Il sorprendente dato positivo sulla produzione industriale? Tenete a bada l’entusiasmo, potrebbe non esserci nulla da festeggiare.
Tra gli obiettivi fondamentali di questo blog c’è quello di diffondere una decente cultura finanziaria ed economica. Oggi è una situazione perfetta per farlo. O almeno per provarci.
Infatti, è uscito un dato sorprendentemente buono relativo alla produzione industriale italiana in agosto, di gran lunga superiore alle aspettative: + 1,7% la variazione mensile, e +4,1% la variazione tendenziale annua (cioè la variazione rispetto ad agosto 2015), trainata dai beni durevoli.
Numeroni, insomma. Numeroni che si prestano sia ad un utilizzo strumentale da parte del Governo, sia a polemiche da parte delle opposizioni. Del resto, questa è la politica.
E invece bisogna essere critici nell’interpretare, in un senso o nell’altro, dati di questo genere. Anche senza effettuare sottili analisi econometriche, basta un’occhiata al grafico delle variazioni mensili per capire che si tratta verosimilmente di “rumore”, non segnale: in altri termini è un dato volatile, che oscilla molto, in un modo che, da un punto di vista statistico, è assimilabile al caso. Il corollario è che, con ogni probabilità, la prossima lettura sarà estremamente vulnerabile a correzioni al ribasso (e dunque non ci sarà da disperarsi).
Un altro modo per leggere attentamente questo genere di dati consiste nell’incrociarli con altri indicatori: vedete segni di miglioramento diffuso nell’economia italiana? La risposta breve è: NO, la congiuntura dell’eurozona migliora lievemente ma resta debole, e l’Italia è il paziente anemico.
Dunque, mente fredda e critica di fronte a dati del genere.
Un risparmiatore informato è un risparmiatore migliore