Lo dice l’indagine condotta da Mastercard nel suo Love Index, che ha analizzato le transazioni con carte di credito, debito e prepagate su un arco di tre anni: dall’11 al 14 febbraio, dal 2013 al 2017.

 

 

ll Mastercard Love Index rivela come gli italiani si confermino tra i più romantici d’Europa per volume e numero di transazioni. Dal 2013 le spese per il giorno degli innamorati sono aumentate del 50%, con uno stupefacente boom di acquisti online, saliti a +693%. Un’occasione che sicuramente giova all’economia: secondo una stima effettuata nel 2017 dalla Camera di Commercio di Milano, solo nella metropoli meneghina la spesa per questa ricorrenza si aggira intorno ai 10 milioni di euro.

A trarne giovamento sono state ben 19 mila imprese lombarde, in sostanza più di una su otto (13%). Gli esercizi in questione sono ristoranti (13.969), fiorai (1.957) e gioiellerie (1.919), ma anche istituti di bellezza, agenzie di viaggio e pasticcerie.

La crescita della spesa per San Valentino

“L’effetto San Valentino” sull’economia

Sulla base del pensiero economico keynesiano, le grandi ricorrenze possono avere importanti benefici a breve termine per l’economia, poiché incoraggiano acquisti extra che altrimenti non potrebbero verificarsi. La domanda aggregata dell’economia cresce e genera più attività economica, e questo è un bene per tutti. Ad esempio, le imprese tendono ad assumere più lavoratori per produrre, spedire, stoccare, vendere e pubblicizzare le loro merci. Più spesa significa più attività economica che a sua volta si traduce in più posti di lavoro.

Aumentano le transazioni per San Valentino

Inoltre, il guadagno per i commercianti è nettamente maggiore. Pensiamo alla lezione cardine della legge di equilibrio della domanda e dell’offerta: il prezzo di equilibrio è quello che eguaglia la quantità offerta e la quantità domandata di un bene. Ma basta un forte aumento della domanda per creare un divario tra ciò che i venditori possono offrire e ciò che gli acquirenti vogliono. San Valentino crea esattamente questo: un divario tra la domanda dagli acquirenti e l’offerta fornita dai venditori.

Questa domanda in eccesso significa che il prezzo viene spinto verso l’alto, fino a quando non si creerà un nuovo equilibrio tra domanda e offerta. La quantità di equilibrio è sì superiore a quella di prima, ma questo risultato non è in contrasto con la legge della domanda. Infatti, esso riflette il fatto che “l’equilibrio di San Valentino” si verifica lungo una curva della domanda che è diversa dalla curva della domanda prima o dopo la festa degli innamorati. Questo è “L’effetto di San Valentino”.

 

Un’opportunità per le imprese italiane

Al di là di ogni romanticismo, San Valentino è un vero business e non di meno un’ottima opportunità per le piccole e medie imprese italiane. Si stima infatti che la sola giornata del 14 febbraio determini il 10% del fatturato annuale di un fioraio e un incremento delle vendite pari al 250%. Se infatti in un giorno medio gli acquisti portati a termine sono circa 20, in quello di San Valentino diventano almeno 70.

Questo aiuta sicuramente i commercianti a far quadrare i conti a fine anno. Di questi tempi è una manna dal cielo. Mettiamo quindi da parte il cinismo e pensiamo al giorno degli innamorati come a un’occasione di festa per l’economia tra cioccolatini, fiori e gioielli, come se stessimo attraversando un boom economico senza eguali. Magari.

 


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