Nel 2003, un anno dopo lo stop al corso legale delle valute nazionali nei Paesi dell’area dell’euro, a Rieti, capoluogo della provincia in cui chi vi scrive è nata e cresciuta – fu inaugurato il Monumento alla Lira. Un tributo non a un eroe caduto o a un acuto statista, ma a uno strumento di pagamento. Il monumento, realizzato fondendo un bel bottino di 200 lire, rappresenta l’Italia che regge tra le mani alzate una grande moneta da una lira e indossa una fascia sulla quale si legge “L’Italia per la Lira”.
In un momento storico in cui le valute dei Paesi più fragili vanno a picco – avete presente Venezuela, Argentina, Turchia? – e nell’eurozona aumentano la visibilità e la portata di chi invoca un ritorno alle valute nazionali (quando non addirittura cittadine: avete presente Napoli?), ci chiediamo: qual è il vero senso della moneta, a cosa serve, che funzione ha?
Primo passo: una definizione
Senza fare tutta la storia, cosa che ci porterebbe troppo lontano, ci limitiamo a dire che la moneta è:
- un’unità di conto, ossia ha la funzione di misura di valore;
- uno strumento di pagamento, cioè funziona come mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi;
- una riserva di valore: ciò vale in particolare per le cosiddette “valute forti”, ossia quelle in corso nelle economie ritenute più solide (per esempio, dollaro USA e yen), che presentano una maggiore stabilità nel tempo.
La natura della moneta
L’inesorabile trascorrere del tempo ha cambiato la natura della moneta1. In una prima fase, essa ha assunto la forma di moneta-merce, e un esempio di ciò sono le monete d’oro. Successivamente, la moneta-merce è stata sostituita dalla moneta rappresentativa: il valore nominale delle banconote, quello cioè che vi era sopra riportato, è stato a lungo garantito da una certa quantità di oro o argento.
Dall’agosto del 1971 in poi, la moneta ha cambiato definitivamente pelle e si è trasformata in moneta fiduciaria. In pratica, oggi le economie si basano su un tipo di moneta che ha corso legale ed è emessa da una banca centrale, non ha valore intrinseco in quanto non è più convertibile in una certa quantità di oro (o di argento) e viene accettata come strumento di pagamento fintanto che gli operatori confidano nella capacità della banca centrale di fare il suo dovere, ovvero mantenere il valore della moneta stabile nel tempo.
La creazione della moneta
E veniamo al nocciolo della questione. La gestione della moneta è affidata ad autorità indipendenti, le banche centrali appunto, che hanno il compito di governarla contrastando eccessivi e pericolosi rialzi dell’inflazione (ciò non vale per le monete virtuali che si sono diffuse negli ultimi anni e che, secondo chi vi investe, trarrebbero la loro forza dalla validazione diffusa della rete dei loro utilizzatori, ma questo è un altro discorso). Vi abbiamo già illustrato il ruolo delle banche centrali e come si stampa moneta nel 21esimo secolo. Quindi qui facciamo solo un veloce recap.
Le banconote e le monetine che tintinnano nei nostri portafogli rappresentano solo il 9,5% di quello che la Banca Centrale Europea considera moneta (e che rientra nei grandi aggregati monetari M1, M2 e M3 di cui vi sarà capitato di sentir parlare). Oggi la moneta è in larga parte costituita da depositi, categoria nella quale i depositi a vista – quelli cioè immediatamente convertibili in contante – costituiscono la parte più cospicua.
I depositi vengono custoditi dalle banche commerciali (quelle cioè retail, al dettaglio, che si rivolgono a famiglie e piccole imprese), per le quali essi rappresentano un debito, un passivo: ne usano una parte come riserva e ne conservano il resto in liquidità (per esempio, per i nostri prelievi al bancomat).
Una delle attività più importanti delle banche commerciali è l’erogazione del credito. Il tutto si gioca a livello contabile: quando la banca dà l’ok al prestito, accredita sul conto corrente del richiedente la cifra finanziata (pensiamo a un mutuo, per esempio), dando vita a:
- un debito in capo al richiedente (che quindi diventa debitore) verso la banca;
- un credito nei confronti del debitore nel bilancio della banca.
Insomma, quello che la banca fa è generare un nuovo deposito: così facendo, crea moneta.
In conclusione
Quindi, ricapitolando:
- le banche commerciali creano moneta ogni volta che concedono un prestito;
- la moneta viene “distrutta” quando il debito viene estinto, ossia completamente rimborsato alla banca dal suo debitore.
Intervenendo sul costo del denaro (tassi di interesse), le banche centrali cercano di incentivare gli istituti commerciali a prestare denaro aprendo i rubinetti. Ma, di per sé, le autorità monetarie non creano moneta.
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1 – Cos’è la moneta? Fonte: Banca Centrale Europea