Il mese di giugno ha visto nuove quotazioni sul segmento di Etf Plus dedicato ai fondi, ma c’è anche qualche emittente che ha iniziato a delistare i prodotti quotati solo qualche mese prima. A che punto è il mercato?
Il “bollettino” di Etf Plus: nuovi arrivi e qualche delisting
Se luglio si sta rivelando un mese tranquillo, giugno al contrario è stato piuttosto turbolento per il segmento di Borsa italiana dedicato ai fondi comuni di investimento, che ha visto proseguire un trend già rilevato a maggio: alcune emittenti hanno iniziato a delistare i prodotti quotati solo qualche mese prima.
Dopo la chiusura con conseguente ritiro dalla quotazione del fondo Plurima Pairstech Total Return di European and Global Investments e la sospensione di Method Target Selection (Method Investments) – di cui abbiamo già parlato in un post precedente – il mese scorso altre due società hanno annunciato la sospensione dei loro prodotti dalle negoziazioni.
Pensplan sicav ha sospeso a tempo indeterminato a partire dal 13 giugno tutti e sei i suoi sei comparti quotati, che avevano fatto il loro debutto sulla piattaforma di Borsa solo un mese e mezzo prima: motivi tecnici non rendevano possibile l’emissione e il rimborso delle azioni nei tempi richiesti dal mercato Etf Plus, spiega la società trentina, che per risolvere il problema sta lavorando alla modifica del prospetto.
Pochi giorni più tardi, il 27 giugno per la precisione, è arrivata la notizia che anche Eiger Sicav ha chiesto di sospendere a tempo indeterminato le negoziazioni di uno dei sei comparti quotati, Eiger Prestige. Il motivo? Il fondo “non ha raggiunto i requisiti patrimoniali minimi per l’avvio dell’operatività, ed eventuali negoziazioni sarebbero potute risultare svantaggiose per gli investitori, in ragione dei costi parametrati al patrimonio”, spiega la stessa sicav maltese.
Certo, c’è anche chi invece decide di sperimentare il nuovo canale di Borsa e chi addirittura è arrivato al quarto giro di quotazioni. Il 6 giugno scorso Finlabo Investments Sicav ha debittato su Etf Plus con il suo Finlabo Dynamic Equity, mentre Pharus Sicav ne ha quotati altri due il 13 giugno – Pharus Marzotto Active Bond e Pharus Marzotto Active Diversified – arrivando a un totale di 16 fondi disponibili a Piazza Affari – e anche European and Global Investments ha quotato altri tre Oicr: Plurima Gamma Absolute Fund, Plurima Wave Global Star Return Fund e Jrc Global Fx Absolute Return Fund.
A che punto è il mercato dei fondi quotati?
Al netto del viavai delle ultime settimane comunque, la sensazione che si ha parlando con gli operatori del settore è che il listino EtfPlus dedicato ai fondi abbia un ottimo potenziale, ma che stenti ancora a decollare: al 31 maggio 2016, gli asset under management del segmento degli OICR ammontavano a circa 58 milioni di euro (fonte Borsa Italiana). Tra gli ostacoli sul cammino di questo canale c’è sicuramente l’atteggiamento poco collaborativo di alcune banche, che non permettono ai loro clienti di acquistare i fondi quotati.
Inizialmente di certo c’è stata qualche difficoltà tecnica nell’adeguamento dei sistemi, ma a un anno e mezzo dall’avvio del listino dei fondi quotati la scusa non regge più. La verità è che molti istituti di credito ed sgr hanno ormai un modello consolidato, che si basa su stretti rapporti con le reti di distribuzione. E la quotazione dei fondi semplicemente non è nel loro interesse.
Secondo i dati diffusi da Borsa Italiana (che non pretendono di essere esaustivi, ma scattano comunque una fotografia realistica della situazione), al 22 marzo scorso gli intermediari che avevano comunicato di essere operativi sul segmento dei fondi erano solo 12: Banca Finnat Euramerica, Banca Akros, Banca Generali, Banca Profilo, Banca Promos, Directa Sim, Equita Sim, Iccrea Banca – Istituto Centrale Del Credito Cooperativo, Intermonte Sim, Invest Banca, Istituto Centrale Delle Banche Popolari Italiane e Method Investments & Advisory.
Insomma, la struttura c’è, funziona e ha prezzi vantaggiosi. Ma è come un’isola, con ancora pochi, pochissimi mezzi che la collegano alla terra ferma.
marco / Luglio 26, 2016
sono solo piccole banche , che permettono la compravendita dei fondi quotati !
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Raffaele Zenti / Luglio 26, 2016
Le grandi per ora patiscono il conflitto d’interesse con le reti di di distribuzione, sia bancarie che di promotori: i fondi quotati in Borsa hanno carichi commissionali bassi, quindi a parità di fondo performano meglio rispetto alle classi commissionali degli altri canali di vendita (sportelli bancari/private banker/promotori)… La gente si domanderebbe per che cosa sta davvero pagando quelle commissioni, e quello è il tabù. Così, le grandi banche si mettono di traverso ed evitano di vendere fondi quotati, facendo finta che non esistano, così non se ne parla e la gente non li chiede. E invece dovete chiederli, rompere le scatole alla morte.
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