Negli articoli precedenti abbiamo spiegato cosa sono i titoli azionari1, come si valuta il prezzo di un’azione2 e le varie strategie per scegliere le azioni3. Oggi, ci dedichiamo a un tema un po’ più particolare e vi presentiamo un nuovo modello per la valutazione di un titolo azionario: il Discounted Cash Flow model, conosciuto anche come DCF.
Cos’è il discounted cash flow model?
Il Disocunted Cash Flow Model, in italiano flusso monetario scontato o flusso di cassa attualizzato, è un metodo di valutazione di un investimento, basato sull’ attualizzazione dei flussi di cassa attesi di un’impresa, secondo un tasso corretto per il rischio.
Questa metodologia è una tecnica di valutazione degli investimenti in azioni che, a differenza del payback o del tasso di rendimento contabile, prende in considerazione il valore del denaro nel tempo. Il metodo del Discounted Cash Flow (DCF) è particolarmente indicato nella valutazione di singole aree di business di un’impresa, i quali sono capaci di generare autonomi flussi di cassa.
In sostanza, il modello mette in relazione il valore di un’azienda alla capacità di produrre un livello di flussi finanziari adeguato a soddisfare le aspettative di remunerazione di un investitore.
Come funziona il Discounted Cash Flow Model?
Come specificato in precedenza, la valutazione data dal Disocunted Cash Flow è basata sulla determinazione del valore attuale dei flussi di cassa attesi da una specifica attività. Il flusso può essere rappresentato non solo dal cash flow ma anche dai dividendi (Ddm). La valutazione basata sui flussi di cassa attualizzati è però funzione di tre elementi fondamentali: l’entità del flusso di cassa, la distribuzione nel tempo dei flussi e il tasso di attualizzazione.
Qual è la differenza con il Dividend Disocunt Model? La differenza principale tra il DDM e il DCF è che quest’ultimo non ricava il prezzo dell’azione dai dividendi, ma dai cosiddetti flussi di cassa disponibili (in inglese cash flow, appunto). L’ipotesi su cui si basa questo modello è che i flussi di cassa esprimano meglio il valore complessivo di un azienda rispetto ai semplici dividendi.
A questo punto, utilizzando il Discounted Cash Flow come modello di riferimento per valutare il valore di un’azienda (e quindi di un titolo azionario) bisogna:
- definire precisamente cosa sono i flussi di cassa;
- darvi un orizzonte temporale di riferimento;
- stimare i flussi di cassa futuri;
- individuare il tasso di attualizzazione.
Vediamo nel dettaglio i 4 passaggi di questo modello di valutazione, aiutandoci anche con un’infografica esplicativa.
Cosa sono i flussi di cassa?
Definire cosa sono i flussi di cassa: non è un passaggio banale. Nell’arco della propria attività ogni azienda genera almeno tre flussi di cassa:
- quelli legati alla gestione operativa (che riguarda le attività relative alla realizzazione dei processi operativi)
- quelli associati all’attività di investimento (in macchinari, processi);
- quelli legati all’attività finanziaria (dividendi, utili, riserve).
L’investitore che vuole sfruttare il DCF deve quindi calcolare i flussi di cassa che, a suo modo di vedere, rappresentano meglio il valore dell’azienda in cui vuole investire. In effetti, al fine del calcolo del DCF non c’è una formula univoca. Nella mia vita di studente e analista finanziario, mi è capitato di dover adottare vari accorgimenti, a seconda dell’azienda/settore.
Qual è il vostro orizzonte temporale?
L’orizzonte temporale: quando si investe, si cerca di ottenere un certo rendimento dal proprio investimento in un determinato arco di tempo. Per quanto potenzialmente le imprese possano generare del valore all’infinito, un investitore ha un limitato arco di tempo entro il quale vuole vedere i frutti del proprio investimento. Allo stesso modo, nel DCF si definisce l’orizzonte temporale che si crede più idoneo affinché l’azienda abbia il tempo necessario per esprimere il proprio valore.
Stimare i flussi di cassa
Come stimare i flussi di cassa? Stimare i flussi di cassa presuppone la definizione di un tasso di crescita con cui i flussi di cassa debbano crescere da un anno all’altro. Ma ogni azienda ha il suo profilo di crescita e maturità. Ad esempio, è ragionevole credere che Google non abbia lo stesso potenziale di crescita di UniCredit nei prossimi 5 anni. Perciò, per ogni azienda o settore, è necessario avere una conoscenza approfondita del mercato, della strategia del management, dei prodotti ma anche degli investimenti che la società intende fare. Il tutto per poter applicare un tasso di crescita verosimile.
Il tasso di attualizzazione
Cos’è il tasso di attualizzazione? Se non vi siete ancora scoraggiati, non vi resta che applicare il più ragionevole tasso di attualizzazione, che, concettualmente, dovrebbe coincidere con il rendimento offerto dai titoli obbligazionari maggiorato dal cosiddetto premio al rischio, in quanto le azioni hanno di norma un profilo di rischio superiore rispetto alle obbligazioni. Anche in questo caso, vi troverete di fronte a delle scelte da fare: quale titoli obbligazionari bisogna scegliere? con quale scadenza? come si stima il premio al rischio?
Un modello imperfetto
In conclusione, anche se l’algebra del DCF (come vedremo nei prossimi post) non è poi così complicata, questo modello richiede delle approssimazioni sul futuro che spesso lasciano incertezza circa la bontà del risultato finale.
L’evidenza empirica ha messo più volte in questione la capacità dell’industria finanziaria di saper “prevedere” il futuro. Eppure, il DCF continua a essere un modello fortemente utilizzato dagli analisti e dall’industria. Dunque, vale la pena conoscerlo.
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