Vi sarà capitato di sentir parlare di “investimenti socialmente responsabili”, di “impact investing” o di “investimenti ESG”. Tutte queste formule creano un po’ di confusione. E a noi piace la chiarezza, quindi chiariamo subito tutti questi concetti, che hanno a che fare con il mondo degli investimenti etici.
SRI senza più segreti
Noti anche come “Socially Responsible Investing” (SRI), gli investimenti socialmente responsabili incorporano l’idea di sviluppo sostenibile, pacifico e rispettoso della salute e del benessere di tutti: ne consegue che vengono realizzati applicando una serie di filtri per selezionare titoli di determinate aziende ed escludere, per esempio, il tabacco o le armi.
I criteri ESG spiegati bene
Sono i criteri, cioè i filtri, utilizzati per individuare gli investimenti socialmente responsabili, che altrimenti resterebbero teoria. La sigla “ESG” fa riferimento ai tre cardini della selezione: Environment (ambiente), Social (sociale), Governance (gestione aziendale).
Infine, cos’è l’Impact Investing
Qui siamo un passo oltre: si tratta di cercare attivamente titoli di società o progetti che hanno il potenziale di creare un impatto positivo a livello economico, sociale e ambientale. Anche per l’Impact Investing si utilizzano criteri di tipo ESG per valutare gli investimenti.
I criteri ESG e la selezione dei titoli
Dunque, i criteri ESG sono gli strumenti operativi per attuare investimenti sostenibili o d’impatto.
I criteri ESG influenzano il processo d’investimento essenzialmente in due modi:
Ormai è prassi (discutibile) parlare di “investimenti ESG” per parlare di investimenti attuati grazie all’applicazione di criteri ESG. Questo porta ad un po’ di confusione terminologica, ma ormai per i nostri lettori la questione dovrebbe essere chiara.
I numeri del successo
La massa in gestione dei fondi ESG ha raggiunto i 750 miliardi di dollari. Il successo di tali strumenti non è solo un’espediente di marketing ma è ampiamente incentivata dalla regolamentazione (UN Global Compact). La crescita di tale tema d’investimento è il frutto di una crescente domanda da parte degli investitori, che dovrebbe restare forte anche in futuro, dal momento che la maggior parte delle indagini campionarie confermano che i Millennials sono particolarmente interessati da questi prodotti1. Secondo il CEO di Blackrock, l’asset manager più grande al mondo, la massa di denaro (AuM) da loro gestito secondo criteri ESG dovrebbe passare dagli odierni 25 miliardi ai 400 miliardi di dollari USA nel 20282.
Le performance degli ESG
Investire in società “socialmente sostenibili” penalizza la perfomance? Sembrerebbe di no. È una domanda molto dibattuta e non c’è una risposta inequivocabile in quanto i dati sono ancora pochi e non esiste una definizione universale di criteri ESG.
Tuttavia, l’evidenza empirica mostra come investire in modo socialmente responsabile non penalizzi affatto la performance, almeno per quanto riguarda i titoli azionari.
Abbiamo effettuato recentemente alcune analisi anche noi di AdviseOnly, focalizzandoci sulle azioni: abbiamo confrontato l’indice MSCI World ESG Net Total Return, che rappresenta azioni di tutto il mondo (inclusi alcuni Paesi Emergenti) rispettose dei criteri ESG con l’indice MSCI AC World Daily Net Total Return, che include anch’esso azioni di tutto il mondo, ma senza però fare distinzioni in base a criteri ESG.
Immaginando di investire un dollaro USA sull’indice MSCI World ESG e un altro sul MSCI AC World, dal 2007 ad oggi la differenza tra l’investimento ESG e quello tradizionale, cioè il “premio ESG” si è comportata così: il premio di rendimento cumulato ammonta al 6% circa (e risulta statisticamente significativa secondo il test dei segni e il test di Wilcoxon).
Cosa aspettarsi in futuro?
Domanda lecita: quanto ci possiamo aspettare in più da un investimento ESG in azioni internazionali, ben diversificato?
Sempre utilizzando un po’ di modellizzazione statistica dei dati in questione, abbiamo stimato questa grandezza. Ovvero il valore atteso del premio di rendimento ESG per l’azionario mondiale. Trattandosi di una stima con un margine d’errore, non si ottiene un valore puntuale, ma un’intera gamma di valori: una distribuzione di probabilità, riportata nel grafico seguente3, e che in una decina d’anni ammonta a oltre il 3%.
La presenza di un premio di rendimento positivo associato agli investimenti azionari ESG è rilevata nella maggioranza degli studi e risponde all’idea che aziende ben gestite e dai bilanci solidi, e quindi performance buone nel medio-lungo periodo, tendono a gestire molto bene i rischi associati naturalmente ad alti punteggi ESG.
Il trend dell’azionario dovrebbe continuare ed estendersi ad altre asset class. Certo, nel mondo obbligazionario gli investimenti secondo criteri ESG non hanno i numeri dell’azionario – ma le prospettive sono positive.
Infatti, in occasione degli ultimi accordi di Parigi sul clima, è stata dichiarata la volontà di aumentare le emissioni di bond ESG fino all’1% del totale entro il 2020, equivalenti a circa 970 miliardi di dollari sul mercato entro i prossimi due anni. L’espansione di questo prosegue.
1 – Impact Investing: At a Tipping Point? – Fonte: Fidelity
2 – ESG Investing: too good to be true? – Fonte: Factor Research
3 – La distribuzione di probabilità del premio ESG annuo è stata ottenuta con la tecnica del double-block-bootstrap, simulando tanti possibili investimenti di un anno di durata, stimandone poi la media per ricampionamento, utilizzando dati settimanali di fonte Bloomberg da settembre 2007 ad oggi.