Investire nell’azionario dei mercati emergenti può essere un ottimo modo per diversificare i rischi del proprio portafoglio, premiando allo stesso tempo l’etica e la sostenibilità delle aziende.
L’etica e la sostenibilità continuano a essere variabili di “peso” nel mondo degli investimenti. Ecco perché UBS, nella sua ampia gamma, si è spinta ulteriormente in questa direzione continuando a offrire nuovi prodotti socialmente responsabili: tra gli ultimi lanci segnaliamo un nuovo ETF legato al segmento azionario dei mercati emergenti.
“…Qui in UBS abbiamo capito che per gli investitori è importante investire in armonia con i propri valori personali senza rinunciare al rendimento…”
Breve outlook dei mercati emergenti
Considerando le dinamiche del mondo attuale – da un lato gli USA alle prese con la nuova amministrazione Trump, dall’altro un’Europa ancora piena d’incertezza e nel mezzo di un vortice politico che potrebbe rafforzarla come distruggerla – i mercati emergenti (EM) offrono una buona opportunità d’investimento. Nel corso del 2016, quest’area è stata poco considerata dagli investitori italiani e globali, ma ultimamente il vento sembra essere cambiato. A conferma di ciò, ecco come si è comportato da inizio anno l’indice MSCI dei mercati emergenti rispetto a quello dei mercati mondiali:
Dal grafico appare chiaro un ritrovato interesse per l’area emergente a partire dal 2017, con un ampliamento del gap tra i due indici in favore degli EM. Ma non è sempre stato così, e vale la pena ricordare quali sono le ragioni che recentemente hanno tenuto gli investitori alla larga da questi Paesi:
- Si pensava che la stretta monetaria della FED avrebbe potuto causare maggioridanni alla valuta e dunque al debito dei mercati emergenti – cosa che fin ora non è avvenuta malgrado due aumenti dei tassi USA.
- Il crollo delle materie prime e l’apprezzamento del dollaro avrebbero potuto sfociare in una nuova crisi finanziaria, che invece non si è verificata.
- Nell’anno corrente la Cina, malgrado le attese, è tornata a crescere mantenendo il target di riferimento fissato dal Governo; stesso discorso per Russia e Brasile.
A conferma di tutto ciò basta pensare che le performance misurate da inizio anno vedono gli EM come migliore asset class, con un trade-off rischio/rendimento piuttosto interessante.
Un benchmark diverso dagli altri
La composizione del nuovo ETF proposto qui in UBS replica l’indice MSCI Emerging Market SRI (MSCI EM SRI), che rispetto all’omonimo ETF non social responsible (MSCI EM) presenta alcune differenze significative di allocazione a livello sia geografico che settoriale. Eccole riassunte in questo grafico:
Si può notare come a livello di allocazione geografica, lo strumento socialmente responsabile (MSCI EM SRI) riduca la sua esposizione verso la Cina compensandola con il Sud Africa e l’India. Le motivazioni di questa scelta sono dettate dal fatto che l’India è uno dei pochi paesi emergenti ad aver reso obbligatoria la cosiddetta Corporate Social Responsibility (CRS) al contrario della Cina. La responsabilità sociale di impresa è una componente della strategia aziandale che prende in esame, al di là degli obiettivi di massimizzazione del profitto, tutti gli aspetti etici, ambientali, sociali e di sostenibilità legati al business.
Lo stesso discorso vale anche per l’allocazione tra settori che nell’ETF SRI vede una riduzione sostanziale del ramo finanziario, compensato da quello informatico. Le ragioni dietro questa scelta sono riconducibili anche in questo caso ai criteri applicati da MSCI per la selezione delle aziende.
Grazie al sostegno di Barclays poi, il mondo degli investimenti sostenibili si è espanso ulteriormente, includendo anche il comparto obbligazionario dopo le novità in campo azionariorecentemente proposte.
UBS dunque permette di investire sull’equity emergente con un taglio socialmente responsabile, grazie al lancio del suo ETF dedicato. Lo strumento ha la caratteristica di offrire un investimento interessante con un occhio alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, in modo da essere allo stesso momento un’alternativa d’investimento, rispettare i più sani principi di diversificazione senza dimenticarsi di investire in aziende che inglobano un modello di business non mirato alla solo massimizzazione dei profitti.