Negli ultimi 15 anni, il debito emergente è cresciuto in maniera significativa fino a diventare un segmento importante delle opportunità indicizzate: secondo i dati aggiornati al settembre 2017, la capitalizzazione di mercato complessiva è pari a circa 4 mila miliardi di dollari USA, più o meno la metà dei titoli di Stato statunitensi.
Di questi 4 mila miliardi, la quota maggiore è rappresentata dai titoli emessi dai governi locali. A seguire, i titoli sovrani e le obbligazioni corporate.
Considerati i tassi di crescita delle economie emergenti – che restano più alti di quelli dei Paesi sviluppati – e la fase di espansione sincronizzata globale di cui anche queste aree stanno beneficiando, ci sono buoni motivi per ritenere che investire in queste emissioni possa essere una buona scommessa.
Ma attenzione: va fatto con la giusta dose di prudenza.
Perché se da una parte è vero – come sostengono per esempio gli esperti di J.P. Morgan Asset Management – che il debito emergente in valuta locale offre valutazioni interessanti a fronte di quelle più modeste di altre asset class, è anche vero che risultati migliori si possono ottenere accostandosi a questo universo con una adeguata diversificazione, durata e copertura valutaria.
Tre soluzioni per investire nel debito emergente
Per esempio, attraverso gli Exchange Traded Fund (ETF) che replicano questa asset class, i quali da gennaio a settembre dello scorso anno hanno attirato flussi per circa 15,7 miliardi di dollari USA, in crescita rispetto agli anni precedenti.
Proprio per cogliere le opportunità del debito emergente, nel corso del 2016 UBS Asset Management ha lanciato l’UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays USD Emerging Markets Sovereign UCITS ETF (USD) A-dis, che investe generalmente in obbligazioni dei mercati emergenti incluse nel Bloomberg Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped Index.
A seguire, ha varato l’UBS ETF (LU) Bloomberg Barclays USD Emerging Markets Sovereign UCITS ETF (hedged to EUR) A-acc, che investe in obbligazioni emergenti comprese nel Bloomberg Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped Index hedged to EUR.
Il 22 novembre 2017, poi, è avvenuto il debutto dell’UBS ETF (LU) J.P. Morgan USD EM Diversified Bond 1-5 UCITS ETF, il primo ETF in Europa che combina investimenti nelle obbligazioni governative e societarie dei mercati emergenti con una scadenza residua tra 1 e 5 anni. Di recente, UBS Asset Management ne ha quotato la versione EUR Hedged.
[accordion title=”Caratteristiche salienti dell’UBS ETF JPM USD EM Diversified Bond 1-5″]- Il peso massimo assegnato a ogni singolo Paese è del 3%, in modo da ridurre il rischio di concentrazione.
- Escluse le obbligazioni con un ammontare di emissione inferiore ai 500 milioni di dollari USA.
- Escluse le obbligazioni societarie con un rating inferiore a B-.
- Per le obbligazioni sovrane e quasi sovrane non ci sono restrizioni in termini di rating.
- La suddivisione fra corporate e governativi deriva unicamente dalle emissioni nette e dalla valutazione del debito: ci sono dunque Paesi che hanno solamente emissioni governative ammissibili (per esempio, Repubblica Domenicana) e altri che hanno solo corporate bond (esempio, Kazakistan).
- Composizione attuale:
– 61,7% Emerging Markets Bond Index
– 38,3% Corporate Emerging Markets Bond Index.
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Guardare oltre le correzioni
Ora, è vero che all’inizio di febbraio i mercati azionari e obbligazionari di tutto il mondo hanno subito una correzione e che il movimento ha interessato anche gli Emergenti, con ripercussioni sugli ETF che replicano l’asset class. Analizzando però l’andamento degli ETF in valuta forte nelle prime due settimane di febbraio, si evince come in queste fasi la selezione dell’indice sottostante possa fare la differenza in termini di performance.
Per esempio, la nostra scelta di replicare l’indice Barclays USD Emerging Markets Sovereign UCITS ETF 3% cap attraverso l’ETF SBEM IM (con un cap al 3% per Paese) ha consentito di limitare il calo di 50 punti base rispetto al tradizionale JP Morgan EMBI Global Core Index, utilizzato da molti ETF provider.
E risultati ancora diversi si possono ottenere includendo nella selezione anche una componente di corporate bond emergenti e circoscrivendo le scadenze tra l’uno e i cinque anni, ovviamente mantenendo sempre il tetto del 3% per Paese. Per esempio, il differenziale dell’UBS ETF (LU) J.P. Morgan USD EM Diversified Bond 1-5 UCITS ETF (SHEMB IM) rispetto al classico J.P. Morgan Emerging Market Bond Index è stato di 236 punti base.
Giovanni / Febbraio 12, 2019
Salve, attualmente investo in SHEMB, dal factsheet UBS il credito va da AAA a BBB- per il 41,8%, il resto delle obbligazioni sono “others” per il restante 58,2%.. si potrebbe capire cosa c’è dentro??, sono un pò preoccupato, non vorrei fossero “junk bond”..
Grazie.
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UBS ETF Italia / Autore / Febbraio 15, 2019
Gentilissimo,
tutti i bond corporate sotto la B- non sono compresi nell’indice. Sui bond governativi non ci sono restrizioni di rating. Segnaliamo che l’ETF ha un rating Ba1 (Moody’s).
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Giovanni / Febbraio 15, 2019
Grazie della risposta, utile precisazione!
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