I dati Eurostat evidenziano un forte legame tra occupazione e livello di istruzione. Una questione che meriterebbe una riflessione, soprattutto in Italia.
Dallo scoppio della crisi finanziaria, l’occupazione è il tallone d’Achille di ogni governo, ed è al centro di qualsiasi dibattito politico. Del resto non potrebbe essere altrimenti visto che i livelli di occupazione pre-crisi rimangono un miraggio in diversi Paesi europei.
L’istruzione come ammortizzatore sociale
La crisi non ha risparmiato nessuno ma, stando ai dati raccolti dal centro di statistica europea (Eurostat), l’istruzione è rimasta uno dei pochi ammortizzatori sociali ancora in vita.
In quasi tutti i Paesi della zona euro infatti, il calo maggiore dell’occupazione si è registrato tra i lavoratori con il più basso livello d’istruzione, e ancora oggi la fascia di popolazione meno istruita rimane quella più in difficoltà.
Allo stesso tempo, la parte più istruita della popolazione coincide con la fascia che mostra il più alto tasso di occupazione e la minore flessione di occupati dopo il 2008.
E in Italia?
In Italia ci sono più di 2,3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano, un potenziale che il nostro Paese non può permettersi di perdere.