Anche oggi “Il Sole 24 Ore” riporta le parole di Garabet Ayvazian, project leader di BCG presso l’ufficio di Milano, il quale asserisce che, con la deducibilità delle sofferenze delle banche, l’impatto sul PIL si aggira fra l’1,5% ed il 2%.
Non mi metto a fare una ricerca puntuale, ma sono certo che dal decreto Fornero in poi, tutti gli annunci di manovre e interventi sono stati accompagnati dalle previsioni di impatto positivo sul PIL che, se sommate, sicuramente sono nell’ordine del 50%. Ma è possibile che il PIL sia salito e non ce ne siamo accorti? Oppure c’è qualcosa che ci sfugge?
Anche Raffaele Zenti ci ha recentemente ricordato che se gli istituti di credito non pelassero gli investitori l’impatto sul PIL sarebbe stato almeno dell’1%!
Ma a questo punto mi sorge un dubbio. Che cos’è il PIL? Come si calcola? Quali sono le voci che lo compongono?
Su questo blog sono stati spiegati il significato del PIL, i suoi limiti e le implicazioni della revisione del suo calcolo in base al Sec 2010. Ma sui giornali non si spende una parola sul significato del Prodotto Interno Lordo, anche se da questo indice dipenda anche un altro tormentoni economico: il rapporto fra debito e PIL.
L’invito è quindi duplice: ai giornalisti, quello di chiedere “Perché?” in risposta alle affermazioni degli intervistati, senza limitarsi a riportare citazioni vaghe.
Ai lettori, quello di approfondire di più il significato di ciò che si legge. Date un’occhiata ad esempio al divario tra le previsioni dei governi e Pil reale italiano.
Chiuderei ricordando le parole di Giorgio Gaber in una delle sue ultime canzoni, “C’è un aria”:
Ma la televisione che ti culla dolcemente
presa a piccole dosi direi che è come un tranquillante
la si dovrebbe trattare in tutte le famiglie
con lo stesso rispetto che è giusto avere
per una lavastoviglie.
E guardando i giornali con un minimo di ironia
li dovremmo sfogliare come romanzi di fantasia
che poi il giorno dopo e anche il giorno stesso
vanno molto bene per accendere il fuoco
o per andare al cesso