I fatti salienti della settimana
Ed ecco la nota di aggiornamento al DEF. Giovedì 4 ottobre, a una settimana esatta dalla riunione del Consiglio dei Ministri che l’ha approvata, sul sito del ministero dell’Economia è apparsa la nota di aggiornamento al DEF1. Questi i punti salienti:
- Rapporto deficit/PIL al 2,4% nel 2019, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021
- Stime di crescita del PIL all’1,5% per il 2019, all’1,6% per il 2020 e all’1,4% nel 2021
- Deficit strutturale in aumento e rinvio del pareggio di bilancio strutturale
- Debito pubblico al 126,7% del 2021 (dal 130,9% previsto per quest’anno)
La nota è stata trasmessa alle Camere, che secondo l’attuale calendario dovranno esaminarla e approvarla entro mercoledì 10 ottobre.
Addio NAFTA, ora c’è l’USMCA. Stati Uniti, Canada e Messico hanno raggiunto l’accordo per un nuovo trattato commerciale, che dovrebbe essere ratificato a novembre. Dopo 24 anni, il NAFTA va in pensione e al suo posto subentra lo US-Mexico-Canada Agreement, o USMCA, che copre un’area in cui gli scambi annui superano i mille miliardi di dollari.
USA-Cina, si fa sul serio. Ancora tensioni invece tra Cina e Stati Uniti dopo che la marina cinese ha scacciato un cacciatorpediniere americano dalle acque vicino alle isole del Mar Cinese Meridionale (stando al resoconto della Cina sull’incidente). Si parla di un possibile incontro tra il presidente Trump e Xi Jinping al G20 di dicembre a Buenos Aires, ma ci si domanda se ci sarà qualche progresso nelle trattative tra ora e allora.
La guerra commerciale pesa sui PMI. Il PMI ufficiale manifatturiero e quello rilevato da Markit confermano in Cina l’impatto della guerra commerciale con gli Stati Uniti. Lo stesso fa l’ISM manufacturing USA di settembre, che porta in superficie una certa apprensione da parte delle aziende. Debolezza anche nell’Eurozona, dove si segnala la positiva dinamica del settore dei servizi, trainato dalla domanda interna.
Grafico della settimana
Eccesso di ottimismo? Lo abbiamo detto: la tanto attesa nota di aggiornamento al DEF è arrivata. Deficit atteso in calo nel prossimo triennio e PIL previsto invece in crescita, oltre le stime precedenti e meglio di quelle rilasciate dalle principali istituzioni. “I tassi di crescita sono ambiziosi, ma non irrealistici”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Tuttavia, i dubbi rimangono, anche in virtù di una crescita economica che a livello globale appare in rallentamento.
Come si sono mossi i mercati
Gli screzi tra Europa e Italia pesano sulle Borse. La settimana è iniziata sulle buone note dell’accordo commerciale USA-Messico-Canada. Il braccio di ferro Stati Uniti-Cina non ha invece sortito effetti particolari, anche perché Shanghai è rimasta chiusa tutta la settimana per festività. Il Nikkei ha segnato il record dal 1991, nonostante i dati sulla fiducia delle aziende giapponesi, in particolare quelle manifatturiere (ancora effetto dazi). Europa e Italia hanno risentito della “dialettica” sui conti pubblici italiani, cui hanno pagato pegno soprattutto i titoli bancari.
Lo spread rivede quota 300. E proprio in scia al confronto-scontro sui numeri della nota di aggiornamento al DEF lo spread BTP-Bund in settimana ha toccato nuovamente i 300 punti base, ripiegando prima del week end. Da segnalare che il rendimento del decennale USA in settimana ha raggiunto il livello più alto dal 2011, offrendo un rendimento del 3,2%.
Ancora sotto pressione le divise emergenti. La Reserve Bank of India ha lasciato invariato il tasso di interesse principale, malgrado i timori di un’accelerazione dell’inflazione per l’effetto combinato del deprezzamento della rupia e dell’aumento dei prezzi del petrolio. Tasso repo confermato al 6,5%, dopo gli aumenti di 25 punti base di giugno e agosto che non sono serviti ad arrestare il calo della rupia sul dollaro.
Quotazioni in ascesa. Petrolio ai massimi da quasi quattro anni, stante il rallentamento delle perforazioni da parte degli Stati Uniti e il calo delle forniture da Iran e Venezuela.
In agenda
Di seguito, alcuni dei principali appuntamenti e dati macroeconomici della prossima settimana (fonte: Bloomberg).
Stati Uniti – Domineranno la settimana, fra gli altri temi, l’indice dei prezzi alla produzione (10 ottobre), quello dei prezzi al consumo (11 ottobre), il sentiment dell’Università del Michigan (12 ottobre) e la dichiarazione mensile sul bilancio. Un occhio di riguardo, visti i recenti massimi del petrolio dal novembre 2014, alle scorte di petrolio greggio.
Cina – Attesi aggiornamenti sulla bilancia commerciale, sulla variazione annuale dell’import e delle esportazioni e sul PMI composito e servizi rilevato da Caixin.
Europa – Focus sulla produzione industriale e sulla fiducia degli investitori (Sentix). In settimana, la BCE pubblicherà le minute dell’ultima riunione di politica monetaria.
Gran Bretagna – Anche qui al centro dell’attenzione ci sarà la produzione industriale, oltre a quella manifatturiera (10 ottobre). Atteso anche l’aggiornamento sulla bilancia commerciale.
1 – Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018, fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze