Ieri sono stati pubblicati i dati preliminari del PIL per il primo trimestre 2013 e… ahinoi non c’è nulla di buono:
- la zona euro è in recessione per il sesto mese consecutivo (-0,2% trimestre su trimestre);
- la Germania cresce, ma in misura inferiore alle attese (+0,2% T/T vs 0,3% atteso);
- la Francia torna in recessione per la terza volta in quattro anni (-0,2% T/T);
- l’Italia prosegue il cammino recessivo con un altro trimestre in caduta libera (-0,5% T/T).
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Cosa c’è di nuovo in queste cifre?
Direi nulla. Se vi è capitato di leggere il Bollettino di Advise Only vi sarete resi conto che i dati “hard” e “soft” dell’ultimo mese andavano esattamente in questa direzione. Ma non è finita qui.
Che ci fosse una netta divergenza tra la Germania ed i Paesi periferici della zona euro è noto da tempo, ma la vera sorpresa è che al club dei “senza crescita” si è aggiunta anche la Francia. Anche i cugini transalpini entrano ufficialmente in recessione. Secondo i dati preliminari sul PIL (fonte INSEE), gli investimenti in beni capitali e la domanda esterna (esportazioni – importazioni) sono stati i fattori che hanno maggiormente bloccato il PIL francese.
La crescita acquisita per il 2013 (cioè la crescita che si otterrebbe a fine anno se la dinamica economica rimanesse la stessa) è -0,3% sia per la Germania che per la Francia. Ciò senz’altro distingue i due Paesi per capacità di ripresa. Però… mentre i primi dati di aprile mostrano una graduale accelerazione dell’economia tedesca (la domanda interna sarà sostenuta da un aumento dei salari ed i dati sui nuovi ordini industriali indicano un’espansione della produzione) nei prossimi mesi risulta decisamente più incerta la situazione in Francia, dove gli indicatori di fiducia degli operatori e l’indicatore di accelerazione/decelerazione dell’economia stentano a ripartire (leggi di più su AOpedia: indice PMI).
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In questo contesto così incerto si allungano i tempi della ripresa, rendendo estremante difficile che le previsioni della Commissione Europea possano risultare veritiere (zona euro: -0,4% nel 2013 e +1,2% nel 2014).
In ogni caso le Borse sembrano scontare lo scenario più ottimista. Chi avrà ragione?
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lore / Settembre 22, 2013
fino a che avremo questo tipo di politica di gente fallita
vogliosa di fare solo i propri interessi e non quello del popolo, l’italia non andrà mai avanti ammesso che vogliano ancora farla ripartire : saluti
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