Per ogni scadenza futura dei titoli del debito italiano, i tassi d’interesse sono differenti: ad esempio, oggi in Italia i tassi sui BOT a 1 anno sono al 5,9%, quelli sui BTP a 2 anni al 5,9%, quelli sui BTP a 10 anni sono al 6,8% e via dicendo.
Se si rappresenta su un grafico la relazione scadenze/tassi d’interesse si ha la cosiddetta “curva dei tassi d’interesse”. La curva dovrebbe essere positiva, con tassi a breve bassi e tassi a lungo via via più elevati. Questa è la norma.
La forma e il livello di tale curva esprimono graficamente l’opinione del mercato sulla capacità di un Paese nell”onorare i propri debiti. Vediamo allora come si è mossa la curva dei tassi sui titoli di Stato italiani nelle ultime due settimane.
Due settimane fa (linea tratteggiata) la curva dei tassi era più elevata, su tutte le scadenze. Poi (linea continua) è scesa, indicando che da allora il livello di fiducia nel sistema Italia è migliorato.
Una cosa invece non è cambiata: i tassi d’interesse a breve-medio termine (2-5 anni) sono più elevati di quelli sulle scadenze intorno ai 10 anni. In questi casi si parla di “curva invertita”. E non è un buon segno: significa che gli operatori percepiscono un rischio Paese nel breve-medio periodo; inoltre, di solito, questa forma della curva è letta come segnale di recessione economica (clicca sul grafico per ingrandire).