In questo periodo i sali e scendi di mercato mettono a dura prova i nervi degli investitori, specialmente dopo anni in cui gli attivi finanziari salivano senza sosta. Se, poi, guardiamo avanti tra la Brexit, la guerra commerciale Cina – Usa, il rischio Italia e il ciclo economico che si è indebolito, il livello di guardia potrebbe alzarsi ulteriormente.
In questo post ripassiamo i fondamentali per costruirsi un portafoglio difensivo.
Obiettivo e DNA
Quando si parla di un investimento difensivo si fa riferimento ad una soluzione che ha l’obiettivo di ridurre le perdite in contesti di mercato difficili e perciò evitare di essere travolti da un crollo sensibile di mercato. Due precisazioni:
- per ridurre le perdite bisogna essere disposti a rinunciare ad una fetta di guadagni futuri;
- le perdite si riducono ma non si annullano mai.
Un tipico portafoglio difensivo (20% azioni e 80% obbligazioni) avrebbe retto meglio durante le ultime tre crisi rispetto ad un classico portafoglio bilanciato (50% azioni E 50% obbligazioni) o aggressivo (80% azioni e 20% obbligazioni).
Come si fa? Si parte dagli ingredienti
Per costruire un portafoglio difensivo bisogna combinare gli ingredienti adatti alla difesa del patrimonio come ad esempio la liquidità e i titoli obbligazionari a breve termine, metalli preziosi, investimenti azionari di alta qualità di settori o stili difensivi.
E si conclude con la ricetta
Il punto ora è assemblare gli ingredienti. Si può fare sia in modo qualitativo che quantitativo. Se si opta per un approccio qualitativo, generalmente si attribuisce un peso modesto alla componente azionaria, per quanto difensiva sia (spesso tra il 5% e il 20%) e si ripartisce in modo abbastanza equo tra le altre asset class, meno volatili (in fondo, la ricerca quantitativa mostra come un portafoglio “equally weighted” sia un avversario difficilissimo da battere per qualsiasi metodo di portfolio construction).
Se si vuole usare l’armamentario quantitativo ci sono diverse tecniche. Tra le più adatte ci sono:
- quelle che privilegiano i titoli a basso rischio (strategie low-volatility),
- oppure quelle che minimizzano la volatilità (o altre misure di rischio, come downside volatility, max drawdown, expected shortfall), o massimizzano la diversificazione,
- Infine, ci sono quelle che distribuiscono equamente i rischi (risk parity).
Ecco qualche esempio
Per dare sostanza a quello che stiamo dicendo in AdviseOnly, abbiamo costruito tre portafogli difensivi che hanno seguono la filosofia appena esposta.
Euro Tsunami, è un portafoglio costruito per chi ha paura della disgregazione della zona euro ed investe nelle principali classi d’attivo che dovrebbero proteggere nel caso si verificasse lo scenario delineato.
Tattico (rischio basso), è un portafoglio dinamico che privilegia un asset allocation difensiva tenuto conto delle attuali valutazioni di mercato con un orizzonte temporale di medio termine.
Tempo stabile, è un portafoglio che ha un DNA quantitativo perché alterna un’asset allocation difensiva ed una aggressiva in base alla pressione dei mercati finanziari misura dal Barometro del Rischio. L’asset allocation difensiva investe, prevalentemente in liquidità, oro, titoli obbligazionari governativi con un elevato rating, e azioni difensive.
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