I consulenti finanziari si meritano di essere pagati, certo, ma non dovrebbero essere messi nella condizione di approfittare dei loro clienti
Barack Obama, febbraio 2015
Così il presidente degli Stati Uniti, che ha deciso di dare davvero una mano ai risparmiatori americani. Negli Stati Uniti, infatti, una fetta eccessiva dei quattrini risparmiati dai cittadini per la pensione, anziché essere investiti, finisce dritta nelle tasche dei consulenti finanziari, in un modo – tra l’altro – opaco per i clienti (Oltreoceano non esiste la figura del promotore). Un perfetto conflitto d’interessi cliente-consulente.
“Ora sistemiamo questa cosa” ha dichiarato l’agguerrito segretario del Dipartimento del Lavoro Tom Perez quando ha scoperto questa vicenda di commissioni artatamente nascoste in prodotti di risparmio, soprattutto previdenziali. Stando a uno studio della Casa Bianca sull’impatto del conflitto d’interesse sui risparmi previdenziali degli americani, si parla di un danno di 17 miliardi di dollari all’anno ai risparmiatori.
L’amministrazione Obama si è messa a lavoro per cambiare la normativa che regola il settore – qui trovate il fact sheet – in modo da rendere difficile la vita ai consulenti finanziari che vendono snake oil (vendere “olio di serpente” negli USA significa essere venditori fraudolenti, disonesti).
“Sono fiducioso, questa proposta darà una bella mano ai piccoli e medi risparmiatori” ha dichiarato il presidente Obama.
Cosa succede al risparmio in Italia?
I problemi sono simili, ma la politica si muove diversamente. In Italia il conflitto d’interesse impera e la situazione è problematica come quella statunitense, forse più grave. In Italia lo snake oil va come il pane, ciurma, siamo il paradiso delle commissioni esagerate e nascoste. Grasse commissioni, nello specifico, che si trasferiscono dalle vostre tasche a quelle di molti venditori di prodotti finanziari.
Le reti di promotori hanno chiuso il 2014 con raccolte record e utili in aumento, grazie a polizze unit-linked, fondi a cedola e fondi comuni a elevato TER venduti a manetta. Non ci credete? Provate ad andare in banca e vedrete: vi proporranno 9 volte su 10 una cosa ad alto margine per loro e a basso valore per voi. In giro c’è davvero roba improponibile.
Mentre negli USA i politici studiano e cercano di risolvere il conflitto d’interesse, l’atteggiamento del Governo italiano è diverso: il problema è sostanzialmente ignorato. Forse non c’è malafede, è solo belluina ignoranza finanziaria.
Ma se il Governo italiano è inattivo sul fronte della difesa dei risparmiatori, è molto attivo sul fronte della spremitura dei risparmi. Il Governo Renzi nel 2014 ha infatti orgogliosamente aumentato la tassazione dei fondi pensione, inclusi tra le “rendite finanziarie” (maggiori dettagli li trovate nella Guida alla tassazione delle rendite finanziarie).
Quando si parla di “rendite finanziarie” il pensiero va subito allo sporco capitalista, in stile “Django Unchained”, che vive negli agi nella sua villa in mezzo alla piantagione di cotone, il perfetto rentier che sfrutta il lavoro degli schiavi.
Un parassita che sottrae risorse a un Paese di lavoratori. E pazienza se poi invece il rentier è un normale cittadino, un lavoratore che negli anni risparmia per la pensione. O, previdenza a parte, un cittadino che sta faticosamente accumulando qualche soldo per comprarsi la casa o affrontare più serenamente eventuali necessità improvvise. Pazienza se il buon senso è morto. Resta la crassa ignoranza (memorabile Debora Serracchiani e il suo 26% di tasse “ovviamente calcolato sulle grandi rendite finanziarie“ – Otto e mezzo, 20 maggio 2014).
Sei italiano? Hai risparmiato qualcosa per il futuro? Ah ah ah! “Stai cornuto e mazziato” direbbe Totò.