Il declino del prezzo del petrolio non ha messo sotto pressione esclusivamente le piazze azionarie dei Paesi Emergenti, ma anche l’intero settore legato a estrazione, produzione e vendita del greggio. In particolare, l’attenzione degli analisti si è concentrata sul segmento delle obbligazioni corporate ad alto rendimento (High Yield), dove il settore energetico rappresenta circa il 15,6% di un mercato che vale all’incirca 1.300 miliardi di dollari.
C’è chi si chiede se ci sia una bolla nel segmento High Yield americano. È così? E cosa fare se si hanno delle obbligazioni ad alto rendimento in portafoglio?
Una panoramica delle obbligazioni High Yield USA
Analizzando l’indice US Bloomberg High Yield composto da circa 2.100 titoli obbligazionari ad alto rendimento, circa l’80% delle emissioni ha un rating medio compreso tra BB e B, con la ripartizione settoriale che vediamo nel grafico.
Visto il peso specifico del comparto energetico sull’insieme del segmento, c’è chi si chiede se non stia scoppiando una bolla sull’intero segmento High Yield americano.
Una bolla per l’High Yield Usa?
L’idea di “bolla finanziaria” è un argomento piuttosto dibattuto sia a livello accademico che professionale e, il concetto stesso, risulta sfuggente perché nella maggior parte dei casi ci si accorge che un attivo finanziario è in “bolla” solo dopo lo scoppio della bolla.
Tuttavia, il buon senso mi suggerisce che affinché si possa parlare di rischio bolla (e questo non vuol dire conoscere il momento in cui scoppierà) si devono manifestare due sintomi:
- valutazioni eccessivamente lontane da valori considerati a “fair value”;
- si deve verificare un evento scatenante.
Partiamo dalle valutazione del segmento High Yield USA.
Le valutazioni del segmento High Yield Usa
Le valutazioni non sono poi così eccessive, almeno rispetto alla media storica e alla condizione del mercato finanziario. In effetti, ipotizzando che il reversal sia una buona misura di calcolo per sintetizzare il valore di un’asset, il mercato non sembra particolarmente interessante, ma neppure esageratamente caro. Infatti lo spread del segmento High Yield calcolato da Barclays si trova leggermente sotto la media storica.
In più, negli ultimi tre anni la performance del comparto ad alto rendimento (+28,6%) è coerente con quella del comparto Investment Grade (+28,5%), in un contesto in cui le politiche monetarie espansive hanno dato ossigeno ai mercati e il mercato azionario è vicino ai massimi storici (+74,1% nell’ultimo triennio).
Cosa potrebbe far crollare le quotazioni delle obbligazioni High Yield?
Le bolle scoppiano quando c’è un evento che innesca il meccanismo di esplosione, il cosiddetto “trigger”. A mio modo di vedere, in questo momento ci sono due “trigger” che possono mettere sotto pressione l’intero segmento:
- un importante default che inneschi un’ondata di panico sull’intero settore;
- un aumento repentino dei tassi d’interesse, dovuto a un errore di politica monetaria da parte della Fed.
Cosa fare con le obbligazioni ad alto rendimento?
Le imprese nascono e falliscono e lo stesso vale per le obbligazioni: anche i bond possono fare default.
In aggregato, i bilanci delle società sembrano essere piuttosto solidi, sia sul fronte dei ricavi che su quello della solidità patrimoniale. Nonostante la probabilità implicita di default del segmento High Yield dedotta dalla quotazione degli credit default swap (CDS) non sia particolarmente allarmante (inferiore al 2% ad 1 anno e poco meno del 10% a 5 anni), non è neppure trascurabile. Inoltre, il calo del prezzo del petrolio e l’apprezzamento del dollaro sono due fattori che possono pesare sui bilanci aziendali già dal prossimo trimestre.
Personalmente, non sono convinto che ci sia un bolla sulla mercato sul mercato High Yield, tuttavia il rapporto tra rendimenti offerti e lo scenario di rischi non rende questa asset class particolarmente interessante.