Non ho dubbi, caro lettore, se nella vita hai fatto almeno un acquisto importante (una casa, un’auto, anche solo un cellulare, un computer, un viaggio, ecc…) sicuramente avrai cercato informazioni online. Ti sarai documentato, avrai comparato i prezzi, le caratteristiche del prodotto e quello dei concorrenti.
La domanda è: hai fatto lo stesso per i tuoi risparmi? Per il tuo conto corrente, per i tuoi investimenti, per il tuo fondo pensione…? Se lo hai fatto, bravo! Sei un raro esponente di una sparuta minoranza.
La risposta è no? Continua a leggere. Abbiamo delle cose da dirti.
Facci caso, in Italia esistono diverse banche, tutte offrono più o meno gli stessi servizi al risparmiatore, focalizziamoci sul conto corrente. Molti istituti online offrono servizi a zero spese… il tutto senza file e senza spostarsi dal divano: basta un cellulare, un tablet o un computer. Tuttavia milioni di Italiani preferiscono le costose banche tradizionali.
Oppure, per quanto riguarda gli investimenti, gli ETF e i titoli di Stato sono strumenti poco costosi, solitamente molto liquidi e poco rischiosi. I risparmiatori italiani, però, nei propri portafogli hanno più spesso obbligazioni bancarie o fondi a cedola.
Perché tanta gente è disposta a pagare di più per un servizio peggiore? La spiegazione c’è, ha un nome e un cognome: asimmetrie informative. Cosa significa? Semplice, la controparte dispone di tantissime informazioni in più rispetto al risparmiatore, in parole semplici le banche hanno il coltello dalla parte del manico.
La buona notizia è che questo paradigma, però, inizia a scricchiolare.
Pensa a internet. L’accesso di massa all’informazione è una vera e propria “rivoluzione copernicana” e tu ne sei già parte in moltissimi altri contesti come i media, la tecnologia, il tempo libero, il retail. Per esempio: dove compri i biglietti aerei? Dove confronti i prezzi di hotel o i ristoranti? Dove compri i libri?
Adesso, prendi questa ventata di innovazione e fai copia-incolla nel sistema finanziario. Uno tsunami! La ricetta per il cambiamento è semplice: basta che il risparmiatore abbia una buona educazione finanziaria e un’ottima informazione indipendente.
Il sistema finanziario, da parte sua, non può ignorare tutto ciò. Non è difficile immaginare che, a breve, colossi come Google e Facebook possano proporre soluzioni per piccoli servizi finanziari.
Proprio questi temi sono stati al centro di un interessante dibattito che si è svolto il 20 settembre a Rimini, in occasione del BlogFest, l’evento che riunisce tutto ciò che in Italia gravita attorno alle community della rete, blog, Facebook, Twitter e da qualsiasi altra forma sociale di comunicazione. Potevamo mancare noi di Advise Only, startup 100% digitale, primo investor social network al mondo e blog finanziario indipendente? No, infatti c’eravamo.
Raffaele Zenti, fondatore di Advise Only e responsabile del “Finance Strategies Group” ha partecipato al panel “La banca che non c’è più”. Al suo fianco Giordano Martinelli, vice presidente di AcomeA (società talmente innovativa da essere presente anche sulla nostra Community) e Michele Novelli (membro del board di Prestiamoci.it).
Focus del panel è stato l’evoluzione del mondo del risparmio, nell’epoca di internet.
Vuoi scoprire di più? Ecco il video.
Panel “La banca non c’è più” – BlogFest 2013, Rimini, 21 settembre 2013 from Marco Tosi on Vimeo.