Gli italiani non hanno gradito il salvataggio delle banche venete: il 71% è contrari e solo il 3% favorevole alla manovra. Intanto l’Italia dice ufficialmente addio al libretto al portatore.
Quali sono stati i fatti salienti della settimana?
- Addio libretti al portatore. È finita l’era dei tanto amati libretti al portatore, il metodo preferito dai nonni per regalare denaro ai nipoti. Dietro la decisione di sospendere lo strumento finanziario ci sarebbe lo zampino dell’antiriciclaggio.
- L’Italia resta sola. Nonostante le richieste di aiuto per la questione migranti, i Paesi europei non sembrano intenzionati a venire incontro all’esigenza italiana. Una situazione sempre più d’emergenza, visto che dall’inizio dell’anno le persone arrivate in Italia sono state circa 85 mila.
- Un anno dopo. A un anno dalla Brexit, si tirano le somme: la più sconfitta è la sterlina, mentre l’inflazione sale al 3%.
- Ultimatum scaduto. Nessuna risposta dal Qatar dopo l’ultimatum dato dai Paesi del Golfo, che chiedevano anche la chiusura di Al Jazeera e delle relazioni con l’Iran. I Paesi del Golfo, quindi, continueranno l’embargo, tagliando ogni comunicazione.
- Primati italiani. L’Italia, con circa 3 milioni e mezzo di tonnellate prodotte nel 2016, si conferma il primo Paese produttore di pasta al mondo.
- Arrivano due nuovi contratti. L’INPS ha introdotto due nuove forme di contratto per il lavoro occasionale: il “libretto famiglia” e il “contratto di prestazione occasionale”.
- Giù in Borsa. Le azioni di Tesla perdono il 10%, segnando il maggior declino in un anno.
- Via al G20. Il vertice del G20 è iniziato oggi ad Amburgo: tra i temi affrontati, occhi puntati sul problema del terrorismo.
- Non siamo d’accordo. Da alcuni dati raccolti da Repubblica, il 71% degli italiani non è contento di come è stato attuato il salvataggio delle banche venete. Il popolo italiano, infatti, pensa che non si sia agito nell’interesse pubblico.
- Ripresa dei consumi? Secondo l’Istat, i consumi sono cresciuti dell’1% rispetto al 2016 e del 2,2% rispetto al 2013.
Grafico della settimana
Come ha preso il web il salvataggio da parte dello Stato di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza? Il 71% è contrario; per il 36% degli intervistati, lo Stato interviene sempre per salvaguardare le banche, il 13% sottolinea come a mettere mani al portafoglio siano sempre i cittadini.
Solo il 3% è stato favorevole al provvedimento, in quanto le motivazioni principali sono stati quelle di evitare maggiori danni al sistema del credito e la tutela per risparmiatori e correntisti.
Come si sono mossi i mercati
Guardando gli indici azionari, la maglia rosa finisce al nostro FTSEMIB, che chiude la settimana con il +2,0% e si porta a +9,2% da inizio anno, ben sopra l’Europa (+5,0%) e gli USA (+7,6%), pare che il mercato italiano abbia bene accettato il salvataggio sulle banche venete, anche se i contribuenti, come abbiamo visto dal grafico della settimana, non sono molto convinti.
Per quanto riguarda i settori, è stata una settimana negativa per tutti salvo che per il settore finanziario (+1,3%), tra le peggiori chiusure segnaliamo il settore delle telecomunicazioni (-1,2%) e utilities (-1,1%). Guardando i settori su un periodo di tempo maggiore (da inizio 2017), le posizioni restano ancora invariate: al primo posto troviamo il settore della tecnologia (+16,2%), al secondo la sanità (+13,6%), all’ultimo l’energetico (-11,9%).
Cambiando asset class, è stata una settimana negativa per tutti i bond con l’Italia che chiude a -0,7%. La risalita dei tassi d’interesse è coincisa con la pubblicazione del minute della BCE: alcuni membri del Board hanno avanzato l’ipotesi di ridurre ulteriormente il QE (da 60 a 40 miliardi di euro). Il rendimento del decennale tedesco (Bund), considerato l’asset privo di rischio per eccellenza, è salito al +0,557 toccando il massimo da gennaio 2016.
È stata una settimana negativa anche per oro e petrolio, che hanno chiuso rispettivamente a -2,1% e -1,4%. L’oro ha dimezzato il guadagno, rispetto a qualche settimana fa, dove si leggeva un +10% da inizio anno. Il petrolio sembra proprio non riuscire a recuperare.
In agenda
Ecco i principali dati macroeconomici che saranno pubblicati nel corso della prossima settimana (fonte: Bloomberg).
Europa – Per L’Europa da comunicare l’uscita dei dati sulla produzione industriale assieme all’indicatore sulla confidenza degli investitori. Per la Francia e la Germania occhi puntati sui dati d’inflazione del mese di giugno. Per l’Italia segnaliamo la produzione industriale e i dati sul debito pubblico.
Regno Unito – Settimana che rivelerà l’importante dato sulla disoccupazione.
USA – Oltreoceano i riflettori sono tutti per il dato sull’inflazione, attesa su base annuale all’1,7%. Da segnalare anche le richieste sui mutui, sentiment economico, produzione industriale e prezzi alla produzione
Giappone – Si attendono i dati sugli aggregati monetari M2 ed M3 assieme alla produzione industriale, ordini delle fabbriche e bilancia commerciale