Il 2016 non è certo iniziato nel migliore dei modi per le Borse, e Piazza Affari non fa eccezione. Travolto dall’ondata di ribassi proveniente dalla Cina, nella prima seduta dell’anno l’indice FTSE Mib è tornato sotto la soglia dei 21mila punti conquistata in un brilplante 2015, perdendo il 3,2% del suo valore e attestandosi a 20.733,81, la peggiore performance degli ultimi tre mesi e mezzo circa. Non solo: nei giorni successivi le perdite sono proseguite, tanto che ieri in chiusura l’indice milanese segnava -1,14% a quota 20.189 punti.
Andamento dell’indice Ftse Mib dal 30 dicembre 2015 al 7 gennaio 2016. Fonte: Borsa Italiana
E dire che l’andamento di tutto il 2015 ci racconta una storia molto diversa.
Secondo i dati di Borsa Italiana, tra l’ultimo giorno di negoziazioni del 2014 e l’ultimo del 2015 (il 30 dicembre), la Borsa di Milano è salita da 19.011,96 a 21.418,37 punti, portando a casa un guadagno di circa il +13% (12,66%, per la precisione), grazie soprattutto al buon andamento del settore bancario, che ha un peso importante nel listino italiano e che, da solo, ha segnato un incremento del 16,94% nell’anno appena concluso.
Andamento dell’indice Ftse Mib dal 30 dicembre 2014 al 30 dicembre 2015. Fonte: Borsa Italiana
A conti fatti, quella registrata dal FTSE Mib è stata la migliore performance tra i principali listini europei e non solo: gli indici di Londra e Madrid hanno chiuso l’anno addirittura in rosso (-4,42% e -6,26% rispettivamente), mentre Parigi e Francoforte hanno guadagnato il 9,4% e il 9,56%. E anche Wall Street è rimasta indietro, con il Dow Jones che ha chiuso a -0,77%, l’S&P 500 a +0,65% e il Nasdaq a +7,51%.
I migliori e i peggiori dell’anno
Ma chi ha conquistato la maglia rosa e a chi è toccata la maglia nera del 2015 a Piazza Affari?
Il titolo di Piazza Affari che ha messo a segno il guadagno più consistente è stato Italcementi con un +106%, complice soprattutto l’effetto Heidelbergcement: nella sola giornata dell’allineamento del prezzo a quello dell’OPA del colosso tedesco, le azioni della società bergamasca hanno infatti guadagnato il 49,47%. Bene anche Anima Holding (+93,32%) e Yoox-Net a Porter (+86,90%), mentre la prima tra le banche è stata Bpm (+69,61%).
Fanalino di coda tra le big è stata invece Mps, come era accaduto già nel 2014: in un anno il titolo della banca senese ha perso il 35% (dall’esplosione dello scandalo dei derivati a gennaio 2013 a fine 2015 il calo sfiora l’80%). Anche i titoli del settore petrolifero non se la sono passata bene, appesantiti dal crollo del prezzo dell’oro nero: Eni ha perso il 4,8%, Saipem il 14% e Tenaris il 12% circa.
Record di “matricole”
Ma non finisce qui. Il 2015 – segnala Borsa Italiana – ha registrato anche il record di “matricole” dal 2007, con 32 società sbarcate a Piazza Affari nel corso degli ultimi 12 mesi, di cui 27 attraverso IPO (erano state 26 nel 2014).
E il 2016 non sembra voler essere da meno. Il debutto di Ferrari, che ha suonato la campanella il 4 gennaio, potrebbe aprire la strada della quotazione a diverse aziende del Made in Italy: secondo quanto riporta il Sole 24 Ore infatti, starebbero scaldando i motori per lo sbarco a Piazza Affari società del calibro di Valentino e Versace.