La scossa di terremoto d’inizio febbraio non ha causato gravi danni: i mercati azionari stanno recuperando e i tassi d’interesse continuano a risalire la china, senza arrecare troppi traumi a livello aziendale.
Ci è voluto del tempo prima che il costo dei denaro cambiasse direzione, ed ora che il ciclo economico è definitivamente uscito dal torpore del periodo post-crisi e l’inflazione è tornata a sollecitare le fantasie degli analisti (le aspettative d’inflazione sono in crescita), il punto di minimo dei rendimenti obbligazionari dovrebbe essere superato.
Purtroppo, in questa fase intermedia, i portafogli Reddito sono destinati a perdere qualcosa dal punto di vista della protezione del valore reale del capitale investito. Le performance dei portafogli del 2017, ne è la prova: nonostante i buoni rendimenti in termine di tasso cedolare medio, le performance total return sono state negative, principalmente per via della flessione dei prezzi obbligazionari, anche se c’è pure lo zampino del deprezzamento del dollaro.
Ma non è il caso di farne un dramma, almeno per tre ragioni:
- se il vostro obiettivo d’investimento è il reddito, cioè avere un portafoglio income, l’aumento delle cedole non può che farvi piacere;
- con un portafoglio del genere l’obiettivo primario è, appunto il reddito, non la crescita del capitale, che su un orizzonte temporale dovrebbe comunque avvenire (e in effetti, i Sortino Ratio dei portafogli da avvio sono ampiamente positivi, per lo più vicino a 1, valore ottimo), ma resta un obiettivo secondario;
- stiamo comunque parlando di perdite contenute che, con la giusta pazienza possono essere recuperate senza grossi patemi d’animo.
Scenario d’investimento e modifiche di portafoglio
L’aumento della volatilità e la rapidità con cui i mercati sono scesi all’unisono non ci ha spaventato. Probabilmente, la stagione per cui “tutto sale insieme” è finita. Anzi, per via della congiuntura economica e del ciclo di politica monetaria delle banche centrali, oggi quando i mercati scendono, “scendono tutti insieme”.
Guardiamo al lato positivo: si rimette al centro del processo d’investimento il sano principio di puntare alle caratteristiche d’interesse (il reddito, in questo caso), ai fattori di lungo termine, e dunque alla diversificazione dei rischi nel lungo termine, senza prestare troppa attenzione alla volatilità di breve periodo, per lo più ingestibile.
In questi anni non abbiamo mai smesso di ragionare in questi termini, figuriamoci se lo facciamo adesso che bond e azioni hanno smesso di salire nella stessa direzione. Perciò calma e occhi puntati sull’obiettivo: la flessione dei titoli obbligazionari non ci deve distrarre dalla ricerca di rendimento cedolare, il focus principale.
Ed è esattamente ciò che abbiamo fatto. Abbiamo colto la palla balzo, con questo storno di mercato che ha migliorato un po’ le valutazioni di molti asset, per dare una bella rinfrescata strutturale all’asset allocation dei portafogli Reddito, approfittando anche dell’affacciarsi su Borsa Italiana di alcuni ETF molto interessanti.
Il mercato
Pensiamo che il mercato offra ancora delle opportunità e non sia ancora tempo di tirare in remi in barca rifugiandosi in asset ultra-difensivi come liquidità e metalli preziosi. Siamo consci che vi sono possibili rischi sistemici in agguato (a distanza ravvicinata, le elezioni politiche italiane e la catena di eventi negativi che potrebbero scatenare in determinate circostanze). Solo, riteniamo che la probabilità che questi rischi si manifestino sia ragionevolmente bassa.
In termini di valutazioni, crediamo ci sia più valore nel mercato azionario rispetto ai mercati obbligazionari ed per questo che, rispetto all’ultimo aggiornamento, abbiamo aumentato leggermente il peso dell’azionario a discapito dell’obbligazionario (governativo e inflation-linked), ma incrementando, all’interno del mondo a reddito fisso, il peso del credito.
Analizziamo più in dettaglio le variazioni di composizione dei portafogli.
Vi ricordiamo che questi portafogli perseguono una strategia core-satellite: ovvero un nocciolo duro (core), di investimenti, legati strettamente al tema “reddito” e un’anima di natura più tattica (satellite), che setaccia varie opportunità in base alle condizioni di mercato.
Al di là delle specifiche differenze legate ai diversi orizzonti temporali/profili di rischio, con l’ultimo aggiornamento il core dei portafogli Reddito è composto da:
- il tema Global Dividend, per via dei dividendi ancora assai interessanti (3,6% annuo);
- l’investimento in Global Sovereign, asset class obbligazionaria molto ampia, probabilmente priva di grandi prospettive di capital gain, ma che offre diversificazione, riducendo il downside risk e pagando comunque cedole che contribuiscono positivamente al risultato finale.
Vediamo ora la componente tattica del portafoglio, il satellite. Qui l’idea è di innalzare un po’ il rendimento cedolare, prendendo qualche rischio controllato, ben diversificato (quindi mantenendo una linea di difesa del capitale). Ci siamo quindi focalizzati su segmenti di mercato con valutazioni accettabili – cosa non facile di questi tempi – e buona redditività:
- obbligazioni governative e corporate dei Paesi Emergenti, dall’ottimo profilo rendimento/valutazioni;
- obbligazioni Corporate USA ad alto rendimento;
- azioni Australia, dall’ottimo dividend yield;
- azionario sub-settoriale legato alle infrastrutture del settore energetico, a livello globale; si tratta di un’asset class che, oltre ad offrire degli eccellenti dividendi, dovrebbe anche beneficare del recupero dei prezzi dell’energia.
Ancora una cosa: nell’ultimo anno, l’offerta di ETF su Borsa Italiana si è ampliata sensibilmente, sicché abbiamo fatto anche qualche cambio di natura meramente operativa, con strumenti che riflettono maggiormente il tipo di investimento che intendiamo farvi fare (il cambio dell’ETF legato all’inflazione e l’ETF Governativo globale di SPDR vanno letti in quest’ottica).