Nei primi tre mesi dell’anno, il PIL della zona euro è cresciuto più delle stime degli analisti. Ma secondo l’indicatore messo a punto da AdviseOnly, la crescita potrebbe rallentare nel secondo trimestre, ma non così tanto da compromettere il target di crescita dell’1,5% per l’intero 2016.
Il PIL della zona euro cresce ben oltre le attese degli economisti e segna un’accelerazione rispetto al primo trimestre: la crescita trimestrale è stata del +0,6% e quella annuale pari a +1,6%. Alla fin fine, le turbolenze di febbraio non hanno influenzato più di tanto la dinamica del PIL.
Considerando l’attuale dato sul PIL, la stima dal mercato per quest’anno, che ruota intorno all’1,5%, è superabile, a meno che la crescita economica deceleri in modo sensibile nel corso dell’anno.
Un indicatore per monitorare tempestivamente l’economia
I dati sul PIL vengono pubblicati con circa un mese di ritardo e con frequenza trimestrale: per monitorare in modo più dinamico la crescita economica sarebbe davvero utile averne una stima quasi in tempo reale. Proprio a questo scopo, facendo leva sulle conoscenze statistiche del team di AdviseOnly, ho messo a punto un indicatore sintetico che sfrutta i dati economici più recenti e rilevanti, disponibili prima dell’uscita del dato ufficiale del PIL, per stimare in anticipo la dinamica mensile dell’economia della zona euro.
Ecco cosa ne viene fuori.
Fare previsioni è un esercizio davvero difficile, specialmente quando si parla di PIL, e ogni modello ha le sue debolezze, delle quali sono ben cosciente, per cui non sopravvaluto la portata dell’indicatore.
Tuttavia questo tipo di elaborazione ci permette di sintetizzare l’insieme di dati economici che abbiamo a disposizione sulla zona euro (come fa per i dati finanziari il Barometro del Rischio) che può essere utile per:
- Avere una fotografia della dinamica del PIL con una frequenza mensile
- Verificare se le stime degli analisti o istituzioni pubbliche sono coerenti con i dati.
Rispetto alle previsioni governative ha il “grande” vantaggio di non essere influenzato dalla politica.
Cosa ci dice l’indicatore sulla dinamica attesa dell’economia?
La stima del PIL fornita dall’indicatore di crescita di AO traccia piuttosto bene la dinamica del PIL annuale della zona euro. Stando agli ultimi dati disponibili, ad aprile c’è stato un leggero peggioramento dell’attività: il tasso di crescita annuale medio per il secondo trimestre 2016, stimato dall’indicatore del PIL di AO è sceso da 2,0% a 1,85%. Come vedete dal grafico precedente, che offre una rappresentazione probabilistica dei possibili valori di crescita del PIL nel secondo trimestre, la situazione è però tutt’altro che certa.
Riassumendo, stando ai dati di aprile, il PIL potrebbe rallentare leggermente nel secondo trimestre, ma non così tanto da compromettere il target di crescita centrale dell’1,5%.
Sulla base di questi dati, sorgono spontanee due domande:
- Cosa farà la BCE se l’economia accelerasse oltre le aspettative?
- Come reagirà l’economia, tenuto conto che tra i mesi di giugno e luglio c’è il referendum sul Brexit, si torna a votare in Spagna e la Grecia ha importanti tranche di debito da rimborsare?
Restiamo in attesa dei dati di maggio.
[accordion title=”Metodo di calcolo”]Come base dati ho utilizzato la produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli indicatori di fiducia dei Paesi della zona euro forniti da Bloomberg. Tutti dati che chiaramente sono collegati al PIL ma che sono presenti con maggiore frequenza e in anticipo rispetto al PIL.
Per prima cosa ho lavorato i dati in modo da renderli numericamente omogenei utilizzando l’escamotage dello z-score. Successivamente ho applicato una tecnica statistica, l’Analisi per Componenti Principali (PCA), che abbiamo già utilizzato per capire meglio la Borsa, estraendo da tali dati il principale fattore latente che li muove, che interpretiamo come “la crescita economica”. Ho poi utilizzato tale variabile, la componente principale n° 1 per costruire l’indicatore grezzo che dovrebbe anticipare la dinamica del PIL.
Infine, ho effettuato una regressione lineare tra tale indicatore (più precisamente la media a tre mesi dell’indicatore grezzo del PIL) ed il tasso di crescita tendenziale annuo del PIL della zona euro. La regressione è risultata significativa ad ogni test, con un livello di confidenza del 95%.
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