Sfavillante, esagerato, un tripudio di glamour. Sono questi i concetti che vengono in mente quando si pensa al lusso, vero?
Per quanto riguarda la Borsa, però, le azioni di questo settore nel 2014 non hanno certo fatto faville. Ma in finanza, lo diciamo sempre, nulla è certo. E dalle difficoltà nascono le opportunità. Se credete nel settore, se pensate possa dare soddisfazioni future o, semplicemente, se avete un approccio “contrarian“, allora considerate questa idea d’investimento:
La performance del settore del lusso nel 2014
L’indice S&P Global Luxury raggruppa le azioni delle più importanti aziende di tutto il mondo che si occupano di produrre o distribuire beni di lusso. Da inizio anno l’indice ha registrato un sonoro -4,4% (dividendi inclusi, considerando la performance in USD), mentre l’indice azionario internazionale MSCI World è salito del 7,2%. Una differenza pesante: 11,6% in poco più di dieci mesi.
Questa differenza di performance non è figlia di un random walk, cioè di oscillazioni casuali dei mercati. Qui, a ben guardare, c’è della sostanza. Sebbene dopo la grande crisi successiva al default di Lehman Brothers il settore del lusso abbia mostrato eccellente capacità di recupero (ottenendo fino alla scorsa estate performance migliori della media degli altri settori), ora attraversa una situazione realmente sfavorevole, come mostra questo grafico.
Le 7 cause del rallentamento del lusso
In effetti, il numero di fattori che hanno posto sotto fuoco incrociato il settore del lusso è così ampio da far pensare a una “tempesta perfetta”. Tra le forze che tirano verso il basso i titoli del settore si possono certo annoverare:
- il rallentamento dei consumi di beni di lusso in Cina;
- le bassa crescita dell’economia della zona euro;
- l’instabilità politica e il deprezzamento del rublo dovuti alla crisi Russia-Ucraina;
- la fragilità del real brasiliano e dello yen, che hanno penalizzato i rispettivi mercati;
- le proteste a Hong Kong;
- i conflitti che affliggono il Medio Oriente;
- i timori per la diffusione del virus Ebola, con conseguenti attese di riduzione nel numero di viaggi e spese da parte dei turisti.
Le prospettive del settore del lusso
All’interno dell’indice S&P Global Luxury vi è tuttavia molta etereogeneità nelle performance delle azioni, creando anche interessanti opportunità.
Se si scorrono le performance da inizio anno, infatti, si va dal +64,7% di Tesla Motors al -51,3% del fanalino di coda Elizabeth Arden, preceduta di poco dell’italiana Yoox (-49,0)%. A parte Yoox, purtroppo anche gli altri titoli azionari legati al lusso quotati su Borsa Italiana si ammassano nella coda della classifica, con il -28,5% di Moncler, il -26,5%, di Ferragamo e il -41,8% di Tod’s. L’unica eccezione positiva è Luxottica (+2,9%).
Difficile dire se si sia toccato il fondo o meno. Quello che si può però dire è che esistono vari fattori positivi a sostegno del settore lusso:
- la ripresa dell’economia USA, mercato molto rilevante per i beni di lusso;
- il trend positivo del dollaro USA rispetto all’euro – se l’apprezzamento dell’USD proseguirà, probabilmente favorirà l’export delle case europee negli Stati Uniti;
- a ben vedere, le valutazioni del settore sono grosso modo in linea con quelle degli indici azionari a più ampio spettro; la mediana del rapporto prezzo/utili è inferiore a 20, il dividend yield aggregato è 2% e il margine di profitto è 17% – non poi così male, anche se resta spazio per un’ulteriore discesa dei prezzi.
Secondo gli analisti di settore di Euromonitor, nel 2015 i mercati con il maggior potenziale saranno Medio Oriente, Nord America e Asia-Pacifico, mentre le categorie di beni di lusso di maggior successo saranno gadget elettronici di lusso, accessori e beni da viaggio.
Come investire nel lusso
Chi volesse investire una piccola (sottolineo: piccola, se non microscopica) porzione del proprio patrimonio in questo settore ultimamente un po’ “bastonato” forse potrà trovare spunto nel portafoglio minimalista di soli quattro titoli che ho appena creato: Smart Risk Luxury.
I quattro titoli sono stati selezionati essenzialmente in base a P/E, dividend yield, margini di profitto, a cui si è aggiunta una valutazione qualitativa della gamma prodotti e dei mercati di sbocco. Per seguire il consiglio di Oscar Farinetti, ci ho tenuto a inserire un titolo presente sul listino di Borsa Italiana.
Per questo smilzo portafoglio le parole “Smart Risk” non sono state aggiunte a caso. In effetti, nel definire i pesi di ciascun titolo in portafoglio ho applicato quattro algoritmi “Smart Beta” volti a ottimizzare la gestione del rischio: minimizzazione del max drawdown, equipesatura (metodo “1/N”), massima diversificazione del rischio (o “Equal Risk Contribution”) e minimizzazione della volatilità.
Sono conscio del fatto che applicare quattro tecniche diverse a un portafoglio di quattro titoli (come mi hanno lestamente fatto notare alcuni colleghi) è più che altro un vezzo da nerd: il risultato finale non è granché diverso da un portafoglio equipesato, in effetti. Ma penso sarò perdonato, anche perché questi algoritmi di sicuro non provocano danni.
Beh, se siete curiosi, non vi resta che dare un’occhiata al portafoglio Smart Risk Luxury. Potete copiarlo liberamente: basta iscrivervi gratis al nostro sito.
Gianni / Novembre 20, 2014
Perché no HUGO BOSS AG?
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Raffaele Zenti / Novembre 21, 2014
Ottimo titolo; valutazioni in linea, paga alti dividendi, buona profittabilità, marchio forte, ecc.
Solo, volevo un portafoglio molto snello (anche perché è un sub-settore, non è il caso di esagerare con l’esposizione), quindi molti validi titoli azionari sono rimasti fuori.
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Gianni / Novembre 20, 2014
Perché no HUGO BOSS AG?
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Raffaele Zenti / Novembre 21, 2014
Ottimo titolo; valutazioni in linea, paga alti dividendi, buona profittabilità, marchio forte, ecc.
Solo, volevo un portafoglio molto snello (anche perché è un sub-settore, non è il caso di esagerare con l’esposizione), quindi molti validi titoli azionari sono rimasti fuori.
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Enza Ansalone / Novembre 24, 2014
molto interessante http://www.casaemutui.net/come-comprare-casa-7-verifiche-e-controlli-fondamentali/
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Enza Ansalone / Novembre 24, 2014
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