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HomeECONOMIA E MERCATICOMMENTO AL MERCATOBrasile, un gigante affaticato

Brasile, un gigante affaticato

Proseguiamo la serie #investirenelmondo, rimanendo sempre all’interno dei BRICS,  con una breve analisi sul Paese più grande del Sud America: il Brasile.

 

Il Brasile in cifre

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Contesto socio-politico

Sotto la presidenza del socialdemocratico Inacio Lula da Silva (2003-2011), il Paese era entrato di diritto nella prima squadra delle economie emergenti, riuscendo a sfruttare pienamente l’allora favorevole congiuntura economica, protrattasi anche durante il primo governo del successore, Dilma Rousseff. Tuttavia la crisi delle materie prime, culminata durante il secondo mandato di Rousseff, insieme al fallimento nella gestione della disuguaglianza sociale – da sempre uno dei grandi problemi di questa giovane democrazia (26 anni) – nell’ultimo biennio ha fatto sprofondare il Brasile  in una profonda recessione.

Recenti sono invece i problemi sul fronte politico: lo scandalo che ha investito la compagnia petrolifera pubblica Petrobas ha portato sotto i riflettori internazionali una realtà colpita dalla corruzione, in cui è rimasto coinvolto anche l’ex presidente Lula. Si è così arrivati alla procedura di “impeachment” (rinvio a giudizio di un titolare di cariche pubbliche) per l’attuale presidente Rousseff, ritenuta colpevole di cattiva gestione economica durante gli anni della crisi.

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Contesto economico

 

Indicatori principali

2014 2015 Stime 2016 Stime 2017
Variazione % PIL Reale 0,1% -3,8% -3,5% 1%
Disoccupazione 4,8% 6,8% 9,8% 10,1%
Debito/PIL 54,8% 62,3% 60,06% 65%
Inflazione 6,3% 10,0% 7,3% 5,9%
Debito totale estero (sul PIL) 14% 16% 19,1% 20%
Saldo di conto corrente (sul PIL) -4,31% -3,33% -2,10% -2%

Dati: Banco Central Do Brasil, Factset

Quadro macroeconomico

Come precedentemente osservato, la recente crisi dei prezzi delle materie prime (di cui il Brasile è esportatore) e le pesanti politiche di austerità hanno pesato sull’economia del Brasile: diminuisce la domanda interna, cresce l’inflazione (che oggi è intorno al 10%, lontana dal target imposto dalla Banca Centrale al 4,5%) erodendo il potere d’acquisto, e aumenta la disoccupazione. È un quadro economico difficile, reso ancora più preoccupante dalla crescita inarrestabile del debito pubblico, che ha causato il declassamento del rating sovrano sotto il livello di investment grade (e quindi a livello “spazzatura”), e da un PIL debole, visto in risalita soltanto a partire dal 2017. Le esportazioni invece, grazie anche all’indebolimento della valuta brasiliana, sono aumentate, migliorando il saldo di conto corrente.

Politica monetaria

Con un livello di inflazione decisamente superiore rispetto a quello ricercato, la politica monetaria attuata dalla Banca Centrale rimane restrittiva: il tasso a breve termine (il Selic) è stato aumentato dal 7,25% del 2013 al 14,25% attuale. L’obiettivo è indebolire ulteriormente il cambio contro il dollaro USA, in modo da salvaguardare le esportazioni.

 

Contesto finanziario

Mercato azionario

Nonostante la netta predominanza del settore dei servizi all’interno del PIL (70%), prendendo in esame l’indice più rappresentativo del Paese, il Bovespa, è evidente un discreto livello di diversificazione, benché domini il settore finanziario, con sofferenze relativamente basse, pari al 3,5% dei crediti totali.

A discapito del quadro macroeconomico poco favorevole, la spinta del rialzo dei prezzi delle materie prime (e quindi delle esportazioni) ha favorito una forte ripresa dell’indice di Borsa brasiliano nei primi mesi del 2016.

Mercato obbligazionario

I valori lungo la curva dei rendimenti oscillano tra il 13,6% medio sulle scadenze più brevi, fino al 14,2% del decennale; sono livelli che riflettono il rischio legato all’incertezza politica.

Mercato valutario

Il cambio della moneta brasiliana, il Real,  si è deprezzato del 14% circa rispetto al dollaro USA nell’ultimo semsetre. Nei confronti di un ampio paniere di valute, anche il trend a lungo termine è per un deprezzamento (circa 33% nell’ultimo quinquennio). Anche la volatilità annualizzata del cambio, pari al 22% al momento della redazione di questo post, rispecchia il relativo “stato di agitazione” dell’economia del Paese (basti pensare che la volatilità del cambio Euro/Dollaro è pari al 10% circa).

Come investire sul Brasile

Obbligazioni

Come già riscontrato per la maggior parte dei Paesi BRICS, non esistono ETF obbligazionari che permettano d’investire specificatamente sul mercato obbligazionario brasiliano, ma solo ETF generici sui mercati emergenti.

Azioni (ETF)

Su Borsa Italiana sono presenti invece sei ETF azionari che permettono di investire seguendo l’andamento dell’indice MSCI Brazil e dell’indice della borsa di San Paolo, il Bovespa:

    • Lyxor Brazil (Ibovespa) Ucits Etf                  (ISIN: FR0010408799)
    • Ishares Msci Brazil Ucits Etf (Acc)               (ISIN: IE00B59L7C92)
    • Amundi Msci Brazil Ucits Etf                        (ISIN: FR0010821793)
    • Ishares Msci Brazil Ucits Etf (Dist)              (ISIN: IE00B0M63516)
    • Ubs (Irl) Msci Brazil Ucits Etf A-Dis            (ISIN: IE00B6SBCY47)
    • Db X-Trackers Msci Brazil Ucits Etf (Dr)    (ISIN: LU0292109344)

Il Brasile è solo l’ultimo dei Paesi passati sotto la lente di ingrandimento di AdviseOnly. Approfondisci la tua conoscenza dei mercati mondiali con:

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