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Gli italiani sono ricchi o poveri? Ecco tutta la verità

In un tempo di crisi le famiglie italiane hanno visto crescere i propri risparmi, passati da 3,5 a 3,9 triliardi di euro dal 2012 al 2014. In questi mesi l’Italia ha visto aumentare i propri risparmi; paradossalmente le famiglie si stanno arricchendo perché hanno preoccupazione e paura

Così il premier Matteo Renzi al Parlamento europeo il 13 gennaio 2015. Ma secondo i dati del rapporto “Noi Italia 2015”, resi noti dall’Istat il 19 febbraio 2015, in Italia il 23,4% della popolazione vive in condizioni di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di persone. Chi ha ragione?

Il tema della ricchezza degli italiani è stato affrontato lunedì 16 febbraio 2015 al Teatro Franco Parenti di Milano all’evento “I conti di famiglia: la verità su ricchezza e povertà”, secondo atto del ciclo “La verità vi prego sul denaro” organizzato da AcomeA Sgr (società presente e attiva in AdviseOnly) insieme alla società di consulenza culturale e formazione Trivioquadrivio e al Teatro Franco Parenti.

All’incontro, moderato da Leonardo Previ (Trivioquadrivio), hanno partecipato l’attrice Laura Curino; Giovanni Vecchi, professore di Economia Politica all’Università di Roma Tor Vergata; l’a.d. di AcomeA Sgr Giovanni Brambilla. Ma prima, ecco un paio di chicche sui bilanci delle famiglie, snocciolate in apertura da Laura Curino.

Qualche curiosità sui conti di famiglia

I primi bilanci – Risalgono all’antica Roma: Cicerone racconta che i cittadini tenevano l’adversaria, un’annotazione frettolosa delle transazioni quotidiane e il codex accept et espensi, un vero e proprio bilancio mensile.

Un Pellico inedito – Lo scrittore Edmondo De Amicis, cultore di Silvio Pellico, ha svelato che quest’ultimo “compieva il semplice ufficio di registratore” dei conti della famiglia Barolo nel 1840 -1852.

Un regalo di nozze originale – Il 12 dicembre 1886 uno zio francese, invitato al matrimonio della nipote Julie, le regalò come dono per il suo matrimonio due libri, su cui scrivere il bilancio della sua futura famiglia. Nella lettera di accompagnamento al dono, lo zio scrisse: “Non mi faccio illusioni sul valore del mio regalo. Non farà una figura brillante in mezzo a tutti quelli che riceverai. Ma le cose non si devono sempre giudicare dall’apparenza. Ti renderà tutti i giorni un servigio, e se saprai consultarlo, ti darà saggi consigli”.

I bilanci della famiglia Einaudi – Il presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi era un grande ammiratore del metodo di compilazione dei bilanci messo a punto dall’economista e sociologo francese Le Play a metà Ottocento. A questo proposito, Einaudi nel 1936 scrive che con la moglie Ida teneva i conti di famiglia e ricorda con gratitudine che “quella filza di quaderni (i bilanci, ndr) è in pratica il solo ricordo delle cose compiute quotidianamente che noi potremo trasmettere ai nostri figli”. Ma i bilanci possono essere istruttivi per tutti. In particolare, l’economista Giovanni Vecchi ha imparato 4 lezioni studiandoli.

Le 4 lezioni dei bilanci di famiglia

1. Raccontano la conquista della prosperità

I consumi delle famiglie hanno messo le ali dagli anni Cinquanta in poi e sono cambiati profondamente: nel 1861 si impiegava il 66% della spesa in beni alimentari e nel 2011 solo il 20%.

2. La storia cambia a seconda di chi la narra

I bilanci di famiglia permettono di capire chi sono i “vincitori e vinti” di ogni epoca storica, ossia chi si è arricchito e chi si è impoverito.

Nell’Italia liberale (1861-1911) ha guadagnato la classe medio alta, mentre i poveri hanno visto peggiorare ulteriormente la loro condizione.

Nell’Italia fascista (1921-1931): ci hanno guadagnato le classi alte e i poveri hanno perso terreno.

Nel 1977-1991 i redditi dei poveri sono cresciuti del 4% all’anno e quelli dei ricchi sono diminuiti. In una parola: la crescita è stata inclusiva.

