Il rumor circola da qualche giorno: Twitter sarebbe in vendita. Nonostante i problemi non manchino, la società suscita grande interesse grazie alla mole di dati e di utenti di cui dispone. Tra i pretendenti ci sarebbero colossi come Disney, Microsoft e Facebook.
C’è un rumor che continua a rimbalzare con insistenza e che riguarda il social network dei ‘cinguettii’… Twitter sarebbe in vendita. La banca d’affari statunitense Goldman Sachs dirigerà l’operazione che, secondo fonti, dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno.
Diversi nomi sono saltati fuori come potenziali acquirenti: alcuni un po’ scontati e rappresentati dai player più conosciuti del settore, come Facebook, Microsoft, Google ed altri un po’ meno noti ai più come per esempio Salesforce. Quest’ultimo è stato l’avversario di Microsoft nella battaglia per la conquista di un altro social network: LinkedIn. Le trattative sono riservate e lo resteranno fino alla data ufficiale di vendita.
Anche Disney tra i pretendenti
È notizia di ieri, 26 settembre, che un altro pretendente si sarebbe aggiunto alla lista dei potenziali acquirenti. Stiamo parlando del gruppo Disney e subito il titolo ha toccato i massimi raggiunti nel dicembre del 2015.
Una relazione in effetti già esiste dal momento che Jack Dorsey, CEO di Twitter, è membro del board di Disney. E la strategia di acquisizione potrebbe avere senso dal momento che il gruppo di Topolino produce contenuti e allo stesso tempo il social network dell’usignolo azzurro vuole assumere un ruolo sempre più rilevante nella distribuzione di questi contenuti.
Il problema di Twitter non è tanto il numero di utenti – stando all’ultima trimestrale pubblicata gli utenti mensili attivi ammontano a più di 300 milioni – quanto piuttosto riuscire a far crescere questo numero e a monetizzarlo. Altri social network come Facebook, Instagram e Snapchat non solo hanno ormai un numero di utenti superiore a Twitter ma continuano a crescere.
Al fine di raggiungere questi obiettivi, la strategia è stata quella di potenziare il servizio di livestreaming; la scorsa estate è stato trasmesso il torneo di Wimbledon, è stato firmato un accordo con la National Football League ed infine, ma non certo per importanza, è stato trasmesso il primo dibattito presidenziale tra Hillary Clinton e Donald Trump. Dal lato suo Disney possiede un ampio catalogo di contenuti, non solo grazie alla proprietà di Star Warrs e della Marvel Studios ma anche grazie ai network ESPN (tv via cavo) e ABC.
Ma Twitter non è priva di problematiche.
Se all’inizio i tassi di crescita del fatturato segnavano cifre da capogiro, grazie soprattutto alla vendita di advertising sulla piattaforma, ora il discorso sembra essere cambiato. Il tasso di crescita della prima voce di conto economico è in calo da ormai 8 trimestri consecutivi ed è al di sotto degli standard per una internet company. Basti pensare ad Alphabet che nell’ultimo trimestre è cresciuta, in termini di fatturato, come Twitter ma ha a bilancio ben 33 volte le revenue del social network sotto esame.
Perchè allora tanto interesse? Semplice: Twitter fa gola ai potenziali acquirenti grazie all’immensa quantità di dati che può avere a disposizione, agli utenti e alla propria capacità, insista in questo social network, di poter essere influente e sempre presente nella politica, nella cultura e nei media.
Secondo le ultime stime degli analisti Bloomberg, utilizzando anche l’ultimo deal Microsoft-Linkedin, Twitter potrebbe valere 16,7 miliardi di dollari escludendo la parte di cassa. Staremo a vedere se il padre di Topolino la spunterà e a che prezzo.