Lo sapremo presto… ciurma, non prendiamoci in giro: la Grecia è già fallita. Quando si parla di ristrutturazione e “haircut” al 70%, si sta parlando di un fallimento bello e buono. Forse non lo sarà a livello giuridico (hanno fatto numeri da circo per evitarlo), ma la sostanza è quella. Perciò l’unica domanda legittima è: la Grecia resterà nell’Euro oppure no?
Papademos ha ottenuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri sul pacchetto di misure necessarie a garantire il secondo giro di aiuti finanziari. Il conseguente voto del Parlamento greco è, perciò, un voto sull’appartenenza all’Euro. Se decidono di restarci, si tira avanti ancora un po’ (ma è il segreto di Pulcinella che, anche con questi aiuti, la Grecia avrà ancora problemi di conti e solvibilità), l’umore dei mercati finanziari migliorerà e l’attenzione della Troika (Banca centrale europea, Commissione europea e Fondo monetario internazionale) si sposterà sempre più sul Portogallo.
Tuttavia, il Parlamento greco potrebbe decidere diversamente. I greci sono in recessione da anni, hanno comunque davanti anni di recessione, disoccupazione e sfighe bibliche: la tentazione popolare di uscire dalle grinfie della Merkel può essere forte. Comprensibile.
Quindi, cosa ci dobbiamo aspettare se la Grecia decide di uscire dall’Euro?
Non bisogna essere un genio della lampada per immaginare che non ne verrebbe nulla di buono: dopo settimane in cui i mercati scontano una soluzione positiva della Grecia, nell’immediato sarebbe più che probabile una generalizzata discesa dei valori e una risalita dei vari spread.
Ma quanto sarebbe grave la discesa? Una correzione o il panico puro?
Questo è difficile dirlo. L’uscita dell’Euro della Grecia oggi sarebbe meno dannosa rispetto a un anno fa: banche e operatori finanziari hanno avuto il tempo di alleggerirsi e prepararsi. Inoltre i fondi disponibili per aiutare altri Paesi in crisi contagiati sono stati potenziati sensibilmente, il sistema bancario ha liquidità a sufficienza: e questi sono fatti che limiterebbero i danni da ricaduta radioattiva.
Va anche detto che la comunità economica e finanziaria ha una certa abilità nel sottovalutare l’impatto degli eventi sgraditi (la lezione di Lehman è vicina). Con un livello di interconnessione tra gli operatori finanziari elevatissimo e complesso (leggete qui il post di Raffaele Zenti) è davvero difficile dire quanto grave sarebbe il contagio. È legittimo essere prudenti, che ne dite?
Certo è che un’eventuale uscita della Grecia dall’Euro sarebbe certamente il sigillo del fallimento della politica tedesca, tutta rigore e niente crescita (e senso pratico), che ha caratterizzato la leadership di gestione della crisi dell’Eurozona.
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