I dati di aprile relativi alle immatricolazioni di nuove auto – una buona approssimazione delle vendite – mostrano la prima salita da 19 mesi a questa parte! In Europa le vendite sono aumentate dell’1,8% rispetto ad un anno fa, in UE27 dell’1,7%.
Tra i mercati che hanno registrato le variazioni positive troviamo Germania, UK, Spagna e (udite udite) Grecia (con uno stellare +20,9%).
La domanda di auto in Europa ha toccato i minimi e si sta risollevando?
Non vogliamo raffreddare gli entusiasmi di chi nel mondo dell’automobile ci lavora, ma occorre ricordare che per far sì che un tasso di variazione sia alto, basta che il dato di partenza (cioè le vendite di un anno fa) sia molto basso. Questo è proprio il caso dei dati in questione.
È interessante riportare la spaccatura per produttore, insieme alle statistiche aggregate per Europa e UE27: il dato a livello continentale è infatti frutto di una situazione molto eterogenea. Si va da tassi di crescita del 10% o più di Daimler e Volkswagen, fino al disastroso -10% del Gruppo Peugeot-Citroen e di Fiat.
Proprio per quanto riguarda l’azienda italiana, l’AD Sergio Marchionne – secondo indiscrezioni (Bloomberg) – sta valutando l’ipotesi di trasferire il quartier generale da Torino agli USA (dove il Gruppo Fiat ha ottenuto oltre due terzi degli utili operativi del 2012).
Su questo blog abbiamo provato a guardare questa situazione di diversità tra produttori di automobili anche da un altro punto di vista, quello del risparmiatore: Vale la pena investire nel mercato europeo dell’auto?
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Dati dell’European Automobile Manifacturers Association (relativi al periodo aprile 2012-aprile 2013)
Insomma, il mercato dell’auto in Europa invia un segnale positivo, il che potrebbe essere un cenno di miglioramento del clima di fiducia dei consumatori… oppure no: come riporta la stessa European Automobile Manifacturers Association:
“In termini assoluti nel mese di aprile abbiamo toccato il terzo livello più basso di sempre di nuove immatricolazioni”
Da inizio anno le vendite di auto in UE hanno registrato una variazione negativa del -7,1%; inoltre le vendite in due Paesi rilevanti come Francia e Italia continuano ad affondare (-5,3% e -10,8% rispettivamente).
Ci vuole realismo. E rimboccarsi le maniche per non fare affondare il continente.
Camionistaghostrider / Maggio 17, 2013
Be’, questa è la differenza tra il mondo finanziario e l’economia reale… il terzo livello più basso di sempre significa “è andata anche peggio”, quindi è un “più” per i mercati…
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Raffaele Zenti / Maggio 20, 2013
Ma no guarda, è che in questo momento i fattori che muovono i mercati sono soprattutto: 1) la liquidità che spinge verso il basso i rendimenti delle obbligazioni e quindi rende appetibili le azioni; 2) un po’ meno paura del default multiplo di Stati sovrani, rispetto a 12-18 mesi fa.
Detto ciò, anche in una situazione più normale di quella che stiamo vivendo, sarebbe comunque normale una certa distonia tra ciclo dei mercati azionari (che vivono di aspettative) e ciclo dell’economia reale.
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