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Debito pubblico in crescita in tutta Europa… l’austerity ha fallito

Gli ultimi dati pubblicati da Eurostat ieri hanno confermato (qualora ce ne fosse stato bisogno) che nonostante gli sforzi dei governi europei per fronteggiare la crisi, nell’ultimo anno il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato ovunque.

Questo significa solo una cosa: le politiche di austerità non producono gli effetti desiderati; detto altrimenti, non si può vincere la crisi senza stimoli alla crescita economica.

Nel corso del primo trimestre 2013, il rapporto debito/PIL della zona euro ha toccato un nuovo massimo del 92,2%, in aumento rispetto al 90,6% del quarto trimestre 2012 e all’88,2% del primo trimestre 2012. Un bel salto insomma.

Quali sono i Paesi più colpiti dall’austerity? 

Aumento/diminuzione del rapporto debito pubblico-PIL  rispetto al primo trimestre 2012
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  Aumento/diminuzione del rapporto debito pubblico-PIL  rispetto al primo trimestre 2012
Nell’ultimo anno di crisi economica i Paesi che hanno subito un maggiore incremento del rapporto debito/PIL in termini percentuali sono i soliti noti: Grecia (+24,1%), Irlanda (+18,3%), Spagna (+15,2%), Portogallo (+14,9%) e Cipro (+12,6%). L’Italia in questa “speciale” classifica si trova all’ottavo posto con un incremento del 6,6%. Persino la Germania ha avuto un incremento del rapporto debito/PIL: microscopico, certo, ma positivo.

Quello che colpisce è l’incremento positivo della media dei Paesi europei: si è ottenuto esattamente il risultato opposto a quello desiderato

L’intervento della BCE dello scorso Agosto, il famoso “whatever it takes” di Mario Draghi, ha ridotto il rischio sistemico all’interno della zona euro e sorretto i mercati finanziari, ma non ha tuttavia avuto gli stessi effetti positivi sull’economia reale. Secondo le più rosee aspettative, l’economia della zona euro dovrebbe tornare a crescere nel quarto trimestre di quest’anno ( e ribadiamo “secondo le più rosee aspettative”).

Dunque, dal lato della crescita economica al momento non si vedono all’orizzonte piani d’intervento incisivi che possano invertire questa tendenza, specie in Italia. In sostanza, visto la mancanza di crescita e la necessità dei governi di rifinanziarsi, verosimilmente il rapporto tra debito pubblico/PIL dovrebbe continuare ad aumentare anche nei prossimi mesi.

Rammentando l’equazione maledetta del debito pubblico, l’unica speranza che resta all’Italia, già anticipata dal premier Letta durante l’intervista a Ballarò di qualche settimana fa, è che i tassi d’interesse continuino a rimanere su questi livelli, tutto sommato contenuti, in modo che la spesa per interessi resti sotto controllo.

Questo evidentemente non è abbastanza per intravedere una riduzione del debito pubblico, almeno nel breve periodo.

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    tra 5/10 anni e basta si potrà dire se l’austerity ha fallito..

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