La Grecia andrà alle elezioni anticipate e questo scenario non piace ai mercati: la Borsa di Atene sta perdendo oltre il 4,0% e il rendimento del bond decennale è tornato sopra il 9,0%. Tuttavia, per il momento l’effetto contagio sembra essere limitato.
E’ successo quello che si temeva: la terza ed ultima votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica ha dato esito negativo. Il quorum richiesto di 180 voti non è stato raggiunto (solo 168 voti), e così il Parlamento sarà sciolto.
Secondo gli ultimi sondaggi politici, al momento ad essere favorita è la sinistra radicale di Syriza, guidata dal suo leader Alexis Tsipras. Il programma politico di Syriza non prevede dichiaratamente l’uscita dall’euro, bensì la ristrutturazione del debito greco, arrivato al 175% del PIL. Syrzia vorrebbe infatti ridurre il peso del debito pubblico e mettere fine alle politiche di austerity imposte dall’Europa. In uno scenario catastrofico, ciò potrebbe causare l’uscita dall’euro.
L’esito della nuova tornata elettorale sta peggiorando il clima sui mercati finanziari. Ciò ostacola la crescita del mercato azionario europeo, causando un’impennata della volatilità e dei rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi Periferici dell’eurozona, oltre ad un allargamento degli spread.
Per ora il quadro per i mercati finanziari in questo inizio 2015 rimane quello delineato prima di Natale. In Grecia la situazione è duttile: nei sondaggi Syriza, seppur in testa, sta perdendo terreno.
Il punto davvero cruciale è: cosa farà adesso la BCE? Riuscirà Mario Draghi a convincere il Consiglio direttivo ad attivare il Quantitative easing? Sarebbe una gran bella notizia…