La World Bank si finanzia tramite emissioni obbligazionarie per sostenere diversi progetti nei Paesi in via di sviluppo. Quali sono i rischi e i vantaggi per chi decide di sottoscrivere queste obbligazioni?
Investire in obbligazioni AAA con un occhio al sociale
Investire in progetti socialmente utili con la sicurezza di un’emittente solida. È questa la scommessa della Banca Mondiale (o World Bank), che ha presentato nei giorni scorsi a Milano il suo programma globale di emissioni obbligazionarie volte a finanziare diverse iniziative nei Paesi in via di Sviluppo. Solo in Italia la World Bank – la cui mission è ridurre la povertà e promuovere una prosperità diffusa – ha già collocato quattro titoli di debito quotati sul MOT di Borsa Italiana (BNP Paribas ha agito in qualità di dealer) e si prepara a nuove emissioni di bond anche attraverso il modello “OPV” (Offerta pubblica di vendita), vale a dire tramite un processo di quotazione diretto a Piazza Affari. A livello globale nel 2015 la Banca Mondiale ha emesso obbligazioni sostenibili per un totale di 63 miliardi di dollari.
A spiegare nel dettaglio i progetti a cui vengono destinati i soldi degli investitori è stata Arunma Oteh, vicepresidente e tesoriere della Banca Mondiale (Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo, o BIRS): “In Armenia stiamo lavorando per aumentare il numero di bambini che hanno accesso alla scuola materna, mentre in Cina abbiamo avviato un progetto di eco-farming per trasformare i rifiuti animali in energia: è questo il tipo di attività in cui investono i nostri fondi”.
“Comprare le Obbligazioni per uno Sviluppo Sostenibile della Banca Mondiale significa investire bene e fare del bene: stai investendo in educazione, salute, servizi essenziali e stai cambiando il mondo”
Arunma Oteh, vice presidente e tesoriere della World Bank
Rischi e vantaggi
Ma veniamo al concreto. Quali vantaggi e quali rischi caratterizzano i titoli obbligazionari emessi dalla Banca Mondiale?
Prendiamo come esempio l’ultima emissione (obbligazione Banca Mondiale a tasso misto, scadenza giugno 2026, in dollari USA), il cui periodo di sottoscrizione si è chiuso lo scorso 20 giugno con un totale di 120 milioni di dollari sottoscritti. Si tratta di un bond decennale in “hard currency“, cioè dollari USA per l’appunto, con un tasso cedolare da fisso a variabile: corrisponde una cedola fissa annuale lorda pari al 2,35% il primo anno e, nei 9 successivi, cedole variabili annuali lorde pari al tasso del USD Libor 3 mesi, con un minimo di 0% a un massimo di 2,35%. A scadenza, il 28 giugno 2026, la Banca Mondiale prevede di rimborsare agli investitori il 100% del capitale in dollari statunitensi.
Partiamo dai punti a favore:
- si tratta di un investimento socialmente responsabili
- l’emittente (Banca Mondiale) ha un rating tripla A sia per Moody’s sia per Standard & Poor’s (al 30 maggio 2016), quindi merito di credito altissimo
- questi titoli non sono soggetti al cosiddetto bail-in
- il rendimento di questo bond sovranazionale è tutto sommato interessante, nell’attuale panorama mondiale obbligazionario, visto anche il merito di credito dell’emittente;
- le obbligazioni della Banca Mondiale godono di una tassazione agevolata, con un’imposta sostitutiva del 12,5%
Ora passiamo ai rischi:
- Esiste la possibilità di perdita parziale o totale del capitale in caso di vendita dei titoli prima della scadenza o di insolvenza della Banca Mondiale (questo secondo caso però è davvero molto improbabile)
- L’investimento, denominato in dollari USA, espone al rischio di cambio in caso di conversione in euro di capitale e cedole, cosa normale per un investitore italiano
- Esiste un rischio di liquidità (non c’è garanzia di poter vendere i titoli prima della scadenza, anche se, in condizioni di mercato normali, il market maker si impegna a supportare un mercato secondario)
- Infine si è esposti al rischio relativo al tasso USD Libor, a cui è legato il rendimento cedolare dal secondo anno in poi (ma ricordo che c’è comunque una soglia minima dello 0%, nonché una massima del 2,35%)
Novità in arrivo
Intanto, concluso il collocamento dell’ultima obbligazione, la Banca Mondiale sta già pensando al prossimo passo da muovere sul mercato italiano: in particolare, sta lavorando a nuove emissioni in valuta (si tratterà probabilmente di valute dei Paesi emergenti) che potrebbero essere proposte direttamente su Borsa Italiana tramite un’offerta pubblica di vendita.