Ricorderete che alla vigilia del referendum in Grecia il 5 luglio, la curva dei tassi d’interesse ellenici era invertita? Questo significava che i tassi d’interesse a breve erano più elevati di quelli a lungo termine (si veda la linea azzurra nel grafico).
Vi fornisco qualche numero: in quei giorni il rendimento offerto dalle obbligazioni governative a 3 anni era superiore al 36% mentre quello del decennale era leggermente superiore al 14%.
Allora, la curva dei tassi invertita segnalava timori di default nel breve-medio periodo di un’economia in pesante recessione e a rischio deflazione.
Da quando Mario Draghi, nell’ultima riunione della BCE ha parlato di un riesame del grado di espansione della politica monetaria, la reazione di mercati è stata immediata ed i tassi d’interesse sono crollati in tutta l’eurozona, Grecia inclusa.
In Grecia, nello specifico, la curva dei tassi d’interesse ora non solo si è spostata verso il basso, come si vede dal grafico, ma ha modificato la sua inclinazione, assumendo una forma “normale”: all’aumentare delle scadenze i tassi d’interesse aumentano (linea spezzata rossa nel grafico). Sul livello e la forma della curva dei rendimenti ho scritto un post un anno fa.
Perché la curva dei tassi d’interesse greci è tornata alla normalità?
Perché la Grecia sta facendo passi avanti nel soddisfare le condizioni essenziali per beneficiare del QE e di una sua eventuale estensione (i rumors parlano infatti di un possibile QE2).
- Il debito greco in mano alla BCE è inferiore alla soglia del 33% stabilita dall’Istituto centrale per l’acquisto dei titoli di Stato di un Paese dell’Eurozona. A luglio e ad agosto sono infatti andati in scadenza tranche di debito relative al programma Smp (Securities markets programme) effettuate dalla BCE, che dovrebbe aver portato la quota del debito greco al 30%
- La Grecia ha firmato il terzo salvataggio aderendo al piano Esm (European Stability Mechanism). La BCE può acquistare titoli dei Paesi con rating inferiore a “investment grade” che siano sotto la tutela di un programma di protezione della Troika (Ue-Fmi-Bce). Da quanto detto la Grecia potrebbe rispettare quest’ultima condizione e partecipare QE.
Concludo facendovi notare come la crisi della Grecia sia ben lontana dall’essere risolta.
Il memorandum firmato quest’estate infatti indebolisce ulteriormente la capacità della Grecia di uscire dalle sacche di povertà in cui si trova. Inoltre la sola politica monetaria espansiva della BCE non è in grado di generare un aumento dei prezzi, ne tanto meno di risolvere i problemi greci e dell’eurozona intera. Il pericolo per l’Europa come sostiene il premio Nobel Paul Krugman è che diventi “giapponese”.
Il mio consiglio è non lasciatevi prendere dall’euforia dei mercati e, se decidete d’investire i vostri risparmi, fatelo con metodo. Noi di AdviseOnly siamo qui per questo.