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Il mondo del futuro e l’Italia di oggi: intervista a Jacques Attali

Se vi chiedessi: “Cosa ci porterà il 2015?”, molti di voi si sbilancerebbero. Ma se invece vi domandassi: “Cosa vi aspettate per il 2050?”, ci andreste più cauti prima di fare previsioni.

A meno che tra voi ci sia qualcuno come Jacques Attali, che al World Business Forum 2014 di Milano ha raccontato il mondo del futuro. Ma prima occupiamoci del presente. AdviseOnly ha infatti incontrato Attali a margine dell’evento e gli ha chiesto il suo giudizio sull’Europa e l’Italia di oggi.

Chi è Jacques Attali

Economista e banchiere francese, è noto soprattutto per essere uno dei padri fondatori dell’Europa. È stato infatti fondatore e primo presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo tra il 1991 e il 1993 e presidente della “Commissione per la liberazione della crescita della Francia” nominata dall’allora presidente francese Nicolas Sarkozy il 30 giugno 2007.

Attualmente è a.d. della società di consulenza internazionale A&A, presidente di PlaNet Finance, organizzazione no-profit internazionale che supporta la microfinanza e promotore di LH Forum, il movimento per l’economia positiva.

foto Jacques AttaliPhoto: courtesy of WOBI

L’Italia e l’Europa di oggi secondo Attali

Lei ha sempre sostenuto che il PIL non è sufficiente a misurare il benessere di una nazione. Alla luce di questo, cosa ne pensa dell’Italia?

Quando calcolammo l’indice di positività, che misura quanto un Paese si prende cura delle generazioni future, scoprimmo che l’Italia è un bruttissimo Paese in cui vivere. Ha infatti tanti problemi: demografia, mobilità sociale, corruzione e burocrazia. Avete parecchio da fare.

Come vede il futuro dell’Italia?

Sono molto ottimista, a patto che le istituzioni e le politiche della famiglia – che credo siano la debolezza principale della società italiana – siano riformate. Renzi e Letta sono la cosa migliore per l’Italia. Hanno lanciato un movimento di rinnovamento della vita politica e un progetto di modernizzazione della nazione. Se in Italia si procederà in questa direzione per i prossimi dieci anni, allora diventerà un Paese molto più forte.

Cosa ne pensa invece del futuro dell’Europa? L’austerità tedesca può distruggere l’Unione europea?

L’unica cosa che può distruggere l’Europa sarebbe la decisione della Germania di uscire dall’euro. Ma non credo che lo farà.

Alla luce della situazione attuale e della crisi dell’euro del 2012, pensa che la moneta unica europea sia stata una buona idea?

Naturalmente. L’euro è stata un’ottima idea, perché apre le porte al federalismo europeo.

Jacques Attali al World Business Forum 2014

“Per riuscire nella vita è avere successo è cruciale avere un progetto, un obiettivo. Molto spesso le persone si siedono e fanno un bilancio della loro vita solo quando raggiungono una certa età. Spesso è già troppo tardi per cambiare la situazione”. Così Jacques Attali ha aperto il suo intervento al World Business Forum 2014.

Ha poi dato due buoni motivi per una simile “programmazione della propria vita di lungo termine”. Innanzitutto, “non c’è felicità se non scopriamo chi siamo”. In seconda battuta, l’intellettuale francese ha spiegato che esistono studi che dimostrano che l’aspettativa di vita dipende dal numero di anni che vediamo davanti a noi. Per cui, chi ha obiettivi di lungo periodo tende a vivere di più: una sorta di profezia che si auto-avvera.

Secondo Attali, “per sapere come voglio essere tra vent’anni, devo sapere come sarà mondo tra vent’anni. Ma non solo il mio futuro, anche il mondo e la vita degli altri tra vent’anni. Il futuro degli altri avrà certamente conseguenze sul mio”. È importante cercare di prevedere il futuro perché “ogni brutta sorpresa di oggi è la conseguenza della mancanza di azioni in passato: per questo dobbiamo pensare al futuro e porre delle correzioni”. Un esempio di questo è sotto gli occhi di tutti: l’Ebola. Esiste da anni, ma non abbiamo fatto nulla per contrastarla fino ad ora, quando ha bussato alle porte dell’Occidente.

Alla luce di questo, vediamo i cambiamenti che si aspetta Attali per il futuro.

I 4 cambiamenti che ci aspettano

Quattro sono i principali cambiamenti che l’intellettuale francese prevede da qui al 2050.

I mutamenti demografici

Oggi siamo 7 miliardi nel mondo. Saremo 9-10 miliardi nel 2050, secondo le previsioni demografiche. L’aspettativa di vita in buona salute crescerà più dell’aspettativa di vita tout court, quindi lavoreremo di più rispetto al passato. Ci saranno più francesi che tedeschi, meno cinesi che nigeriani. Metà umanità oggi vive in città oggi, mentre nel 2050 arriverà a due terzi. Il numero di donne diminuirà rispetto agli uomini, sopratutto in Asia. La causa principale del calo del gentil sesso sarà la tecnologia, che ci permette di controllare nascite e sapere il sesso dei nascituri. Lo squilibrio di genere sarà all’origine di svariate guerre nel mondo.

L’evoluzione tecnologica

La tecnologia sta producendo un potenziale importante per il futuro con il cloud computing, stampa 3D,  biotecnologie, nanotecnologie e neuroscienze. Solo su due cose la tecnologia non può tagliare i tempi: il parto di un figlio e l’apprendimento. L’istruzione è un collo di bottiglia per la crescita, per cui ci sarà pressione per imparare più velocemente in futuro.

Le trasformazioni economiche

Nel 2050 la globalizzazione dell’economia di mercato sarà ovunque. Per definizione, questo tipo di economia vuole vendere a livello mondiale. Ma le democrazie sono locali e questo può far crollare il mercato. Se il mondo non riuscirà a istituire uno Stato di diritto globale, dovremo tornare indietro con misure di protezionismo.

I cambiamenti geopolitici

Ci sarà un declino del potere degli USA, che non saranno però sostituiti dalla Cina, troppo intenta a guardare il suo ombelico e culturalmente poco interessata al mondo. Attali parla di un nuovo periodo “simile a quello in cui scomparve l’impero romano: crolla un impero e non c’è nuova potenza a sostituirlo. Oggi siamo tutti occidentali, ma il potere dell’Occidente è in declino”. Secondo l’intellettuale francese, il mondo sarà governato da un gruppo di Paesi, che non riusciranno a creare uno Stato di diritto globale. Ma, inizialmente, saranno i mercati a governare. Questo è pericoloso, perché non c’è un istituto che li governi. La frontiera tra legale è illegale scomparirà. Lo stiamo già vedendo con i nuovi criteri di calcolo del PIL Sec 2010, che includono la ricchezza dalle attività criminali nel prodotto di un Paese.

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