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Renzi al Governo: cosa cambia per i risparmiatori

Sta per nascere il Governo Renzi, il 63° esecutivo della Repubblica Italiana in 68 anni, il 4° degli ultimi due anni, il 3° con un presidente del consiglio non diretta emanazione del risultato elettorale.

Di seguito vi proponiamo gli ultimi 15 governi, insieme all’andamento del PIL reale in termini assoluti. I primi due governi (in grigio) sono di coalizione DC + PSI, il giallo indica i governi tecnici, il blu i governi di centro-destra, il rosso i governi di centro-sinistra.

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andamento-pil-governi-italianiNoi di Advise Only non siamo commentatori politici: cerchiamo di “leggere” la realtà per dare qualche dritta ai risparmiatori, sperando di renderci utili. Dunque concentriamoci su poche cose salienti dal punto di vista pratico.

Impatto sui mercati

Mentre Renzi era a colloquio con Napolitano, lo spread è sceso ai minimi da novembre 2011. Borsa Italiana nell’ultima settimana ha guadagnato il 3,60%. Merito di Renzi? Guardiamo ai dati al di là delle emozioni e dei titoli dei giornali.

  • La performance di Borsa Italiana negli ultimi cinque giorni è identica a quella dell’indice tedesco Dax. Anche gli altri mercati europei, nonché Wall Street, hanno registrato buone performance.
  • Lo spread con il Bund va giù, esattamente come quello spagnolo e quello portoghese, anch’essi sui sui minimi (e comunque, tutti sono approssimativamente su questi livelli bassi ormai da mesi).

Quindi, a meno di non attribuire doti druidiche al nostro Renzi, queste buone performance dei mercati sono più che altro da attribuire alle rassicurazioni di Mario Draghi e di Janet Yellen circa il mantenimento di politiche monetarie morbide. Ciò ha ridotto i timori legati a una crisi scatenata dai mercati emergenti (il tema di gennaio) aumentando la propensione a investire in attivi rischiosi. Inoltre non guasta, forse, che Moody’s abbia aggiornato l’outlook dell’Italia da negativo a stabile (motivando ciò con i risultati ottenuti nel risanamento delle finanze pubbliche).

Chi vuole a tutti i costi vedere in Renzi il salvatore dei mercati finanziari in Italia sta commettendo due degli errori più tipici di chi segue i mercati finanziari:

  1. scambiare “rumore” per “segnale”;
  2. pensare che la correlazione tra l’arrivo di Renzi e il buon andamento dei mercati implichi un rapporto di causa-effetto (l’edizione italiana dell’”Huffington Post” apriva venerdì con: “I mercati comprano azioni Renzi”). Non è così.

Va anche detto che se i mercati non avessero gradito Renzi e lo avessero considerato un pericolo per la stabilità del nostro Paese, ce ne saremmo accorti con un balzo in alto dello spread.

Quindi, in sintesi: per i mercati tutto bene, ma non sopravvalutiamo la faccenda.

Non è detto che lo stesso valga per i vostri risparmi. Parlo di tassazione finanziaria. Ricordo infatti che Renzi ha già dichiarato di voler riequilibrare la disparità tra la tassazione sul lavoro e quella sul risparmio. Pertanto, potrebbe accadere che il famigerato cuneo fiscale sia snellito grazie alle tasse sui risparmi degli italiani.

Rischi

L’arrivo al Governo di Matteo Renzi ha qualcosa di messianico: il carico di aspettative è enorme (e con esso i rischi legati alla delusione).

L’agenda prospettata dal neo-premier è fittissima, come dichiara lui stesso: “Entro febbraio riforme della legge elettorale e istituzionali. A marzo riforma del lavoro, in aprile la Pubblica Amministrazione e in maggio il Fisco”. Il tutto con un Governo sostanzialmente identico a quello di Letta, in quanto a forze politiche in gioco.

Il Presidente del Consiglio in pectore Renzi affronta un Paese in condizioni piuttosto disastrate (mi perdonino gli ottimisti per fede, ma io sono un pragmatico):

  • un’economia che, tenendo conto dell’inflazione (parliamo quindi di PIL reale), è tornata ai livelli del 2000 ed è la peggiore del G7; nello stesso periodo tra tutti i Paesi OCSE solo il Portogallo ci ha eguagliati nel detenere il più basso tasso di crescita medio del PIL (0,3% annuo);
  • disoccupazione giovanile (e non solo) a livelli inimmaginabili, destinata ancora a salire secondo tutte le previsioni;
  • burocrazia e pressione fiscale che portano l’Italia a collocarsi dietro (con rispetto parlando) a Bulgaria, Botswana e Kazakhstan, nella classifica della Banca Mondiale dei Paesi dove è più facile iniziare e fare impresa;
  • un rapporto tra debito pubblico e PIL (misura di solvibilità) al 127%, nell’Eurozona secondo solo a quello della Grecia e, comunque, destinato a salire nel breve.

Il tutto sotto lo sguardo severo dell’Europa, che limita il campo delle soluzioni possibili. Infatti, l’Eurogruppo (l’austero consiglio dei ministri economici dell’Eurozona) ha ribadito che “lo spazio di manovra relativo al bilancio dell’Italia è ridotto, viste le dimensioni del debito pubblico”.

A Matteo Renzi, dunque, il lavoro non manca. Le intenzioni sembrano buone. Speriamo che sopravviva alle prime prove, perché attualmente è il nostro miglior atleta.

Massima fiducia e auguri a tutti, a Renzi e a noi italiani.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimo commento
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    Sulla situazione Italica sei fin troppo ottimista. 🙂

    Su Renzi non dico nulla, mi sembra di vivere in un carosello, dove c’è tutta la casa ridotta a una coltre di sporcizia da 20 anni e arriva la magica passata si mastrolindo che la rende splendida splendente in meno di un minuto.

    Non mi resta che sperare nelle medie mobili di Faber. :-):-)

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