Nell’Italia di oggi (1992-2012), più si è poveri, più si perde reddito, la classe media galleggia e i ricchi guadagnano terreno.

 3. Fanno il punto sulla povertà degli italiani

Grazie ai bilanci di famiglia, si possono distinguere le persone povere in senso assoluto da quelle povere in senso relativo. Attualmente, in Italia versano in povertà assoluta 6 milioni di persone, pari al 10% della popolazione. Secondo il prof. Vecchi, i poveri nel 2014 faranno un balzo rispetto agli anni precedenti a causa del calo del reddito e dell’aumento delle disuguaglianze, anche se siamo ancora lontani dai livello dell’Ottocento, a dispetto di quanto ha scritto l’economista francese Thomas Piketty nel suo best-seller “Il capitale nel XXI secolo”.

 4. Identificano i futuri poveri

Grazie alle analisi di vulnerabilità sulle famiglie, è possibile stimare la probabilità di essere povero oggi nei prossimi 12 mesi, per prevenire la povertà stessa. In Italia, quasi il 40% delle persone è stata a rischio povertà nel 1985-2000: un’emergenza che nessuno Stato Sociale può affrontare.

Se questa è la situazione, allora bisogna fare più che mai attenzione ai conti di famiglia. Ha dato dei validi consigli e sfatato dei falsi miti sul risparmio l’a.d. di AcomeA Sgr, Giovanni Brambilla.

I 3 falsi miti sul risparmio

1. Il risparmio è privazione

Per interiorizzare che il risparmio è una virtù, basta capire che è una necessità e che iniziando oggi a risparmiare e investire, domani si potrà realizzare un sogno o soddisfare un’esigenza. Oggi, tra l’altro, gli elementi di vulnerabilità economica sono aumentati. Per tali motivi, il risparmio deve diventare un’abitudine.

2. Investe solo chi ha grandi patrimoni e gli speculatori

È sbagliato pensare che gli investimenti riguardino solo gli altri e che noi non siamo in grado o non possiamo permetterceli. Oggi gli investimenti sono davvero alla portata di tutte le tasche. Pensate a quante piccole spese quotidiane possiamo definire superflue. Esse non sono altro che occasioni di risparmio nel quotidiano. Come coglierle? Ad esempio, con Gimme 5, l’app gratuita che permette di investire dove e quando vuoi in fondi AcomeA, a partire da soli 5 euro.

3. Per risparmiare serve un porcellino di terracotta

Oggi, stando alle rilevazioni del Censis, preferiamo parcheggiare infruttuosamente i soldi in depositi bancari o postali lasciandoli erodere dall’inflazione. Questo lascerebbe pensare che siamo rimasti fermi al porcellino statico di terracotta. Certamente la maggiore incertezza con cui si guarda al futuro ha inciso sulla visione di risparmio degli italiani, soprattutto dei giovani. Ma il risparmio è futuro e il futuro è nelle nostre mani. Con poche e semplici abitudini, possiamo tornare a guardarlo con serenità.

 

Volete rivivere i momenti salienti dell’incontro? Vi siete persi gli altri eventi o vi piacerebbe rivederli? Registratevi al sito di AcomeA Sgr per ripercorrere i momenti salienti di tutte le serate!

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Ultimi commenti
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    L’articolo contiene molte considerazioni interessanti, tranne quella preannunciata nel titolo.
    Secondo me i titoli ‘specchietto per le allodole’ sono una brutta abitudine che alla lunga fa perdere lettori.

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    Sono assolutamente d’accordo con Al, all’interno qualche notizia interessante, direi da settimana enigmistica, la si trova. Se invece raffrontiamo l’interno con il titolo attenzione a come vi muovete, personalmente se trovo un altro articolo simile vi tolgo dalla mia lista di preferiti. A buon intenditor…..

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      Ognuno ricava da post e articoli qualcosa di diverso. Ciò detto, mi pare che all’interno di questo post ci siano vari fatti e numeri legati in modo specifico all’evoluzione della povertà degli italiani e alle interessanti informazioni che si possono trarre sull’argomento dalla disamina dei bilanci delle famiglie. Altro interessantissimo materiale relativo alla conferenza del Porf. Vecchi è disponibile gratuitamente sul sito di AComeA (sponsor dell’evento).

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