Non ci son dubbi, l’effetto del secondo LTRO (Long Term Refinancing Operation) è dirompente. Parliamo dell’operazione della Banca Centrale Europea che ha immesso ben 530 miliardi di euro nel sistema bancario europeo. Vi avevamo proposto l’argomento già a dicembre 2011, salutando con favore la svolta: “Forse siamo alla fine del tunnel: la BCE dà un segnale forte ai mercati” e poi, ex post, raccontando dei miglioramente che si erano visti: “Waiting for (a new) LTRO“.
L’operazione è stata benefica per il sistema, segnatamente per i titoli di Stato italiani. Le banche nostrane, infatti, hanno partecipato da protagoniste all’asta, accaparrandosi ben 139 miliardi. Il ritorno di fiducia sull’Italia grazie ai due “super Mario” (Monti a Roma e Draghi a Francoforte), soprattutto sul breve termine, comincia a vedersi. Lo spread tra il rendimento dei bond italiani e gli omologhi tedeschi sulla scadenza a 2 anni è sceso a 170 punti base, dopo essere arrivata anche 730 al culmine della crisi, nel novembre 2011. Il rendimento del BTP è, oggi, intorno al 2%.
Ma focalizziamoci sui cugini spagnoli: per la prima volta da luglio 2011 – momento in cui l’Italia entra nell’occhio del ciclone dei Mercati – lo spread tra titoli biennali dei due Paesi torna a nostro favore, intorno ai 37 punti base per essere precisi. Non poco visto che, nella fase più acuta della crisi di fiducia italiana, lo spread era a nostro sfavore di circa 260 punti base!
I rendimenti del BTP a 2 anni sono scesi del 6% circa, un “rally” importante sia nei numeri che nella sostanza. Si è passati da una situazione di “curva dei rendimenti invertita”, cioè rendimenti a lungo termine più bassi di quelli a breve termine (generalmente un presagio di sventure economico-finanziarie) ad una curva dei rendimenti dei BTP dalla forma canonica, con i rendimenti dei BTP che crescono mano a mano che le scadenze si allungano.
Come spesso diciamo su Twitter: #DaiDaiDai!