Il periodo, lo sappiamo, è tutt’altro che facile per il settore bancario italiano, messo alle strette dall’entrata in vigore del bail-in da una parte e dalle nuove regole per la gestione dei crediti deteriorati dall’altra. Difficile dunque ipotizzare, almeno nel brevissimo termine, una decisa ripartenza del credito bancario per le piccole e medie imprese (PMI), le quali sempre più spesso stanno volgendo lo sguardo a canali alternativi di finanziamento.
Tra questi canali spicca quello dei minibond, ovvero obbligazioni emesse da PMI e sottoscritte da investitori professionali, che di fatto consentono alle imprese meritevoli, e con interessanti prospettive di crescita, di farsi finanziare da soggetti diversi dalle tradizionali banche commerciali.
E in effetti il mercato dei minibond ha visto un significativo sviluppo lo scorso anno. Secondo i dati raccolti da Epic e MinibondItaly all’interno dell’ultimo Barometro Minibond, tra dicembre 2014 e dicembre 2015 le emissioni totali quotate sul segmento ExtraMOT Pro di Borsa Italiana sono state più di 50 (di cui 14 nell’ultimo trimestre) e il mercato è arrivato a valere complessivamente circa 5,5 miliardi di euro. Da segnalare soprattutto l’incremento delle emissioni di taglio inferiore a 50 milioni di euro (12 sulle 14 emissioni del quarto trimestre), che sono cresciute ad un tasso superiore al 60% e che a fine anno valevano circa 1,2 milirardi di euro.
Fonte: minibonditaly.it ed Epic
Nel dettaglio, le regioni del Nord Italia sono state più attive dal punto di vista delle emissioni e – specialmente nell’ultimo trimestre – si è assistito a un incremento dei settori Power & Utilities e Financial Services, in cui sono ricadute 6 emissioni sulle 14 del periodo.
Ma cosa deve fare un risparmiatore per investire in Minibond? Ad esempio un investitore con esperienza e con un buon patrimonio può sottoscrivere un fondo come il Fondo Progetto MiniBond Italia di Zenit SGR, oppure – e questo vale anche per piccoli e medi risparmiatori – scegliere il fondo Zenit Obbligazionario che diversifica i propri investimenti in obbligazioni Corporate inserendo anche una quota di emissioni di piccole società non quotate italiane, ad oggi del 4%. Il Fondo Progetto MiniBond Italia nel corso del 2015 ha investito in 7 emissioni per un controvalore complessivo di circa 13 milioni di euro e ha già anticipato di avere in cantiere nuovi progetti per il prossimo futuro.