Lungi da noi, che non siamo economisti famosi e titolati, collocarci al livello di Nouriel Roubini esimio professore alla New York University, che ha ricoperto importanti incarichi al Tesoro americano ed è stato parte dello staff di Bill Clinton come esperto economico.
La stragrande fama di Roubini che gli ha fruttato il nomignolo di “Dr. Doom” (letteralmente dott. Sorte o Destino) è legata a quando, nel 2006, davanti ad uno scettico consesso del Fondo Monetario Internazionale ha previsto l’avvento della crisi dei subprime. Da allora ha continuato a veder nero (“Dr. Owl” ovvero dott. Gufo sarebbe stato molto più appropriato!) e a lanciare scenari non proprio ottimistici dal suo blog e dai media da cui viene spesso intervistato.
L’anatema odierno proviene dalle autorevoli pagine del Financial Times e dichiara:
“con il debito pubblico al 120% del prodotto interno lordo, i tassi di interesse reali vicino al 5% e una crescita zero, l”Italia avrebbe bisogno di un avanzo primario del 5% del prodotto interno lordo. Non basterebbe, quindi, il valore attuale vicino allo zero per stabilizzare il suo debito. Presto i tassi reali saranno più elevati e la crescita negativa“.
Roubini spiega inoltre aggiunge:
“l”austerità che la Banca Centrale Europea e la Germania stanno imponendo all”Italia si trasformerà da recessione in depressione“.
L’economista prosegue criticando anche la solidità del governo Monti che:
“è nato ferito e indebolito, con Berlusconi che può staccare la spina in qualsiasi momento“.
E, in un altro passo recita che:
“se anche intervenisse il famoso prestatore di ultima istanza, sia esso la BCE, l’FMI o il Fondo di stabilità poco importa… non basterebbe! All’apparire di un compratore a questi livelli di rendimento, non sembrerebbe vero a tutti i detentori di BTP e simili di scaricarli e verrebbe riversato sul mercato l’intero stock di debito italiano pari a 1.900 mld di euro”.
E sempre secondo l”economista all’Italia seguirebbero presto la Spagna e forse il Belgio.
La soluzione proposta, in sostanza, è quella di attivare una riduzione “facciale” del valore del debito pari al 25% che ci salverebbe da ben peggiori conseguenze. Un “haircut”, insomma.
Noi di Advise Only non condividiamo questa visione non tanto nell’analisi numerica quanto nello spirito dell’articolo, per le seguenti ragioni:
- Ci stupisce che Noriel Roubini pensi che un haircut del 25% del debito italiano consentirebbe di risolvere con una passata di spugna i problemi dell’euro. Crede davvero che la moneta unica possa sopravvivere ad una ristrutturazione del debito di un Paese membro così importante? E il resto del mondo non ne risentirebbe?
- Non ha notato, Roubini, che i dati sul debito e quelli macroeconomici dell’Italia sono pressoché invariati da diversi anni e che l’unica cosa che è cambiata drammaticamente di recente è il costo del debito (vedi “spread”)?
- In molti abbiamo scritto e riscritto che la crisi dell’euro è una gigantesca crisi di fiducia e profezie, come questa in un simile contesto, tendono ad essere “autoavverantesi”!
- Probabilmente a qualche economista, per essere conosciuto al largo pubblico, conviene tenere sempre una posizione estrema – possibilmente pessimistica, più facile da ricordare ai posteri. Vi ricordate di Meredith Withney che scrisse il famoso report su Citibank e sulle banche USA all’alba del default di Lehman?
- Il punto dove dice che tutti venderemmo i nostri BTP agli attuali livelli, se potessimo, mi ha proprio fatto saltare la mosca al naso! I BTP sono ragionevolmente liquidi e se tutti noi fossimo così impazienti di disfarcene, come mai il BTP Day avrebbe avuto tanto successo?
Forse trovare la soluzione giusta alla crisi europea è più materia da politici nazionali ed europei che da economisti ma, a noi, questa analisi proprio non convince.
Se volete sentire un ” altra campana, altri economisti hanno scritto di crisi finanziarie in maniera approfondita e ben documentata. Leggetevi “Questa volta è diverso” di Carmen M. Reinhart e Kenneth S. Rogoff il cui sottotitolo è “Otto secoli di follia finanziaria”, per imparare dalla storia. Questo pezzo è citato nell’articolo della Mosca Impertinente su questo Blog, dove si afferma che, debito o non debito, le crisi avvengono, a parità di condizioni, quando i mercati lo decidono.
Caro Prof. Roubini, se andiamo avanti così la fiducia non la ristabiliremo mai e lei sarà costretto a proporre consulenze a Cinesi e Brasiliani, gli unici che potranno permettersela!